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PER NON DIMENTICARE

Il 27 gennaio del 1945 è il giorno in cui, i cancelli di Auschwitz vennero abbattuti dalla sessantesima armata dell’esercito sovietico.

In Italia, il 20 luglio del 2000 è stata approvata la legge n 211 che istituisce ogni 27 gennaio il “ Giorno della Memoria”, per commemorare pubblicamente non soltanto la shoah, ma anche le leggi razziali approvate sotto il fascismo, gli ebrei e non, che sono stati uccisi, deportati e imprigionati. Lo scopo è quello di non dimenticare mai questo momento drammatico, affinché, come dice la stessa legge “simili eventi non possano più accadere” .

Sabato 27 gennaio 2018 a Barcellona Pozzo di Gotto, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Roberto Materia, ha ricordato con una breve cerimonia le vittime dell’olocausto.

Alle ore 11:40 il sindaco è giunto a Palazzo Longano e alle ore 12:00 è iniziata la manifestazione, alla quale hanno partecipato oltre al primo cittadino, anche alcune autorità (carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale), il sacerdote Giuseppe Turrisi e la protezione civile.

Il corteo si è diretto verso la vicina villa “Primo Levi” dove è stata deposta una corona d’alloro.

Dopo l’intonazione del silenzio, il sacerdote assieme ai presenti ha voluto ricordare e pregare per le vittime innocenti, i martiri del XX secolo barbaramente sterminati, nella speranza che queste stragi non si ripetano più e che possa regnare pace e speranza per tutti i popoli.

La parola è poi passata al sindaco che ha ricordato i terribili momenti delle vittime del nazismo e lo sterminio degli ebrei. Egli ha ringraziato tutti i partecipanti in particolar modo noi ragazzi delle scuole secondarie di II grado, affinché non dimentichiamo mai questa data, noi che rappresentiamo il futuro.

Anche il giudice Franco Cassata ha avuto la parola e rivolgendosi ancora una volta a noi ragazzi ha detto che “non esiste un razzismo ma esistono i razzisti” ; ha poi ricordato il poeta Primo Levi sopravvissuto allo sterminio nazista e probabilmente morto suicida perché non accettava di essere sopravvissuto a quell’orrore, considerava il suo un “dono avvelenato” ovvero quello di dover raccontare ciò che aveva vissuto, costringendolo a rivivere continuamente la sua sofferenze.

Il giudice Cassata ha poi fatto riferimento a due poesie sull’olocausto e ha ringraziato il sindaco che ogni anno insieme alla comunità ricorda questa orribile tragedia.

 

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