venerdì, Novembre 22, 2024
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I VALORI DELLO SPORT

L’UMILTA’ RENDE GRANDI

Un giocatore di pallavolo, chiamato Percy, ci teneva a stare in campo a giocare ma l’allenatore, alle partite, lo faceva stare quasi sempre in panchina: giocava solo 10 minuti. Quando il mister lo faceva tornare in panchina lui protestava e faceva sempre tante storie.

Un giorno, a un allenamento, incontrò un suo compagno di nome Mohamed che sembrava essere un po’ triste e un po’ annoiato. Percy gli chiese: “Mohamed, che hai?” L’amico rispose: “Niente. Sono annoiato. Non ho niente da fare. Sai non entro da 10 giorni in campo.” E Percy urlò: “Cosa! 10 giorni!” Intanto il suo allenatore gli disse: “Percy! Parla a bassa voce!” E Percy si scusò.

Mohamed rispose: “Sì, non entro da 10 giorni perché non sono bravo.” E Percy chiese: “Ma non sei triste di non entrare in campo?” E Mohamed rispose: “No! Anzi guardo per imparare così un giorno potrò dire all’allenatore che sono pronto.”

Quella sera Percy rifletté parecchio su quello che gli aveva detto Mohamed e capì che non doveva fare tutte quelle storie solo perché stava in campo per poco tempo.

Il giorno dopo alla partita rimase in campo solo 10 minuti. Quando l’allenatore gridò: “Percy, fai cambio con Justin!” Lui uscì dal campo tranquillamente, senza protestare e tornò senza dire niente. L’allenatore stupito chiese: “Scusa, sono stato io a non sentirlo o tu oggi non hai fatto storie per uscire?” E Percy rispose: “No, ho capito che per me ora l’importante è giocare. Se non gioco tanto fa niente, almeno un po’ sono stato in campo. Non ho giocato per niente, va bene lo stesso: già altre volte sono stato in campo.” Ancora l’allenatore stentava a credere a quello che aveva sentito: finalmente Percy aveva capito un valore molto importante per lo sport che gli avrebbe permesso di migliorare sempre più: l’umiltà!

Chiara Palella

VC   I.C. Militi

 

CON FATICA E SACRIFICIO SI REALIZZANO TUTTI I SOGNI

Andrea è una bambina con un nome da maschio. A lei piace molto giocare a calcio. Il suo desiderio è quello di prendere il posto di Lupo, portiere della squadra della scuola, figlio di Brando Moretti il portiere della nazionale:il numero uno. Tutti i compagni le dicono che se vuole giocare con le mani potrebbe optare per un altro sport, magari per la pallavolo. Ma lei troverà fiducia e forza grazie ai saggi consigli di nonna Matilde e ala sua amica Clara che la faranno diventare un super portiere in grado di dimostrare il suo valore e di battere Lupo.

<<Il mio sogno è quello di battere Lupo!>> dice sempre Andrea.

A lei piacerebbe diventare la numero uno della squadra della scuola, anche se sa che sarà un’impresa ardua, lei è pronta a tutto! Quando incontra i suoi compagni di squadra lei li saluta sempre gentilmente e dice:<< Ciao, oggi pomeriggio posso allenarvi con voi?>>

<<Ah, ecco la calciatrice che si crede una super portierona, ah, ah, ah!>> rispondono in coro i compagni, sempre pronti alle battute che sanno tanto di presa in giro. Andrea, un po’ dispiaciuta replica:<<Ehi! Che c’è di male se gioco a calcio anch’io?>>

<< C’è che tu sei una femmina e perciò una perdente!! Non potrai mai prendere il posto di Lupo, lui è troppo forte per te!!>>.

Ogni volta Andrea va via triste e sconsolata.

Ogni pomeriggio, dopo la scuola lei si reca sempre da nonna Matilde. Sono molto legate: la nonna è una buona ascoltatrice e dà sempre buoni consigli. Quel giorno Andrea non ne può proprio più. Appena varcata la soglia della nonna urla con quanto fiato ha in gola:<<Basta! Non ne posso più! Tutti mi prendono in giro e mi dicono che non so giocare a calcio e questo solo perché sono una femmina!>>

<<Su non ti scoraggiare: con tanta fatica e un pizzico di sacrificio otterrai ciò che vuoi! Dai, ti aiuto io. Iniziamo gli allenamenti!>> Nonna Matilde, che è una nonna sprint, amante dello sport e della vita all’aria aperta, la invita ad uscire con sé per allenarsi. Siete stupiti? Invece è proprio così, nonna Matilde da quel giorno è diventata l’allenatrice personale di Andrea.

Nonna e nipote iniziano a fare alcuni giri attorno all’isolato, dopo Andrea prende i guanti e inizia con un esercizio di presa, molto semplice. La nonna le tira la palla e lei deve bloccarla. A parte qualche piccola incertezza, l’aspirante portiere se la cava abbastanza bene. Prima di iniziare il secondo esercizio, la nonna monta una piccola porta e lancia alcuni tiri alla nipote, invitandola a pararli. È brava a parare quelli centrali, sia alti che bassi, ma non quelli angolati. Come ultimo esercizio la nonna testa le uscite basse e alte. Andrea non è ancora in grado di eseguirle, dovrà allenarsi un po’ su questo.

