lunedì, Dicembre 16, 2024
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PER NON DIMENTICARE…RIFLESSIONI, PENSIERI ED EMOZIONI

Non ci sono parole per esprimere l’orrore che hanno vissuto loro, persone comuni, con la sola colpa di essere ebrei, zingari, rom e anche omosessuali e disabili…. Gente insomma considerata inferiore alla “razza ariana “che era la razza pura.  Non venivano considerati uomini, non avevano diritti: non potevano accedere ai negozi, non potevano andare a scuola, dovevano nascondersi per non essere presi. La loro vita, soprattutto quella dei bambini così fragili ed innocenti, era un’immensa paura: la paura iniziale di essere presi dalle SS, la paura dell’ignoto che avevano davanti ed infine la paura di morire. Nei Campi di concentramento veniva tolta loro la dignità, la libertà, la propria identità, ogni piccola speranza veniva sopraffatta dalla paura e dal terrore di morire. Come per miracolo il 27 gennaio 1945 ad Auschwitz oltre 7.000 persone vengono salvate dall’ Armata Rossa. Come afferma Jack Adler (un sopravvissuto al campo di concentramento):” Ci sono oltre 7 miliardi di persone su questo pianeta Terra e tutti apparteniamo alla stessa razza: la razza umana. Quindi: “Tratta gli altri come vorresti che loro trattassero te”. Anna Cuffaro classe 3 A Scuola Secondaria di I grado “Verga”

L’Olocausto è il frutto di un progetto di eliminazione di una stirpe senza precedenti né uguali. Il Giorno della Memoria non vuole sminuire gli altrettanti genocidi avvenuti sin dall’inizio dei tempi e che purtroppo ancora oggi avvengono, si offre però di testimoniare la brutalità umana. Siamo stati capaci di sterminare un popolo per la follia di un uomo solo. Dobbiamo riflettere sulle cause di un doloroso passato affinché non si possa ripresentare un altro avvenimento capace di umiliare la razza umana. Identificare gli uomini con dei numeri, considerarli solo per la loro capacità produttiva al servizio del Reich, strappare i figli alle loro madri, essere “arbitri del destino” delle persone e con un semplice “no” privarli del loro futuro… è semplicemente disumano.

Francesca Calabrese classe 3 B Scuola Secondaria di I grado “Verga”

Il Giorno della Memoria rappresenta un momento importante per riflettere sulla violenza e l’odio razziale e religioso. La Shoah è una delle più grandi tragedie della storia umana e ci ricorda l’importanza di combattere sempre l’intolleranza e l’antisemitismo. La memoria delle vittime deve essere un monito per tutti noi per evitare che simili eventi possano accadere di nuovo. Inoltre, la memoria deve essere un atto di solidarietà e di rispetto verso le vittime e le loro famiglie, ma anche un impegno per costruire un futuro di pace e di giustizia. Sebastiano Russo classe 3B Scuola Secondaria di I grado “Verga”

È da tanti anni, sin da quando ho scoperto questa terribile pagina nera della storia, che ogni volta che si avvicina gennaio, nella testa mi tormenta una sola, pungente domanda: perché? Cosa hanno mai fatto di male per meritarsi questo? Come può la mente di una persona anche solo pensare quelle follie?

L’essere diversi è un dono, eppure nella storia la diversità è sempre stata una cosa negativa e anche oggi purtroppo questa idea persiste: il bullismo, il razzismo, le violenze fondate su discriminazioni, in ogni loro forma. La verità è sotto i nostri occhi e la storia purtroppo si ripete. Perché i tempi cambiano ma l’uomo resta lo stesso, con i suoi pregi ma anche i suoi difetti, le sue idee sbagliate e le ingiustizie.

Il ricordo è alla base. Senza il ricordo il futuro è fondato sul nulla.

Tutti da bambini siamo caduti dalla bicicletta; abbiamo pianto, ci siamo rialzati e i nostri genitori ci hanno medicato le ferite. La volta dopo sapevamo che se fossimo caduti, ci saremmo fatti ancora male. Perciò abbiamo imparato a non cadere. Abbiamo imparato dal passato.

È così che dobbiamo agire oggi per evitare un futuro come il passato. E se noi, semplici ragazzi, semplici cittadini, pensiamo di non poter fare niente, ci sbagliamo di grosso. Sono le piccole cose che cambiano il mondo. Tante piccole buone azioni vincono contro le grandi idee sbagliate.

