venerdì, Novembre 22, 2024
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LA NUOVA POSTDAM

Il 2017 è stato probabilmente uno degli anni più controversi di questo giovane secolo, non solo nel campo economico e sociale, ma soprattutto dal punto di vista geopolitico e militare.

Ciò che in particolare è emerso, nel corso dell’anno passato, è la sostanziale mancanza di strategia nelle azioni americane, che hanno rischiato con l’attacco missilistico in Siria di aprire una nuova frattura con la Russia o ancora con dichiarazioni spregiudicate dello stesso presidente, Donald Trump, di minacciare una guerra nucleare con la pur piccola Corea del nord.

Se da una parte queste azioni hanno indebolito ulteriormente l’influenza USA in Asia, dall’altra hanno aperto la strada ad un’affermazione della Cina come potenza globale, in quanto il paese asiatico si è dimostrato l’unico in grado di gestire adeguatamente le relazioni con Pyongyang. Altro aspetto del 2017 è stata la lotta all’ISIS, ormai molto indebolito in Siria e quasi debellato anche in Iraq.   Sembra più vicina anche la stabilizzazione del Libano e quella seppur parziale dell’Afghanistan, a cui l’Italia ha partecipato con 900 uomini nell’ambito dell’operazione RS (Resolute Support) e che ha visto impiegato il GOI.  Il nostro paese è stato infatti il secondo paese NATO per numero di forze impiegate nelle missioni in Kosovo e in Libano delle quali detiene tuttora la leadership, ha inoltre un ruolo importante nella pacificazione della Libia.

Le forze armate francesi sono state impiegate prevalentemente nell’Africa sub-sahariana dove il paese transalpino esercita notevole influenza, fra Mali, Niger, Senegal, Gabon, Camerun, Costa d’Avorio, Repubblica centrafricana e Ciad. Sono infatti 7000 i soldati francesi schierati nel continente nero, in definitiva la Francia è stato lo stato europeo meno dipendente dagli USA in Europa e con l’esercito più numeroso; anche la Germania si è misurata con imprese militari sotto l’egida di accordi internazionali, in particolare con le forze corazzate dotate dei validissimi mezzi quali i carri Leopard II. Questi prestazioni non bastano però a garantire a nessuno di questi paesi e né tanto meno alla Gran Bretagna un posto fra le superpotenze mondiali, posto che ad oggi sembra appannaggio solo degli USA, Cina e Russia.

Paese quest’ultimo che appare più di qualsiasi altro la potenza in ascesa a cui si deve peraltro la vittoria   in Siria, è infatti proprio sull’intervento in Siria che Mosca ha basato la sua strategia ritrovando, grazie a questo successo, un potere che non viveva dalla caduta dell’Unione Sovietica. La Russia ha inoltre condotto nel corso dello scorso anno una nuova offensiva in Donbass riuscendo ad avere la meglio sulle truppe ucraine che opponevano una strenua ed efficace resistenza, la cosa che tuttavia stupisce di questo conflitto non è la resistenza dell’esercito ucraino, ma il fatto che la popolazione si sia sollevata a favore delle truppe russe occupanti, chiedendo di essere inglobata nella Russia analogamente a ciò che è accaduto in Abcasia ed Ossezia. La situazione inversa si è invece verificata in Catalogna che in seguito al referendum del 1° ottobre si è dichiarata indipendente, questa azione indipendentista ha scatenato nei due mesi successivi una serie di scontri politici, che hanno portato all’arresto degli indipendentisti per alto tradimento, la crisi si è infine risolta con una vittoria politica del governo di Madrid che riuscito a mantenere la Catalogna fra i territori dello stato spagnolo. Episodi simili sono avvenuti anche nella Repubblica Srpska e nelle repubbliche caucasiche.  In definitiva le nuove spinte indipendentiste, l’acuirsi delle tensioni all’interno dello contesto geopolitico mondiale hanno delineato un quadro di grande instabilità che ha portato alla creazione di scenari critici quali il Medioriente ed alla massiccia emigrazione dal continente africano e mediorientale, fenomeni che possono essere fermati solo con la collaborazione di tutti i  paesi che devono agire non più in un ottica nazionalista, ma globale, mettendo a diposizione i propri mezzi per la risoluzione di questa crisi.

Alfredo Giorgianni II liceo scientifico

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