Tutti i pomeriggi, dopo la scuola le due si recano nel parco vicino casa della nonna e continuano con l’allenamento. Giorno dopo giorno, con pazienza, grinta e sacrificio, Andrea migliora sempre di più, tanto che l’allenatore ufficiale della squadra sceglie proprio lei come secondo portiere.

<< Avete visto, anche io so giocare! Sarò in squadra con voi durante la partita!>> esclama, tutta contenta, la giovane portiera ai suoi compagni.

Viene il giorno della partita che vale la qualificazione alle semifinali regionali. Lei ha il numero 12, come tutti i secondi portieri. Inizia la gara: Lupo è davvero una saracinesca! Da lui non passa neanche un tiro, neanche all’incrocio dei pali! << Ehi, e tu vorresti prendere il posto di Lupo?>> dice Antonello, un compagno di squadra particolarmente sbruffone. << Non ce la farai mai: lui è troppo forte!>>

Nel secondo tempo, l’allenatore concede dieci minuti ad Andrea che però subisce un goal molto banale. I compagni in panchina e i ragazzi della squadra avversaria ridono a crepapelle per la sua papera.

Quella partita, vinta dalla squadra, finisce miseramente per Andrea che torna a casa davvero scoraggiata: finalmente aveva avuto l’occasione di dimostrare quello che sapeva fare, era stata chiamata in campo e… aveva fallito!

Il giorno dopo la sua più cara amica, Clara, prega suo padre, Nico, un allenatore dei portieri davvero in gamba, di allenare Andrea.

La ragazza, dopo un primo momento di titubanza, accetta contenta: quella è l’occasione giusta per coltivare e dimostrare il suo talento. Il lunedì e il martedì va dal padre di Clara, mentre giovedì, venerdì e domenica continua ad allenarsi con la nonna. La domenica pomeriggio, anche Clara l’allena e nota in lei una grande forza. Allora mostra a suo padre tutte le parate che Andrea riesce a fare: in poco tempo, grazie alla sua tenacia, è migliorata tantissimo!

La squadra di Andrea vince la gara di ritorno e si qualifica in semifinale. L’andata delle semifinali, si gioca in una città lontana ed Andrea non viene convocata. Ma lei non si scoraggia e continua i suoi allenamenti sempre più intensamente, migliorando ancora, sempre di più. A vista d’occhio, è diventata forte quanto Lupo.

Nella gara di ritorno, Andrea è nominata titolare con la maglia numero 1, perché Lupo non è presente a causa della febbre. Andrea inizia a fare delle super parate, tanto che Mario, un altro compagno tra quelli che più di tutti la deridevano, è costretto ad ammettere stupito:<< Ha undici anni come tutti noi, è femmina eppure è più forte di Lupo!>> La partita viene vinta per 3-0 da parte della squadra della nostra portierina. Tutti la portano a casa in braccio, il suo sogno si sta realizzando!

La settimana successiva si sarebbe disputata la finale. Il grande giorno è ormai vicino!

Andrea continua ad allenarsi con instancabile impegno ed il giorno della partita le viene affidata addirittura la fascia di capitano. Lei è contentissima, ma nello stesso tempo, in ansia. Ma quando sta per arrivare allo stadio, ecco che un incidente la blocca per cinquanta minuti. Arriva in ritardo e deve stare in panchina. Al suo posto c’è Lupo che si è ripreso: ha lui la fascia di capitano. Alla fine del primo tempo il risultato è 2-0 a favore della squadra avversaria. Sono troppo forti! Lupo ha le mani rosse, nonostante i grossi guantoni, per le numerose parate effettuate. Nessuno riesce a parare quei tiri così forti! A un certo punto il mister invita Andrea ad entrare in campo. La squadra è molto stanca perché, anche se la loro difesa è ottima, faticano molto in attacco e non riescono a segnare…

Nel secondo tempo Andrea sembra che riesca a volare, grazie alla potenza del suo slancio per parare i tiri avversari. Mancano tredici minuti dalla fine, quando viene fischiato un calcio di rigore per la squadra di Andrea. Lo tira Antonello. Parte la rincorsa…e goal! Spiazza il portiere avversario e conquista una rete.

Mancano solo sette minuti e viene fischiato un rigore per la squadra avversaria. Andrea ha paura, perché sa che non sarà facile parare! Parte il tiro… sembra una velocissima palla di cannone ma Andrea non perde la calma e para. Che parata sulla linea di porta!

Andrea ha salvato la squadra, proteggendo il risultato. Tutti corrono ad abbracciarla << Brava, complimenti!>> esclama Martino. << Sì, davvero in gamba, per essere una femmina!>> replica Mario.

Alla fine della partita, Andrea va da Lupo e, tendendogli la mano, dice:<< Tra maschio e femmina non c’è differenza. Possiamo essere entrambi dei bravissimi portieri!>>

<<Sì, sì, è vero!!> Dicevano tutti.

Da quel giorno Andrea diventa ufficialmente il primo portiere della squadra.

Finisce così la storia di una bambina che ha lavorato tanto per realizzare il suo sogno di diventare un bravo portiere. Fatica e sacrificio sono state le chiavi che le hanno aperto la porta dei sogni, trasformandoli in realtà.

 

Salvatore Caravello

V C Militi

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