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La mia spedizione in ANTARTIDE …sogno o son desta?

20 agosto 2015

Stiamo partendo per andare a vedere i meravigliosi ghiacciai dell’Antartide. Per arrivare impiegheremo 2 giorni e 22 ore, a bordo della velocissima COLOR ICE.  Non vedo l’ora di arrivare. Manca tanto, ma il desiderio di vivere una nuova avventura è così forte che questi due giorni passeranno in fretta.

 

21 agosto 2015

Siamo al secondo giorno di navigazione: tutti ormai hanno la nausea per via della bassa marea che è arrivata durante la notte. C’è sempre più freddo, ma poco importa, perché intorno a noi tutto è bellissimo e si iniziano a vedere i ghiacciai.

 

22 agosto 2015

Siamo finalmente arrivati. Le condizioni climatiche sono molto basse: meno 23. Qui si congela, ma alla fine ne vale la pena. Il paesaggio è spettacolare come anche la varietà dei suoi simpatici abitanti. Ci sono pinguini, balene e foche. Però, lo scopo della nostra visita è un altro: gli animali moriranno se non provvederemo al problema della plastica nel mare. Dobbiamo risolverlo al più presto. Ora vado a scrivere la lettera al capo, per dirgli che abbiamo individuato il problema per il quale molti animali stanno morendo.

23 agosto 2015

Il capo mi ha risposto, ha detto che ci sta mandando altri rinforzi, però, siccome il viaggio è molto lungo, ci consiglia di iniziare a provvedere, raccogliendo tutta la plastica che possiamo avvistare sulla superficie del mare, poi finito il lavoro, bisognerà immergersi per raggiungere i fondali. Brrr… già tremo, immagino il freddo che ci sarà.

 

24 agosto 2015

C’è stato un serio problema… non c’è traccia dei rinforzi, probabilmente è successo qualcosa durante il viaggio: il GPS non riesce a localizzarli. Ciò vuol dire che saremo noi a immergerci nelle fredde acque dell’ANTARTIDE. Ieri è stato difficile raccogliere tutta quella plastica sulla superfice, figuriamoci nei fondali con quel freddo.

 

27 agosto 2015

Sono due giorni che ci immergiamo nei fondali e, con tutta quella plastica, il lavoro è lungo e, senza rinforzi, ancora più faticoso. Ma dove sono finiti? Speriamo non sia accaduto loro qualcosa di grave.

 

28 agosto 2015

A causa di un fatto spiacevole. le nostre ricerche scientifiche e il nostro lavoro per cercare di salvare questo meraviglioso ambiente sono state rallentati: una povera mamma foca stava per perdere il suo cucciolo. Io e la mia squadra ci siamo precipitati sul posto dove stava avvenendo l’incidente, grazie all’avviso di Laura. Il cucciolo stava per annegare nelle fredde acque polari. È stato difficile tirarlo fuori, soprattutto a causa della mamma che non voleva che lo toccassimo: abbiamo dovuto anestetizzarla. Con molto impegno e fatica l’abbiamo tirato fuori. La nostra domanda è: come ha fatto il ghiaccio a sciogliersi con questo freddo? Riprendendo le nostre ricerche abbiamo scoperto che anche questa zona è colpita dal SURRISCALDAMENTO GLOBALE.

 

29 agosto 2015

Stamattina abbiamo ricevuto una splendida notizia: i nostri colleghi sono stati ritrovati e neanche molto lontano da qui. Fortunatamente, sono tutti sani e salvi. Grazie al loro aiuto, siamo riusciti a estrarre dai fondali la maggior parte della plastica, sebbene abbiamo trovato il corpo di una piccola foca che si è soffocata mangiando ciò che rimaneva. Cosa sarebbe successo se non fossimo riusciti a intervenire al più presto? Altri animali come lei sarebbero morti per la medesima causa. E come ha fatto ad arrivare qui la plastica se gli unici abitanti sono degli esemplari di animali innocui e purtroppo in estinzione?

 

30 agosto 2015

Andando più a fondo nelle ricerche e anche osservando chi viene a visitare questo posto, abbiamo scoperto e visto che degli uomini attraccati qui con una petroliera, non solo scaricano petrolio in mare, ma smaltiscono i rifiuti proprio qui senza preoccuparsi delle cause ambientali e della sopravvivenza degli abitanti. Ci siamo avvicinati a loro e gli abbiamo chiesto per chi lavorano, ma da loro non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Dovevo ascoltare Laura, quando mi diceva che l’acqua non era così limpida come pensavo e che invece   c’era la presenza di altre sostanze inquinanti, oltre la plastica.

 

31 agosto 2015

Oggi quegli uomini sono tornati, ma questa volta non hanno avuto scampo, perché noi sapendo del loro ritorno, ci siamo preparati nel modo corretto e non siamo stati colti alla sprovvista come ieri. Abbiamo teso loro una trappola: quando tutti e due gli uomini sono scesi dalla PETRIOLBOAT per svolgere il loro lavoro “sporco”, noi ci siamo infiltrati nella nave e abbiamo rubato, o meglio “preso in prestito “, i documenti riguardanti tutta la marina di bordo, compresi i documenti del comandante e siamo tornati al nostro laboratorio furtivamente, senza farci scoprire. Visionando tutti i documenti, finalmente siamo riusciti a trovare quelli del capitano. Non potevamo credere ai nostri occhi. C’eravamo sempre fidati di quella persona e non ci siamo mai accorti che ci stava solo prendendo in giro. Esatto, il capo di tutti quei lavori sporchi era il nostro capo che, ci aveva mandati qui a scoprire perché tutti quegli animali morivano, egli in realtà non era altro che un imbroglione. Senza perdere tempo, dato che ormai avevamo capito la causa di tutti quei problemi, abbiamo preparato le valigie e la COLOR ICE, per fare un lungo viaggio di ritorno e denunciare il “capo” senza farci scrupoli.

 

01 settembre 2015

Si parte per tornare a casa, più carichi di prima e contenti di poter finalmente salvare l’ANTARTIDE.

 

03 settembre 2015

Arrivati a destinazione abbiamo denunciato ciò che era accaduto grazie anche alla testimonianza del filmino fatto da Laura e dai documenti presi sulla nave. L’azienda era ormai nelle mani del figlio Jack che, al contrario del padre, avrebbe fatto di tutto per proteggere e salvare la natura.

 

 

ZAIRA LO GIUDICE

 II B

Scuola media GARIBALDI

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