Ho sempre avuto un dubbio riguardo al fatto che siamo tutti diversi ma siamo anche tutti uguali, ovvero come ci si arriva alla via di mezzo, che riesce a incontrare sia l’una che l’altra frase. Ma credo di potermi fermare alla semplice e complessa convinzione che tutti siamo uguali, ognuno con le proprie diversità. Che tutti abbiamo il sangue rosso, ma che scientificamente è diverso da quello di chi ci sta attorno; che abbiamo degli occhi, ma che sono di colori diversi l’uno dall’altro, e che vedono in maniera unica; che tutti abbiamo un naso, ma ognuno lo ha diverso, e ogni naso ha il suo odore preferito; che tutti abbiamo delle orecchie, ma che ognuno sceglie cosa ascoltare; che tutti abbiamo un sorriso, e che solo noi possiamo scegliere a chi darlo.

E anche se l’uomo avrà i suoi difetti, (per carità, non possiamo essere perfetti altrimenti quale sarebbe il gioco?) certi errori si devono assolutamente evitare.

Perché si, saremo pure in tanti, ma la verità è che ognuno è un piccolo mondo, e distruggerlo è semplicemente disumano.

Se solo l’uomo si ricordasse di essere l’unico essere vivente non solo capace di pensare ma soprattutto di amare, riconoscerebbe nell’altro una ricchezza per il proprio mondo e per quello comune, e si impegnerebbe affinché il sacrificio di quelle povere persone non sia stato vano.

Adele Arcoraci classe 3 A

Scuola Secondaria di I grado “Verga”

Devastazione. Distruzione. Rovina. Questo è la Shoah, uno sterminio di innocenti, un calpestamento dei diritti umani, un vero e proprio strazio.

Oggi 27 gennaio, ricordiamo tutti i morti durante questo lungo e triste periodo che ha annientato milioni di cittadini. Oggi ci confrontiamo col lato più oscuro dell’uomo senza un briciolo di pietà e umanità.

Noi tutti abbiamo un fondamentale dovere: quello di eliminare queste atrocità di cui purtroppo il passato è testimone. Tutte le testimonianze e le conoscenze devo essere tramandate, mai dimenticate e devono essere permanenti e indelebili nella storia affinché tutto questo non accada più. Affinché la nostra sia una civiltà migliore dove alla base c’è amore, rispetto e condivisione. Basta discriminazioni, basta genocidi.

Milioni di ebrei sfruttati, privati della loro libertà, della loro identità, della loro dignità, come se fossero degli esseri inutili. Una carneficina. Uno spaventoso massacro. Una strage.

Immedesimandomi in queste persone sento la loro paura, il loro dolore, la loro sofferenza ma riesco anche a percepire la speranza, la speranza di resistere, di sopportare e di ritrovare finalmente le loro vite, un tempo vissute nella normalità. Immagino l’orrore, il terrore e il panico che hanno provato. Quelle situazioni che, come dei flashback, ad intermittenza, sconvolgono ancora le menti dei pochi sopravvissuti.

Immagino le grida dei tedeschi che rimbombano ancora dentro di loro, la violenza e i maltrattamenti subiti.

Appesi al caso, al destino, aggrappati alla speranza e ai ricordi felici che a volte diventavano un pugnale al petto, una lancia che trafigge il cuore.

Ogni giorno e ogni ora pesava su di loro quel terrificante odio latente ed ingiustificato. La vita di bambini, giovani e adulti spezzata a causa della loro religione, della loro fede o del loro orientamento sessuale.

Immagino ancora lo sconforto di quelle persone nel capire realmente e concretamente quando tutte le loro speranze si frantumavano, in un solo millesimo di secondo, con un solo sparo. Ogni forma di ottimismo demolita.

Ma immagino soprattutto il momento in cui veniva detto loro di spostarsi, tutti insieme in un altro luogo. Ecco che lì la speranza ricompariva e cresceva nei loro animi perché ci credevano, credevano di essere liberati, ma purtroppo era tutta una terribile trappola, lì finiva la loro vita, nelle camere a gas o nei forni crematori. In quel momento erano consapevoli che aggrapparsi al caso non era stato più sufficiente, la mano era scivolata, tutto era finito, la speranza svanita.

Maria Pirri classe 3 A

Scuola Secondaria di I grado “Verga”

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