Tentazioni pericolose
Nella nostra società l’adolescenza è considerata come uno dei periodi più delicati e difficili dell’arco della vita, in cui l’individuo si dedica maggiormente a se stesso, all’amore, alla cura della sua formazione e del suo aspetto, oltre che a cercare di essere accettato in un gruppo, che però va scelto con cura perché durante questi anni si iniziano a fare molte esperienze positive, ma ahimè anche negative.
Tra queste possiamo sicuramente trovare una delle problematiche che maggiormente affliggono la popolazione giovanile, ovvero l’approccio al mondo della droga ed a tutte le complessità che ne conseguono.
Solitamente si può iniziare a fare uso di stupefacenti a causa del contesto sociale o per problematiche connesse a quello familiare, oppure perché si è influenzati dal “branco”, per il timore di rimanere esclusi ed emarginati, o ancora perché ci si vuole fare vedere più forti e superiori, per farsi notare e rispettare. Può anche accadere che un ragazzo si ritrovi in questa spiacevole situazione solo per curiosità di provare… Ma è un errore gravissimo, perché una volta entrati in questo tunnel è davvero difficile uscirne, si rimane intrappolati in un vortice vizioso chiamato “dipendenza”. Tanto che i soggetti che fanno uso abituale di stupefacenti sono definiti “tossicodipendenti” proprio perché la droga non è altro che una sostanza che genera uno stato tossico nell’organismo e ne altera l’equilibrio psico-fisico. E l’uso ripetuto o compulsivo di droga causa uno stato di dipendenza, ovvero la necessità del soggetto di assumere quella determinata sostanza con una frequenza crescente. La dipendenza può assumere di fatto due forme, che spesso si manifestano insieme: quella fisica e quella psicologica. La dipendenza fisica causa disagi come: perdita di coscienza o memoria, sonnolenza, tachicardia, insonnia, fame chimica o anoressia e la cosiddetta “sindrome da astinenza”, ovvero uno stato di malessere generale dovuto alla necessità di assumere la sostanza. Quella psicologica porta a depressione e chiusura in se stessi. L’individuo, cosciente di trovarsi in una situazione sbagliata dalla quale non riesce ad uscire, tende inoltre ad essere spesso più introverso del solito, diventando sempre più stressato e nervoso, arrivando a compiere anche atti di violenza o dei veri crimini, pur di riuscire ad ottenere la propria dose. Fenomeno connesso alla dipendenza è poi “l’assuefazione”, ovvero il fatto che l’organismo si abitua allo stato tossico dovuto all’uso di droga e subentra il bisogno di assumere una quantità sempre maggiore di stupefacenti per ottenere lo stesso effetto delle dosi precedenti, fino a raggiungere lo stato di coma o, addirittura, la morte per “overdose”.
Esistono diverse varietà di sostanze stupefacenti, che possono essere di origine naturale o sintetica. Le più note e di largo uso sono: hashish e marijuana (derivati dalla pianta di canapa indiana o cannabis indica), cocaina (derivata dalle foglie della pianta di coca) e l’eroina (derivata dall’oppio ricavato dal papaver somniferum).
Ad oggi, però, queste sostanze sono ormai affiancate da tantissime altre di origine chimica, dagli effetti incerti e spesso devastanti. Tra queste le più comuni sono l’ecstasy o MDMA, LSD, le metanfetamine in genere e l’ormai nota GHB, meglio nota come “droga dello stupro”.
Nonostante non sia facile, esistono dei centri di recupero per le tossicodipendenze che cercano di aiutare le persone che fanno uso abituale di stupefacenti, facendole uscire da questo tunnel, creando un clima favorevole alla loro “guarigione” e al loro reintegro nella società. Già il solo fatto di uscire dal proprio contesto di vita giornaliero, per entrare in uno controllato e tranquillo, è uno dei modi migliori per tirar fuori la vittima da questo circolo vizioso.
Si deve però fare il possibile per educare i giovani, spesso privi di certe informazioni, a non entrare in questo vortice alimentato da gente senza scrupoli, che ha solo l’obbiettivo di arricchirsi e vede negli adolescenti disorientati e insicuri dei possibili clienti di cui approfittare.
Solo vincendo ogni tentazione e comprendendo che certe strade non hanno ritorno, o lo hanno a costo di tanta sofferenza, sarà possibile attraversare indenni la fase tempestosa dell’adolescenza. La droga non è sicuramente un modo per godersi a pieno la vita, perchè ci sono infiniti modi per cercare o ritrovare la felicità. Bisogna sempre trovare invece la strada dentro di sé, senza scorciatoie, per noi stessi e per chi è più fragile, cercando se possibile di aiutare chi è in difficoltà, senza fargli mancare comprensione, vicinanza e affetto.
Giulia Valenti
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)