Manfredi di Svevia e la creazione di una nuova città: Manfredonia
La Sicilia è stata da sempre terra di conquiste con mescolanze ed arricchimento di culture, che ancora oggi possiamo ritrovare nelle architetture degli edifici delle città ma anche nelle tradizioni culinarie e nei colori nordici di molte persone.
I vari governi hanno spesso apportato diverse problematiche al popolo siciliano, poiché il territorio è stato da sempre considerato una terra da sfruttare e avrebbe potuto far comodo alla realizzazione di progetti di espansione. Un periodo storico di grande crescita, sia sociale che culturale, si ebbe durante il regno di Federico II di Svevia, grande mecenate e sovrano lungimirante, al quale ancora oggi viene dato l’appellativo di “luce del mondo” per la magnificenza di tutto il suo operato.
Il comportamento di Federico II venne emulato da Manfredi, figlio naturale dell’imperatore e di una delle figlie della contessa Bianca Lancia che sposò in punto di morte. Manfredi ricevette un’educazione accurata, godendo degli studiosi della corte di suo padre e completando il suo percorso culturale nelle università di Parigi e Bologna. Egli viene descritto come bello, cavalleresco, amante della musica, poeta, protettore come il padre di scienziati e poeti. Alla morte del padre fu reggente per il fratellastro Corrado IV allora in Germania, fu osteggiato da una parte dei feudatari ma dopo una serie di accordi, varie vicissitudini che dimostrarono la sua sagacia politica, insieme all’appropriazione del tesoro degli Svevi, egli poté riprendere il controllo dell’intero regno.
La vasta trama tessuta contro di lui dalla Chiesa, però, si concretizzò con la sconfitta ricevuta da parte di Carlo D’Angiò durante la battaglia di Benevento del 1266 e la conseguente sua morte sul campo di battaglia. La sua figura e la sua fine sono stupendamente rievocate da Dante Alighieri nel terzo canto del Purgatorio.
A Manfredi è dovuta anche la nascita di una cittadina pugliese, fatta erigere come città demaniale in sostituzione della scomparsa Siponto: Manfredonia. Le sue intenzioni erano duplici: da un lato, creare uno dei più importanti centri di governo di tutto il Regno, secondo gli evoluti canoni amministrativi ormai consolidati dal padre, l’imperatore Federico II, dall’altro, presidiare il territorio la cui posizione era strategica anche per via della vicinanza all’Oriente bizantino.
La nuova città ottenne benefici fiscali che la resero un porto franco e la sua popolazione si accrebbe con il trasferimento di abitanti delle vicine città di San Paolo di Civitate, Trani, Carpino, Monte Sant’Angelo, Barletta, Ischitella, Andria e Corato.
Sin dalla sua costituzione fu dotata di una zecca che coniò e impresse diverse monete quali i doppio tarì, dinari d’oro, di rame e di biglione.
Essa sorge in un luogo salubre, nel quale Manfredi decise di iniziare anche la costruzione di un castello e, nel 2005, venne riconosciuta come città d’arte.
Debora Della Candelora, Mariapia Trifirò 3°CBS