lunedì, Dicembre 16, 2024
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Frammenti di vita: il filo della memoria

Intervista a nonno Carmelo

Due generazioni a confronto grazie ad un’intervista da cui emerge il forte legame tra nonno e nipote. Un legame fatto non solo di affetto ed emozioni, ma anche dalla voglia di condividere esperienze di vita, che spesso gli adolescenti, in un gioco delle parti senza tempo, fingono, più o meno consapevolmente di sottovalutare, per farne in realtà un tesoro prezioso da conservare per tutta la vita e poi tramandare a loro volta.

Intervistatrice: – Buonasera.

Monforte Carmelo: – Buonasera.

Intervistatrice: – Innanzitutto ti ringrazio per il tempo che mi stai dedicando. Spero di farti perdere meno tempo possibile.

Monforte Carmelo: – È un piacere rispondere alle tue domande -.

 I: – Presentati –

 MC: -Mi chiamo Carmelo Monforte, ho 82 anni, sono in pensione, ma per oltre quarant’anni, prima ho insegnato storia e filosofia, poi sono diventato dirigente scolastico.

I: – Com’è stata la tua adolescenza? –

MC: – La mia adolescenza è stata normale, quasi abitudinaria, scuola, studio e gioco all’aperto: quando ero piccolo non c’erano televisori, cellulari, videogiochi. Purtroppo, quando avevo appena otto anni una tragedia ha colpito la mia famiglia mia mamma è morta. Fortunatamente la seconda moglie di mio papà è stata una dolcissima donna che mi ha cresciuto come un vero figlio.

I: –Cosa ricordi della tua gioventù? –

MC: – Finite le scuole medie e i due anni ginnasiali sono passato allo studio liceale. Il liceo Classico “Luigi Valli” ha formato la mia personalità nel senso che ha aperto la mia mente a un vivere più comunitario. In particolare, l’appartenenza alla federazione universitaria cattolica italiana (F.U.C.I) ha contribuito in maniera determinante alla mia crescita ed ha consolidato la personalità. Ricordo ancora con gioia i convegni organizzati dalla F.U.C.I., ma anche i momenti di sana allegria vissuti nell’ambito della federazione.

I: – E dopo gli studi è stato facile inserirti nel mondo del lavoro? –

MC:- Appena un mese dopo il conseguimento della laurea in filosofia ho iniziato il mio percorso lavorativo. Prima ho insegnato per un breve periodo nelle scuole medie e poi negli istituti superiori. Se l’insegnamento nelle scuole medie mi ha aiutato ad istaurare un rapporto di interdipendenza con gli alunni, è stato certamente l’insegnamento alle classi superiori che mi ha forgiato come insegnante ed educatore.

I: – Com’è stato il tuo rapporto con gli alunni?

MC: – Per un 28 enne, a quell’età ho insegnato per la prima volta ad un ragazzo del liceo, non è stato semplice insegnare ad alunni di 18 anni mi sentivo quasi uno di loro e non era semplice essere autorevole con loro. Dopo le prime difficoltà iniziali, credo di aver svolto sempre col massimo impegno e rispetto dei ragazzi l’insegnamento. Insegnare è bello perché non solo crea le future generazioni ma aiuta, essendo sempre a contatto con i ragazzi, a rimanere giovani nello spirito.

I: – E nella vita privata?

MC: Sicuramente sono maturato con il matrimonio e con la responsabilità di non dover pensare solo a me stesso ma anche a mia moglie e ai miei figli. Tre splendidi ragazzi che da un po’ di tempo mi hanno reso nonno. Ho quattro nipoti la più grande di ventitré anni e il più piccolo di due. I primi anni di matrimonio non sono stati facilissimi, anche per le ristrettezze economiche, ma grazie a una splendida moglie che ha saputo tenere unita la famiglia e mi ha aiutato a far crescere i ragazzi con sani principi. Oggi posso ritenermi felice e soddisfatto della mia vita e in particolare contento di condividere da più di 50 anni gioie e dolori con la stessa donna.

I: – Avrei ancora tante cose da chiederti ma è tardi ed è meglio andare a letto, grazie, buonanotte nonno”.

MC: Buonanotte, amore.

Giulia Monforte, 2D CH

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