Il diario di Mery Berg
Conosciamo tutti Anna FranK pochi conoscono il diario di un’altra ragazza, si tratta di Mary Berg pseudonimo di Miriam Wattenberg, ragazza ebrea, superstite dell’Olocausto, che tra il 1939 e 1944, scrisse delle pagine di diario, in cui raccontava le sue lunghe giornate all’interno del ghetto di Varsavia ,prima di poter raggiungere gli Stati Uniti. È in assoluto la prima testimonianza diretta ad essere pubblicata, a guerra ancora in corso. Miriam, cresciuta ed educata a Lodz a causa dell’ invasione nel settembre 1939, coi suoi genitori , e sua sorellina Ann , si rifugiò a Varsavia, per poi trovarsi rinchiusa nel ghetto della capitale, Come parte di un’élite privilegiata, le famiglie più facoltose, come quella dei Wattenberg poterono all’inizio vivere in un’area relativamente confortevole del quartiere ebraico (il cosiddetto “Ghetto piccolo”) e condurre una vita “normale”. Ben presto però la situazione divenne sempre più difficile e Miriam cominciò nei suoi quaderni a registrare gli orrori di cui fu testimone, utilizzando un linguaggio cifrato. Nel luglio del 1942 la famiglia, insieme ad altri cittadini stranieri, venne trasferita alla prigione di Varsavia, dalle cui finestre Miriam ogni giorno si ritrovava a dover guardare quel terribile spettacolo a cui erano sottoposti gli ebrei. Il 18 gennaio 1943, la famiglia fu in Francia, ad un campo di internamento per cittadini britannici e americani. Il loro viaggio verso la libertà e la speranza in un futuro sereno inizia il 1º marzo 1944, su un treno per Lisbona. Di lì, si imbarcarono su una nave svedese, con destinazione New York.Miriam scrisse il suo diario come ho detto dal 1939 al 1944.
Nelle sue pagine è descritta la sua vita e quella dei familiari e degli amici, durante l’occupazione nazista, si raccontano tutte le crudeli e ingiuste torture che vide attraverso i suoi occhi .
Miriam ha 15 anni quando comincia a registrare gli eventi della propria vita. Ciò che la differenzia da Anna Frank , è il fatto che il racconto non si limita ai “preliminari” dell’Olocausto ma ne descrive anche le atrocità di cui la ragazza è già testimone: aggressioni, lavoro forzato, deportazioni di massa. Mary descrisse inoltre, narrando le parole dei giovani pieni di forza di volontà e di ribellione, evidenziando il confronto tra essi ed i più anziani, ormai arresi dal senso di impotenza ed esclusione dalla società. Così per due anni Miriam vive così questo orrore.
Miriam Wattenberg e pochi altri sono sopravvissute a quell’ inferno… e sono state per noi una fonte per la verità. E attraverso delle “semplicissime” e toccanti pagine di diario scritte in età adolescenziale, non solo si riflette sulle crudeli vicende vissute da gente innocente , ma si coglie anche un grande messaggio, che invita tutti noi a non dimenticare queste povere vittime di una ingiustizia immane . Per non dimenticare…
Nicole Sciotto
Classe III B
Scuola media Garibaldi