María Marcela Lagarde …la donna che ha coniato il termine femminicidio.
Accademica, antropologa e politica messicana; una vita dedicata al femminicidio quella di Lagarde, una donna forte e risoluta rappresentante di spicco del femminismo latinoamericano e tra le prime teorizzatrici del concetto di femminicidio. Autrice di un gran numero di articoli e libri su studi di genere, femminismo, sviluppo umano e democrazia, potere e autonomia delle donne. In gioventù Marcela Lagarde ha partecipato al movimento del Sessantotto, è stata militante del Partito Comunista, eletta deputata nel Congresso Federale messicano dal 2003 al 2006 durante la cui legislatura ha concentrato il suo lavoro sulle tematiche dei diritti delle donne. Lagarde ha inoltre coniato il termine femminicidio per descrivere la situazione di Ciudad Juárez, in Messico, e ha ottenuto la creazione di una Commissione Speciale sul Femminicidio nel Congresso per investigare gli omicidi di donne a Ciudad Juárez. Ha diretto l’Indagine Conoscitiva sulla Violenza sulle Donne nella Repubblica Messicana, attraverso la quale si è scoperto che il femminicidio non è esclusivo di Ciudad Juárez. Ha promosso l’istituzione del crimine di femminicidio nel Codice Penale Federale e la Legge Generale di Accesso delle Donne a una vita libera dalla violenza, entrata in vigore in Messico il 2 febbraio del 2007. Ma cos’è il femminicidio per Marcela Lagarde?
Si tratta di un problema strutturale, che va al di là degli omicidi delle donne, riguarda tutte le forme di discriminazione e violenza di genere, che sono in grado di annullare la donna nella sua identità e libertà non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione psicologica, nella socialità, nella partecipazione alla vita pubblica. Pensiamo a quelle donne che subiscono per anni molestie sessuali sul lavoro, o violenza psicologica dal proprio compagno, e alla difficoltà, una volta trovata la forza di uscire da quelle situazioni, di ricostruirsi una vita, di riappropriarsi di sé. Non stiamo parlando soltanto degli omicidi di donne commessi da parte di partner o ex partner, stiamo parlando anche delle ragazze uccise dai padri perché rifiutano il matrimonio che viene loro imposto o ancora del controllo ossessivo sulle loro vite, sulle loro scelte sessuali, donne uccise dall’AIDS, contratto dai partner sieropositivi che per anni hanno intrattenuto con loro rapporti non protetti tacendo la propria sieropositività, delle prostitute contagiate di AIDS o ammazzate dai clienti, delle giovani uccise perché lesbiche…Se vogliamo tornare indietro nel tempo, stiamo parlando anche di tutte le donne accusate di stregoneria e bruciate sul rogo.
Il termine femminicidio quindi si riveste di un ampio significato. La donna si dice sia nata dalla costola dell’uomo, e certo non dai piedi per essere calpestata, non dal capo per essere superiore ma dalla costola ribadiamo, per avere gli stessi diritti ed essere uguale in tutto e per tutto all’uomo.
Alice Trimboli
classe III B
Scuola media Garibaldi