sabato, Novembre 23, 2024
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Un sisma catastrofico tra Turchia e Siria

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Lunedì 6 febbraio alle 02:17, ora italiana, un sisma di magnitudo pari a 7,9 ha colpito una vasta regione, al confine tra Siria e Turchia, posta in corrispondenza della placca tettonica anatolica che, a detta degli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), per l’urto ha subito uno spostamento stimato di tre metri circa verso il Mare Egeo. Si è trattato di uno dei più disastrosi eventi sismici degli ultimi secoli e il bilancio in termini di vittime e di edifici distrutti è ancora senza cifre certe. Sembra quasi incredibile, però, che nel 2023 un terremoto possa raggiungere le oltre 45 mila vittime.

Già da un secolo, con lo sviluppo tecnico e tecnologico, l’uomo ha imparato infatti a costruire edifici anti-sismici in grado di ridurre notevolmente i danni e strumenti di prevenzione per allertare la popolazione ai primi segnali. In alcune parti del mondo, soprattutto nei paesi più arretrati, queste misure di prevenzione tuttavia non esistono ancora o sono disattese per superficialità o incoscienza. In Turchia, ad esempio, dopo l’ultimo grave sisma del 1999 la legge prevedeva edifici antisismici, ma così non è accaduto e, mentre ancora si scava tra le macerie per recuperare altri possibili superstiti, il presidente turco si è quindi mosso per individuare i responsabili delle migliaia di vittime e degli edifici rasi al suolo in molte città. Oltre un centinaio di costruttori edili sono stati già arrestati con l’accusa di aver violato le leggi turche in materia di costruzioni, ma preoccupa la situazione in Siria, dove a causa della guerra, si è costruito senza nessun controllo. Più passano i giorni più sfuma la speranza di trovare superstiti.

Un bambino di sette mesi, tuttavia, è stato tratto in salvo nel distretto di Antakya dopo essere rimasto intrappolato tra le macerie per 140 ore, come riporta l’agenzia di stampa statale turca Anadolu. Nel distretto di Nizip della stessa provincia, invece, una ragazzina è stata estratta dalle macerie 146 ore dopo il terremoto. Nella provincia di Hatay, nel distretto di Antakya, un uomo di 35 anni è stato tratto in salvo da squadre di soccorso turche e romene dopo 149 ore. Ovviamente saranno rari altri ritrovamenti miracolosi, e il bilancio delle vittime non potrà che crescere, dando al mondo la terribile misura di un evento naturale di portata eccezionale e catastrofico, pronto a spazzare via in pochi secondi vite e futuro di migliaia di persone.

Pensiamoci, quando corriamo dietro a cose superficiali, e ricordiamoci che basta meno di un minuto per fare crollare tutto.

Mattia Scarpaci

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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