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FESTA DEI DEFUNTI. CHE COSA SAI E CHE COSA E’ RIMASTO DI QUESTA NOSTRA ANTICA TRADIZIONE POPOLARE

Tutto ebbe inizio dalla festa pagana di Halloween. I celti irlandesi festeggiavano il loro Capodanno ogni 31 ottobre, il cui nome reale era Samhain, vale a dire “tutte le anime”. Questo rito si diffuse presto in Europa, andando contro gli ideali cristiani.

Contemporaneamente, intorno al X secolo, Papa Gregorio IV spostò la celebrazione di Ognissanti dal 13 maggio all’1 novembre, per mitigare le influenze pagane rilasciate dall’evento di fine ottobre. Il tutto, con pratiche che miravano alla rievocazione delle anime per ringraziarli dei raccolti dell’anno. Successivamente, si aggiunse la Commemorazione dei Defunti il 2 novembre.

In ogni famiglia, in Sicilia, la sera prima del 2 novembre i bambini recitavano una filastrocca: “Armi santi, armi santi, io sugnu unu e vuatri siti tanti, mentre sugnu ‘ntra stu munnu di guai, cosi di morti mittitiminni assai”. Era un rito per invitare i parenti defunti a mandare loro dei doni.

L’usanza, oltre a commemorare le anime dei propri cari, consentiva di esorcizzare la morte, scostando la paura dal normale flusso della vita.

Tutto consisteva nel mettere “‘u cannistru” sotto al letto, un cesto grande quanto la disponibilità economica di ogni famiglia. Scoccata la mezzanotte, si faceva credere che gli zii, i nonni o qualsiasi altro parente nell’aldilà, uscissero dal “camposanto” per deliziare i “picciriddi” con regali e dolcetti.

Questi ultimi si svegliavano presto il mattino seguente per correre alla ricerca del cesto. Infatti, i genitori dopo averlo riempito durante la notte, non lo riponevano sotto al letto, ma lo nascondevano in un altro posto della casa, per aumentare l’attesa e il desiderio dei propri bimbi.

DEFUNTI,

Una volta trovato il ricco bottino, mamma e papà si recavano con i propri figli al cimitero per ringraziare i loro cari, portando con sé i doni non ancora aperti e accendendo una candela in loro onore. Durante la notte, il paniere veniva riempito con giocattoli acquistati nelle fiere di paese e dolci tipici siciliani. Nello specifico, mamme e nonne preparavano leccornie come la Frutta Martorana, i biscotti Ossa di Morto, Pupi di Zuccaru e Mustazzoli.

Nonostante siano diminuite le usanze siciliane del passato, il 2 novembre rimane ancora oggi una data sentita, i cimiteri vengono adornati da fiori, le fiere cittadine si popolano di gente e le tavole sono imbandite con dolci tipici. Proprio in questa occasione, quest’anno, a Palermo e Catania si svolgerà la Notte di Zucchero.

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