lunedì, Dicembre 16, 2024
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Esplorare lo spazio per conoscere meglio la Terra

Gli studenti di Trasporti e Logistica incontrano l’ing. Pirrotta dell’Agenzia Spaziale Italiana

“Che cos’è l’uomo, se non un essere inquieto che vorrebbe sollevarsi da terra? Cosa, se non un anelito che si protende verso le stelle?”

spazio,

Così il poeta Kahlil Gibran interpreta il più grande sogno dell’uomo, eterno Ulisse in perenne ricerca di nuovi ed inviolati orizzonti: librarsi versi gli spazi infiniti oltre il nostro pianeta.

E, per parlare di spazio, lo scorso 19 ottobre è stato ospite del Majorana l’ing. Simone Pirrotta, che ha incontrato gli studenti dell’indirizzo Trasporti e Logistica per un seminario sul tema “Esplorare lo spazio: un’opportunità per conoscere meglio la Terra”.

Messinese, laureato in ingegneria meccanica all’università di Catania e con un dottorato di ricerca in ingegneria dei materiali conseguito a Messina, Simone Pirrotta è il responsabile dell’Ufficio Esplorazione Robotica dell’Agenzia Spaziale Italiana, rivestendo un ruolo di primo piano in diverse missioni spaziali internazionali.

Il seminario, grazie ad una comunicazione chiara, immediata e coinvolgente, si è ben presto trasformato in un dialogo tra l’ing. Pirrotta e gli studenti ed ha suscitato riflessioni ed emozioni, che vanno ben oltre gli aspetti puramente specialistici, come attestato dalle numerose e interessanti domande, che hanno prolungato l’incontro ben oltre l’ora inizialmente programmata.

Abbiamo chiesto a Francesca Fleres di raccontare e condividere con noi questa particolare e coinvolgente esperienza.

Se un giorno per un motivo qualsiasi vi chiedessero di viaggiare con la mente, un viaggio che vi porti lontano, ma lontano lontano, in cui poter essere liberi di muovervi come volete, ed essere ondati di immensità e mistero, dove andreste?

Come mai state pensando allo spazio? E come mai proprio lo spazio, che tutti consideriamo come posto immenso e ricco di misteri irrivelabili, dove la mente fluttua in un mare di stelle, pianeti, galassie e corpi celesti?

Per secoli gli uomini si sono interrogati su tale immensità, non riuscendo, tante volte, a capire tutto ciò che si cela al di là di tanti puntini luminosi nel cielo. Noi, alunni del Majorana, abbiamo avuto la fortuna e l’onore di conoscere da vicino l’ingegnere Simone Pirrotta, dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), che ha raccontato e spiegato le missioni spaziali del recente passato e del prossimo futuro.

Esiste da secoli un motore che porta l’uomo alla scoperta di nuove cose e alimenta, anno dopo anno, il progresso della scienza e della conoscenza: questo motore si chiama curiosità.

La curiosità da sempre spinge il cuore e la mente oltre la barricata, conducendo l’uomo a scoprire i tanti misteri mistici e meravigliosi che si nascondono dietro il buio.

Abbiamo avuto la prova che ci sono uomini e donne che si dedicano totalmente alla ricerca e all’esplorazione, studiando continuamente e alimentando la fiamma del sapere che arde per l’umanità. Cercando alternative continuamente, studiando strategie innovative, servendosi delle scoperte già fatte e cercando di usarle per trovare nuovi spiragli di vita e di conoscenza.

Iniziate a lasciarvi cullare dalla consapevolezza che il futuro sta arrivando e corre a velocità considerevoli, perché fino a che l’uomo avrà la passione e la voglia di continuare a nutrire le passioni, la cultura e la voglia di trovare una logica a ciò che non riesce a spiegare, avremo la certezza che tutto sta ancora funzionando.

Nella vita, come nello spazio, tutto è mutabile, tutto gira secondo una logica ben precisa e segue delle orbite ben stabilite, e tutto controbilancia un equilibrio cosmico, accompagnato dal silenzio. Il silenzio è un’arma raffinata e affilata che ti connette direttamente con la tua anima primordiale; per questo molti lo temono!

L’assenza di gravità nello spazio non permette il passaggio delle onde sonore, quindi tutto quello che consideriamo di “interiore” e “personale” viene amplificato notevolmente.

Immagina di fluttuare nel cosmo, lontano da tutti i problemi prettamente terreni, prettamente umani, cerca di pensarti più vicino ad una stella che alla fragilità umana e riscopri te stesso.

Se credi di avere una vita piena di problemi, piena di tristezze e incertezze, catapultati, anche per un secondo, sulla Luna e nota come siamo piccoli e microscopici rispetto all’ambiente cosmico, come siamo frutto meccanico di un sistema che esiste da miliardi di anni, e che di persone come noi ne ha viste tantissime! Accettando tale cognizione riusciamo a vivere meglio, quando ci rendiamo conto che poi nessun problema è tanto insormontabile.

Ad alcuni spaventa sentirsi piccoli rispetto a tutto il resto, ma, secondo me, fa respirare un’aria diversa, un’aria vitale di immensa consapevolezza, che ti porta e renderti conto che non tutto gira attorno all’umanità. Là fuori potrebbe già esistere di tutto: esseri viventi, specie, galassie e chissà cos’altro di estremamente diverso da noi, con tecnologie molto più avanzate o forme di vita estremamente meno evolute e, forse, temiamo proprio questo, la diversità. Sentirsi diversi, non riuscire a instaurare un contatto, non essere comprensibili e, di conseguenza, essere isolati da tutto il resto, che al contrario viaggia ad altissima velocità.

