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“Alla luce del sole” – Storia di un prete coraggioso

Continuano al teatro Trifiletti gli appuntamenti della rassegna “Se si insegnasse la bellezza”.

Venerdì 3 marzo è stata la volta della figura di Don Pino Puglisi, la cui storia è stata rappresentata nel film “Alla luce del sole” diretto dal regista Roberto Faenza.

Questo film è tratto dalla storia vera di Don Pino Puglisi ed è ambientato nel quartiere Brancaccio di Palermo.

Don Pino è il prete della chiesa del quartiere e, vivendo a Brancaccio, si accorge che molti bambini della zona vengono coinvolti dalla mafia e hanno la maggior parte di loro genitori mafiosi. Il prete cerca di cambiare il loro modo di agire dicendo che devono andare a scuola perché molti bambini non ci vanno, di andare a frequentare la chiesa e, soprattutto, di non rubare. Le sue prime lezioni sono sull’onestà, la legalità, la fiducia in se stessi, il diritto di vivere liberi e di sognare. A questo mondo si contrappone non solo il mondo mafioso ma anche quello delle autorità che si oppongono alle sue idee.

I bambini e i ragazzi, convinti da Don Puglisi cominciano a frequentare la chiesa che, per loro, nel tempo, diventa un piacere, infatti, molto spesso si divertono a giocare a calcio e i bambini e i ragazzi della parrocchia sono per don Pino una fonte di forza ed energia.

Faenza fa emergere dal gruppo tre ragazzi, che sono particolarmente vicini e cari a don Pino: il duro, almeno inizialmente, Saro, salvato dal carcere; Domenico, il ragazzo con la vita più difficile di tutti che poi accompagna don Pino fino alla sua morte; e il piccolo Carmelo, il discepolo più amato di don Pino.
I genitori, però, non sono affatto contenti che i loro figli frequentino la chiesa e che vengano insegnate loro le parole di Don Puglisi, e, per questo, un ragazzo di nome Domenico viene addirittura frustato con la cintura dal padre.

Don Pino manda messaggi chiari ai mafiosi del quartiere di Brancaccio facendo un discorso nella piazzetta della chiesa anche se sono in pochi ad ascoltarlo. Il suo messaggio, rivolto ai mafiosi, era: “presentatevi alla luce del sole e non agite nell’ombra”.

Il prete rimane sconvolto per l’attentato che ha causato la morte di Falcone e Borsellino e decide di dedicar loro una messa.

Da questo momento Don Pino si rende conto di essere in pericolo e di poter essere ucciso da un momento all’altro.

Il giorno del suo 56° compleanno dei mafiosi lo seguono per strada mentre lui si sta recando in chiesa. Quando lui li incontra dice: “Vi stavo aspettando” e subito dopo viene ucciso. Prima di morire Padre Puglisi sorride ai suoi assassini e il suo sorriso trasforma la vita di chi gli sta dando la morte.L’esempio di Don Pino Puglisi ci fa capire  quanto sia importante il gesto anche di un singolo individuo per cambiare la coscienza degli uomini, gesto che, poi, unito a quello di tanti altri, può creare qualcosa di buono, forte e vincente.

Un film bello e commovente che lascia una grande tristezza e amarezza per la morte così ingiusta di un uomo buono e coraggioso che “non riconosceva il potere della mafia e che con il suo esempio stava invitando la gente del quartiere a riappropriarsi della libertà negata”.

Stefano Lavinio 2^A

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