venerdì, Novembre 22, 2024
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LO SPORT È…

Lo sport per noi ragazzi è un momento di svago, e allo stesso tempo diventa un momento importante per la nostra crescita.

Grazie allo sport ci relazioniamo con i nostri coetanei, condividiamo un obiettivo comune, impariamo a rispettare le regole, a gioire dei successi e accettare le sconfitte.

Praticare uno sport significa sottoporsi ad allenamenti costanti e quindi sviluppare lo spirito di sacrificio e fortificare il proprio carattere. Spesso lo sport, è anche il modo per esprimere le proprie emozioni, per sentirsi liberi e scaricare le tensioni.

Da piccoli è vissuto come un gioco a tutti gli effetti, un modo per socializzare, per imparare ad ascoltare, a osservare le regole e avere rispetto per i compagni.

Negli adolescenti invece l’attenzione si sposta sull’aspetto fisico: l’altezza e una buona muscolatura per i ragazzi e il peso per le ragazze.
Chi pratica sport con passione deve acquisire anche una corretta alimentazione e imparare norme di igiene alimentare. Le persone che oggi praticano un’attività sportiva sono in aumento, grazie al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, all’evoluzione della cultura e dei costumi dei vari popoli. Le origini dello sport possono essere attribuite ai Greci, che, nel 776 a.C., istituirono le prime Olimpiadi (il nome stesso deriva dalla città greca di Olimpia).

Lo sport può essere classificato in: individuale e di squadra.

Nello sport individuale l’atleta gareggia da solo, svolge esercizi fisici nel rispetto delle regole, tenendo a fini agonistici. L’elemento fondamentale che caratterizza lo sport individuale è la competizione. È difficile, pertanto, fare conoscenze e instaurare nuove amicizie.

Lo sport di squadra invece è caratterizzato da un legame che unisce tutti coloro che fanno parte della stessa squadra e che insieme gareggiano contro altri atleti.

L’attività sportiva varia da luogo a luogo a seconda delle condizioni territoriali e climatiche.

Ad esempio, si può fare la differenza tra sport nautici, che si svolgono in acqua, sport della montagna, come l’alpinismo, sport estivi e invernali.

Praticando sport, si può venire a contatto con la natura, con gli animali, unire la cura del corpo al divertimento, restando all’aria aperta.

Purtroppo, a volte può capitare che, in contrasto con l’etica sportiva, un atleta assuma sostanze chimiche al fine di migliorare il proprio rendimento sportivo.

L’impiego di queste sostanze, che prende il nome di doping, evidenzia il fatto che alcuni atleti possono vedere l’attività sportiva solo come un modo per primeggiare fra gli altri, sopprimendo quella che è la vera natura dello sport, un semplice gioco.

In Italia, i ragazzi in fase adolescenziale sono quelli che praticano meno sport.

Una recente indagine, infatti, conferma che circa il 40% dei ragazzi, compresi tra i 13-16 anni, non pratica nessun tipo di attività sportiva.

La colpa è da attribuirsi alle nuove tecnologie: i ragazzi trascorrono molte ore incollati al cellulare, al computer o alla televisione.

Inoltre, da un’autorevole ricerca italiana, risulta che, tra i giovanissimi, oltre 2 su 10 risultano in sovrappeso. L’incremento di obesità tra 0 e 18 anni è del 25%; il 23% è in sovrappeso e il 13% può definirsi obeso.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che fa il punto sulle attuali conoscenze degli effetti dell’attività fisica sulla salute, raccomanda ai ragazzi almeno 60 minuti al giorno di attività moderata–vigorosa, includendo almeno 3 volte alla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive.

Nei giovani l’esercizio fisico si svolge durante giochi di movimento, sport, svago, educazione motoria scolastica, spostamenti a piedi e in bicicletta, programmi di esercizi.

L’OMS sottolinea come una giusta dose di attività fisica nell’età della crescita contribuisca allo sviluppo di tessuti muscolo-scheletrici (ossa, muscoli, legamenti), del sistema cardiovascolare (cuore, polmoni) ed endocrino-metabolico.