La scienza, la scoperta, il sapere possono diventare motivo di competizione tra compagni di classe, tra nazioni, oppure diventare qualcosa di eccelso, che unisce le menti di persone di tutto il mondo, trasformando la cultura in una danza, che unisce popoli e che contribuisce al benessere di tutta l’umanità.

Da sempre le nazioni hanno fatto della cultura e della scienza strumenti di affermazione e, probabilmente, proprio questo spirito di competizione ha accelerato il progresso.

Ad esempio, la Russia, da sempre un colosso nello scenario politico internazionale, ha ancora oggi delle ambiziose mire espansionistiche spaziali; saranno rispettate?

Infatti, è in viaggio verso la Luna la prima sonda lunare russa, lanciata dopo quasi cinquant’anni. È una missione destinata a dare nuovo slancio al settore spaziale. Il lancio della navicella spaziale Luna-25 è la prima missione lunare di Mosca dal 1976, quando l’allora URSS fu pioniera nella conquista dello spazio.

Proprio questo 11 agosto il razzo Soyuz 2.1b, che trasportava questa sonda di quasi 800 chili, è decollata all’ora prevista (alle 2.10 ora di Mosca) dal cosmodromo di Vostotchny in Estremo Oriente, secondo le immagini trasmesse in diretta dall’agenzia spaziale russa Roscosmos. Pochi minuti dopo, lo stadio superiore Fregat si è separato con successo dal terzo stadio del razzo, è entrato nell’orbita terrestre e ha iniziato la sua rotta di volo verso la Luna.

Il vettore ha raggiunto l’orbita lunare in cinque giorni e ha impiegato poi dai tre ai sette giorni per scegliere il posto giusto prima di atterrare nella zona del polo sud lunare.

Questo lancio rappresenta la prima missione del nuovo programma lunare russo, avviato dopo lo stop a Roscosmos della partnership con l’Occidente a causa della guerra in Ucraina. I russi puntano proprio ad una esplorazione dello spazio profondo, citando: “In futuro, la Luna diventerà un trampolino di lancio per l’esplorazione dello Spazio profondo e di pianeti lontani”, ha dichiarato a “Ria Novosti” Juri Borisov, direttore generale dell’ente spaziale russo Roscosmos, precisando che il lancio di Luna-25 è solo il primo passo di un ambizioso programma di ricerca e sviluppo spaziale.

Solo tre nazioni hanno gestito finora con successo degli allunaggi: l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Cina. India e Russia mirano ad essere le prime invece ad atterrare al polo sud della Luna.

L’ingegnere Pirrotta ha spiegato con passione come gli studi che si stanno attualmente conducendo mirino a trovare acqua, se presente, sotto forma di ghiaccio (e quindi probabilmente veicolata dalle comete, composte da ghiaccio). Sappiamo tutti che sulla Luna è assente l’atmosfera, pertanto si ha una forte escursione termica tra le zone esposte alla luce e quelle invece rivolte verso il buio cosmico.

Sulla Luna la temperatura di una zona illuminata si aggira infatti intorno a +150 °C, quella di una zona d’ombra intorno a -150 °C, non c’è gradualità. Sulla Terra una variazione simile non esiste per l’esistenza dell’atmosfera e degli oceani. I raggi del Sole infatti riscaldano l’involucro gassoso dell’atmosfera, che ridistribuisce il calore a una temperatura media globale di 15 °C. A ciò si aggiunge la presenza termoregolatrice delle masse d’acqua, che accumulano calore nella stagione calda per poi cederlo nell’inverno. Sulla Luna, invece, non è stata sicuramente trovata acqua allo stato liquido.

Al progetto “Moon Village”, che si propone di popolare la luna e conoscerla da vicino, sta collaborando anche l’Italia, in sinergia con altre agenzie spaziali.

Dobbiamo ammettere che, nonostante sia affascinante e misterioso, lo spazio è un’ambiente ostile, cui non è facile adattarsi. L’uomo è stato creato per abitare la Terra e, nel corso dell’evoluzione, si è adattato alle condizioni ambientali terrestri.

Viviamo su un pianeta che, sempre con maggior difficoltà, ci offre le condizioni per la vita. Salvare la Terra significa salvare noi stessi, non il pianeta in sé. Stiamo cercando di curare la Terra dopo secoli di maltrattamenti, ma senza renderci conto che stiamo salvaguardando la nostra personale sopravvivenza, perché la Terra continuerà ad esistere, anche dopo che le condizioni non saranno più favorevoli alla nostra sopravvivenza.

“Non est ad astra mollis e terris via”, ovvero, non esiste una strada semplice che porta dalla terra alle stelle, dunque non convinciamoci che arrivare alle stelle, come al successo nella vita, sia una cosa semplice, cerchiamo di lasciarci ispirare dall’immensità del cielo notturno di notte e puntare a splendere come il sole di giorno, e diventeremo corpi celesti che vivranno per sempre abbracciati all’immensità del creato.

Francesca Fleres, 3 BBS

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