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“VINO VINOCOLO” di Vinicio Capossela

Studiare l’Odissea attraverso canzoni si può ed è divertente. Vino Monocolo dal latino Mono – Oculus = un solo occhio.

Vino Vinocolo racconta cantando, la storia del ciclope Polifemo, gigante alto come una montagna e con un occhio solo. Polifemo è solo un pastore di capre che beve latte, e non conosce gli uomini. Non ha mai visto gli uomini e vuole vederli più da vicino. Il vino chiamato Vinocolo, serve come una specie di lente, un cannocchiale attraverso cui si può vedere meglio.

Ulisse, l’uomo che incontra Polifemo e dice di chiamarsi “nessuno” per ingannarlo e non essere scoperto, dice al ciclope di mangiare i suoi compagni e bere il vino per sentirsi beato, come gli uomini.

Il Ciclope che vuole questo incontro con gli uomini, beve il vino di Merone, un vino che riesce anche a vincere la forza dei barbari che ubriachi iniziano a danzare. Così con quel vino Polifemo cade nel tranello di Ulisse, come un pesce abbocca all’esca. Il ciclope invece degli uomini mangia anche le sue capre, cade nel sonno e viene accecato da Ulisse.

Lui cannibale che doveva mangiare gli uomini, viene ingannato come Kronos. Anche Kronos, infatti, mangia tutti i suoi figli tranne l’ultimo, Zeus, che viene scambiato da Rea con una pietra avvolta nelle fasce. Quando Zeus sarà cresciuto ucciderà Kronos nella Titanomachia e diventerà il re dell’Olimpo.

Polifemo ha voluto vedere da vicino gli uomini, da molto vicino, come si legge nel testo, in cui si ripete il ritornello: Attenti al Cannibale! Per questo suo incontro viene punito dagli uomini stessi. Ulisse lo acceca e invano Polifemo chiede al vino di restituirgli la vista o la vendetta per quel “nessuno” che lo ha tradito. La canzone di Capossela “Vinocolo” ha dunque come protagonista Polifemo che è un gigante descritto dettagliatamente da Omero. Il cantautore Vinicio Capossela ci fa capire che Polifemo è altissimo perché dice che è “vetta di Monte” e gli uomini sono molto più piccoli di lui, infatti, li guarda da lontano.

Polifemo è cattivo e mangia gli uomini. Però l’incontro con Ulisse lo mette nei guai.

Infatti, Ulisse per salvare se stesso e i compagni superstiti fa ubriacare Polifemo col vino. Il gigante si ubriaca subito, rigurgita le carni in modo vomitevole.  Una volta addormentatosi, Polifemo viene accecato nel suo unico occhio da Ulisse.

La crudeltà di Polifemo, che mangia i compagni di Ulisse, ricorda la crudeltà di Kronos che per i Greci era il più giovane dei giganti, figlio del Cielo e della Terra. A Kronos fu detto che uno dei suoi figli gli avrebbe tolto il trono. Così, per evitare il potere Kronos li cominciò a mangiare ad uno ad uno.  Sua moglie Rea riuscì a salvare solo Zeus, che nascose nell’isola di Creta. Quando Zeus divenne grande andò da suo padre e gli tolse il potere, diventando il signore di tutti gli dei.

 Chiara Italiano -Giulia Montalto

I C scuola media Garibaldi

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