La persona è formata da diverse aree: cognitiva, organico-motoria, emotivo-affettiva, sociale, cui sono associate delle funzioni.

L’attività fisica funge da mediatore tra queste funzioni per lo sviluppo completo della persona.

Per questo motivo negli ultimi anni è stata attribuita maggiore importanza all’attività fisica e allo sport.

Ne sono esempio anche il progetto di alfabetizzazione motoria nelle scuole primarie e molti altri progetti promossi dal Coni e attuati dal Ministero dell’istruzione.

 

L’insegnamento appropriato dell’educazione fisica può aiutare i bambini a formare un’immagine obiettiva del loro fisico e acquisire una autostima fisica positiva, che permetterà loro di partecipare attivamente ai programmi di sport e di attività fisica e di sperimentare i vantaggi di questa partecipazione per tutta la vita.

In uno studio condotto in Croazia, al quale hanno partecipato 585 alunni di scuole elementari e di scuole superiori, di età compresa tra i 10 e i 19 anni, è risultato che 203 erano sportivi (35%), 255 sportivi occasionali (43%) e 127 non sportivi (22%).

Sono state avanzate quattro ipotesi:

  • I bambini e i ragazzi che si dedicano ad attività sportive organizzate sono meno inclini alla violenza rispetto ai bambini e ai ragazzi che non praticano attività sportive organizzate o non fanno sport;
  • assumono meno sostanze psicoattive legali e illegali rispetto ai bambini e ai ragazzi che non praticano attività sportive organizzate o non fanno sport;
  • sono più responsabili verso la loro salute rispetto ai bambini e ai ragazzi che non praticano attività sportive organizzate o non fanno sport;
  • sono meno inclini a forme di comportamento a rischio rispetto ai bambini e ai ragazzi che non praticano attività sportive organizzate o non fanno sport.

Spesso i genitori che vogliono avviare i bambini all’attività sportiva si orientano verso il nuoto, pensando che sia lo sport più completo. In realtà, il nuoto non interviene sull’abilità di coordinazione del corpo rispetto allo spazio circostante, la capacità di saltare, correre e la capacità di socializzare e di collaborare con i coetanei.

In realtà uno sport cosiddetto “completo” non esiste, ognuno predilige certi movimenti piuttosto che altri, certi comportamenti e atteggiamenti piuttosto che altri.

I ragazzi dovrebbero scegliere lo sport più affine al loro modo di muoversi e relazionarsi senza sottovalutare che se avranno scelto qualcosa che piace e appassiona, si svilupperà una forte motivazione allo svolgimento dell’attività scelta.

A volte succede che un ragazzo a periodi alterni si interessi ad attività sportive diverse, tiene conto delle scelte dei compagni di classe, dell’amico del cuore, di quello che vede in televisione, ma non è educativo assecondare ogni desiderio.

Quando ciò succede i ragazzinon mettono impegno in quello che fanno, non imparano la costanza e la disciplina che ogni sport possiede.

Non riescono a percepire quali siano i fini dello sport: agonistici, educativi, ricreativi. Coloro che praticano sport agonistici devono avere una buona padronanza motoria e un buon equilibrio psichico. I fini educativi invece, riguardano il corpo, che deve essere “educato” all’esercizio fisico.

Qualunque sia il motivo che spinge un giovane, una persona, a praticare uno sport, è necessario evidenziare le conseguenze sul piano fisiologico, psicologico e caratteriale.

Sul piano fisico, agisce in maniera positiva sui muscoli, rendendoli più forti, sulle ossa, favorendone l’accrescimento, ed ovviamente sull’apparato respiratorio. Il muscolo accresce la sua tonicità, la circolazione sanguigna è attivata, il cuore è grosso, lento e stenico, la capacità respiratoria risulta aumentata, il sistema nervoso si perfeziona.

Ma lo sport è anche un’occasione irrinunciabile per mettere l’uomo a contatto con l’uomo, per creare un rapporto sociale; infatti, basta un luogo aperto per creare un’opportunità di gioco di squadra: una partita di calcio, di pallavolo, di basket, senza conoscersi l’un l’altro.

Alessia Torre III B

I.C. BASTIANO GENOVESE

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