“L’amico ritrovato”
“Una gemma”…“Un racconto magistrale”…” Un libro che assilla la memoria”…”
“L’amico ritrovato” considerato il capolavoro di Fred Uhlman, autore tedesco nato a Stoccarda e vissuto nel XX secolo, è ambientato nella città natia dello scrittore. Un grande capolavoro che, attraverso il racconto della rara e commovente amicizia dei due protagonisti, Hans Schwarz e Konradin von Hohenfels, immortala con una narrazione lirica e scorrevole uno dei periodi più bui della storia .
Hans, figlio di un medico ebreo, è un ragazzo benestante, impacciato, trasandato nell’abbigliamento, timido, intelligente e molto profondo;
Konradin, conte di Hohenfels, figlio di una ricca famiglia aristocratica, è un sedicenne tedesco dal sorriso raro e vestito elegantemente.
A dispetto della loro differente condizione sociale, tra i due nasce una magica amicizia. -Tutto ciò che sapevo, allora, era che sarebbe diventato mio amico. Non c’era niente in lui che non mi piacesse- afferma Hans, la voce narrante che ripercorre con dovizia di particolari tutte le vicende della loro breve ma intensa storia.
Tuttavia, il loro legame non è ben visto dai genitori di Konradin : la madre aderisce alle idee del Führer e dunque è spaventata dall’influenza di Hans.
– Mia madre non solo detesta gli Ebrei, ma li teme………Vedi Hans , mia madre non accetterà mai l’idea di conoscerti – queste le parole che Konradin un giorno confida all’amico. Ma, nonostante ciò, i due restano uniti.
Purtroppo, però gli effetti dell’ ideologia nazista cominciano a manifestarsi sulla popolazione e Hans è vittima di persecuzioni da parte dei suoi compagni e, anche se in modo larvato, dei suoi stessi insegnanti.
Per volontà dei suoi genitori si trasferisce in America dove studia legge e diventa un affermato avvocato. Trent’anni dopo gli giungerà una lettera per una richiesta di fondi da parte del Liceo che aveva frequentato con allegata lista dei caduti in guerra appartenenti alla sua scuola.
Dopo un momento di esitazione, Hans scorre la lista per arrivare fino alla lettera H e legge: -Von Hohenfels, Konradin, implicato nel complotto per uccidere Hitler. Giustiziato-.
L’amico di un tempo era stato ritrovato e vincendo la morte stessa i due amici si riconciliano.
Con un ritmo lento e un linguaggio semplice ma profondo e intriso di nostalgia l’autore mette sapientemente in evidenza l’importanza dell’amicizia in età adolescenziale, l’insensatezza dei pregiudizi razziali e il coraggio di affermare le proprie idee per poi tradurle in pratica. Le ultime due tematiche vengono, totalmente o in parte, incarnate dalla madre di Konradin: nel primo caso basta osservare che a dispetto della diversa etnia e condizione sociale, nulla ha impedito ai due protagonisti di divenire amici; nel secondo la madre di Konradin rappresenta i valori dominanti nella Germania del tempo, quei valori a cui Konradin ha aderito in un primo momento, ma che ha infine rifiutato.
Come ha scritto Arthur Koestler, “L’amico ritrovato” è un capolavoro minore. L’aggettivo non va però mal interpretato: con “minore” si allude infatti alle ridotte dimensioni del romanzo. Particolarmente bello è lo stile. Frasi come “Le mie ferite non sono guarite e ogni volta che ripenso alla Germania, è come se venissero sfregate con del sale” oppure “Entrò nella mia vita per poi non uscirne più” sicuramente rimarranno impresse nella memoria di tutti i lettori.
Molti sono i libri che si riferiscono a quel periodo di sangue, tuttavia credo fermamente che questo breve libretto sia “Una gemma”…” Un racconto magistrale”,” Un libro che assilla la memoria”. (The Sunday Express- The Financial Times)
Agata Calabrò
Istituto Comprensivo2 “ S. D’Acquisto” Classe IIIA