venerdì, Novembre 22, 2024
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L’ Encyclopèdie

il primo strumento di diffusione di una visione del mondo laica e moderna.

L’Encyclopédie o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri venne pubblicata a Parigi tra il 1751 e il 1772 e nacque dall’idea di un libraio parigino, André Le Breton, di far tradurre a Denis Diderot la Cyclopaedia o Dizionario universale delle arti e delle scienze di Chambers.

Si tratta di una straordinaria testimonianza di un’epoca, un monumento all’intelligenza dell’uomo frutto dei successi delle scienze, della convinzione di vivere in un’epoca di grande progresso filosofico col dichiarato intento di contribuire a delineare la trasformazione dell’ideale enciclopedico: non più e solo esposizione esaustiva e unitaria delle conoscenze ma strumento capace di individuare le connessioni tra i vari campi del sapere e di indicare un percorso per il futuro.

Breton si associò con tre colleghi, David, Durand e Briasson ma è Diderot, affiancato da D’Alembert per la parte matematica, a trasformare l’opera in un progetto di ben più ampio respiro, imprimendo nei volumi di Breton tutto il rinnovamento filosofico, politico e sociale che caratterizzava l’Illuminismo e il gruppo dei philosophes del Settecento.

Parteciparono ad arricchire l’opera con la stesura di intere voci alcuni tra i più grandi esponenti della filosofia e della cultura francese, dando il proprio contributo. Charles Louis Montesquieu scrisse un Saggio sul gusto, Jacques Turgot si dedicò alle definizioni di Etimologia ed Esistenza, Rousseau si occupò della parte musicale e di Economia politica; vi collaborarono perfino altri fra cui Georges-Louis Buffon, Voltaire, Paul Henry Thiry D’Holbac e molti coadiutori anonimi.

Nel 1757 la produzione entrò in crisi a causa dell’abbandono del progetto da parte di alcuni cooperatori fra cui D’Alembert, causato principalmente dalle tensioni dovute a una campagna di diffamazione contro gli enciclopedisti e all’inasprimento della censura francese. Dopo svariati anni di direzione solitaria, Diderot, affiancato solo da pochi amici devoti, redisse un numero impressionante di articoli, occupandosi di qualsiasi argomento, però i suoi maggiori sforzi furono dedicati alla diffusione della storia, della filosofia e delle arti meccaniche.

Pensatore dai vasti interessi, Diderot mantenne sempre nei confronti della scienza un atteggiamento aperto, convinto assertore dell’inutilità dell’approfondimento dei problemi metafisici in quanto distanti dai dati della coscienza.

Nel 1772 esce l’ultimo tomo dell’Encyclopédie, che annoverava diciassette volumi di voci ed undici di tavole illustrate.

All’Encyclopédie si deve senza ombra di dubbio una delle maggiori rivoluzioni nella diffusione della cultura e del pensiero in Europa, inserita però in un contesto particolare:  da un lato infatti si assiste a una sempre maggiore diffusione delle scienze matematiche e allo sviluppo della borghesia e della cultura ad essa connessa, dall’altra essa ha origine in un Paese, la Francia, in cui l’assolutismo di Luigi XIV aveva spento in ogni campo la libera critica e ritardato il progresso delle scienze “Poiché ogni enunciazione delle nuove idee è perseguitata come un atto sovversivo  e punita con pubbliche condanne e mandati d’arresto e le nuove idee acquistano una carica rivoluzionaria.

La vicenda dell’Enciclopedia mostrò chiaramente quindi la crisi d’identità della società francese, che da una parte produceva uno dei massimi monumenti della cultura umana e dall’altra aveva delle istituzioni che non erano in grado di dare allo spirito intellettuale e politico una libera cittadinanza.

Al giorno d’oggi il ciclopico lavoro dell’Encyclopédie è stato soppiantato dalla rivoluzione tecnologica in cui gran parte del sapere odierno è racchiuso in numerosissimi server, pronti ad essere utilizzati ogni qual volta si effettuano ricerche con l’ausilio di browser o siti internet.

Il sito internet maggiormente usato per fare ricerche online è Wikipedia. Si tratta dell’enciclopedia online più vasta di tutti i tempi: essa può vantarsi di ben più di 45 milioni di voci in oltre 280 lingue, tutte disponibili effettuando una semplice e rapida ricerca attraverso l’utilizzo di apparecchi tecnologici ampiamente diffusi ai giorni nostri, capaci di connettersi al browser.

L’Encyclopédie costituiva, come scrisse lo stesso d’Alembert, un ponte lanciato tra il passato e l’avvenire che l’odierno trionfo delle enciclopedie online ha ridotto ad un semplice ricordo materializzato sui ripiani delle librerie delle nostre case.

Poiché sul piano della diffusione del sapere e dell’informazione la nuova realtà appare per lo meno contraddittoria in quanto da una lato si ha l’impressione di una maggiore e più profonda quantità di dati e dall’altro la nuova cultura, dal tono erudito-informativo, risulta massificata, standardizzata e livellata sarebbe auspicabile ciò che si augurava Umberto Eco: una lunga fase di collaborazione e coabitazione fra il cartaceo e l’informatico.

Roberto Sottile IV A MM

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