“La pioggia inizia sempre con una goccia…”
Una rivoluzione storica, simbolica, ma con ricadute sulla vita sociale, sul costume e persino sull’economia si sta attuando: anche in Arabia Saudita le donne potranno finalmente guidare, rimuovendo uno dei divieti più odiosi e anacronistici.
La discriminazione della donna è stata ed è ancor oggi uno dei fenomeni negativi che riguarda tutto il mondo. La sua condizione l’ha vista protagonista di molti cambiamenti, spesso positivi, ma con molte conquiste ancora da fare.
Nel passato la donna non poteva esprimere le proprie opinioni ed era considerata quasi nulla rispetto all’uomo tanto che si parlava di sesso debole. Nei Paesi più sviluppati le donne, per raggiungere una posizione sociale dignitosa, hanno dovuto lottare a lungo e hanno condotto moltissime battaglie per la loro emancipazione. Infatti, nel corso della storia la figura femminile ha subito alcune trasformazioni che l’hanno portata a migliorare la sua condizione di vita in una società prettamente maschilista.
Ancora oggi in alcuni Paesi, come l’Arabia Saudita, la donna è sottomessa all’uomo e l’uguaglianza dei diritti col genere maschile è molto lontana.
Poco tempo fa proprio in Arabia Saudita si è fatta festa a suon di clacson come da noi succede solo per la vittoria di una squadra per cui tifiamo. Il motivo di tutto questo? Un decreto emesso dal sovrano saudita Salman che permetterà alle donne di mettersi al volante. La voglia di cambiamento era partita nel 2013 quando una decina di donne decisero di sfidare apertamente le rigide regole mettendosi alla guida senza patente. Quel piccolo passo segnò una rottura anche nell’opinione pubblica essendo finalmente i tempi maturi per il cambiamento in un Paese quale l’Arabia Saudita in cui la società iniziava a presentarsi più giovane e dinamica.
“Le donne non avranno bisogno del loro ‘guardiano’ per prendere la patente” ha ribadito l’ambasciatore di Riad negli Stati Uniti, commentando il decreto del re saudita. Si dissolve così l’incredibile divieto anche nell’ultimo Paese dove era vigente, simbolo di oppressione nei confronti delle donne. Questa svolta fa parte di un programma di riforme molto più esteso: pochi giorni fa il governo aveva infatti permesso alle donne saudite di entrare allo stadio per partecipare alla festività in occasione dell’anniversario della fondazione del regno E’ stato solo l’ultimo provvedimento dell’apertura graduale, ma costante, del Regno saudita, principalmente economica ma anche civile sulla concessione di alcuni diritti, in contemporanea con l’ascesa sempre più dirompente del giovane principe Mohammed bin Salman, 32 anni.
Esiste un mito sulle donne saudite: si dice che dietro ai loro veli si celino donne bellissime. Le donne saudite non sono bellissime, sono donne normali, donne come noi, donne che hanno coltivato la loro femminilità in un modo che noi non sappiamo più fare. È difficile adattarsi ad un regime restrittivo così come è difficile convincersi che la propria identità possa essere attestata solo da tuo marito o padre o fratello perchè all’uomo di diritto appartieni.
Ebbene, questi segnali di cambiamento, seppur legati a motivazioni economiche, siano gocce di una pioggia torrenziale a dimostrazione di una società evoluta oltre i modelli dell’islam radicale.
Maria De Luca IIIC BS