DOSAGGIO DEI CLORURI NELLE ACQUE
È noto che l’acqua utilizzata dall’uomo per scopi alimentari viene definita potabile; affinché un’acqua possa essere definita tale, bisogna che rispetti diversi parametri chimico-fisici organolettici e microbiologici. Tra le analisi di tipo chimico molto importante è la determinazione dei cloruri i quali sono presenti nell’acqua sottoforma di sali: il più noto è il cloruro di sodio, NaCl, il comune sale da cucina. Nel corpo umano il cloruro presiede ad importanti funzioni biologiche e lo si trova, fra l’altro, nel sangue. Il fabbisogno umano è di circa 6 g di NaCl al giorno. Acque ricche di cloruri facilitano la secrezione di succhi gastrici e quindi la digestione ma elevate concentrazioni di questo sale conferiscono all’acqua odore e sapore sgradevoli e, se si superano i limiti di legge, possono causare problemi cardiaci. Le normative nazionali in vigore, il D.Lgs. n°. 31/2001 ed il D.lgs n° 27/2002, stabiliscono nel valore di 250 mg/L il parametro limite di cloruri per le acque destinate al consumo umano. L’analisi quantitativa dei cloruri presenti nelle acque può essere svolta tramite volumetria attraverso titolazioni argentometriche (metodo Mohr e metodo Volhard) o attraverso il metodo Mercurimetrico.
Prima di entrare nel dettaglio, spieghiamo cos’è una titolazione.
Si tratta di un procedimento analitico che sfrutta una reazione chimica tra un titolante (soluzione a concentrazione nota) aggiunto tramite una buretta, gradualmente,ad un volume noto di un campione da analizzare posto all’interno di una beuta in continua agitazione, fino al cosiddetto “punto di fine titolazione”, percepito grazie al cambiamento di colore di un indicatore, aggiunto in piccola quantità al campione in analisi.
Il dosaggio mercurimetrico dei cloruri, metodo ufficiale previsto dall’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRSA-CNR) si effettua su un campione d’acqua di 100 ml, a pH compreso tra 3,5 e 4,5 (aggiustato con acido nitrico in presenza di indicatore blu di bromofenolo) e sfrutta la reazione tra lo ione cloruro e lo ione mercurico:
L’indicatore usato nella titolazione è il difenilcarbazone che al punto finale della titolazione reagisce con la prima goccia in eccesso di titolante (soluzione di nitrato mercurico) formando con gli ioni mercurio (II) un complesso di colore porpora. Questo metodo si presta bene per acque a basso contenuto di cloruri. Il fatto inoltre che si operi in ambiente acido limita eventuali interferenze di altri cationi presenti nell’acqua.
Il risultato dell’analisi viene espresso in ppm di cloruri cioè mg/l attraverso la formula:
Cl– (mg/l) =(Vtitolante∙Ntitolante ∙35,45∙ 1000) / VH2O
Vtitolanteè il volume in mL di soluzione di riferimento di nitrato mercurico usata per titolare il campione di acqua;
Ntitolanteè la concentrazione in normalità della soluzione di riferimento di nitrato mercurico;
35,45 = massa equivalente del cloruro;
VH2O è il volume in mL del campione d’acqua prelevato.
Gabriele Lucca VD BA
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