Rosario Livatino eroe Siciliano, “ incontro” speciale con i giovani al teatro Trifiletti di Milazzo
<<Rosario Livatino, eroe Siciliano che ha combattuto per anni la mafia, è il protagonista di un “ incontro” speciale con i giovani al teatro Trifiletti di Milazzo>>
Oggi, noi studenti dell’istituto comprensivo Secondo Milazzo scuola media Luigi Rizzo abbiamo assistito ad una proiezione al teatro Trifiletti di Milazzo, presentata ed introdotta dalla professoressa Romeo, sulla lotta contro la mafia che ha visto come protagonista Rosario Livatino. Quest’ultimo non è uno dei primi nomi che viene in mente quando si parla di eroi che hanno combattuto contro la mafia, ma quello che ha fatto nella sua vita è al pari di quello che hanno fatto i personaggi più emblematici. Chi parlava di Rosario ne parlava come di una persona semplice, modesta; era il più bravo della classe, ma non era solo questo, era anche il compagno che aiutava tutti e fin da ragazzo ha portato dentro di sè il desiderio poi divenuto realtà di diventare giudice. Da quando ha cominciato a combattere il mostro della mafia è sempre stato cosciente che il suo nemico non perdonava; questa consapevolezza non fermò di certo la sua lotta, ma condizionò in qualche modo la sua vita, difatti non aveva una moglie, ma viveva con la sua famiglia. Non avrebbe sopportato di sposare una persona che sapeva già di dover abbandonare, non voleva far soffrire le persone a cui voleva bene, infatti pensava sempre al dolore che avrebbero provato i suoi genitori quando la mafia gli avrebbe tolto la vita. Probabilmente è anche questo che fa di lui un eroe. Ad illustrare la sua vita non sono state solo le parole della professoressa Romeo, ma anche un filmato che vedeva come narratori e testimoni gli insegnati, i genitori e i vecchi compagni del liceo di Rosario. La proiezione si è conclusa mostrando la scena in cui il giudice è in macchina, come sempre senza la scorta, che si era rifiutato di avere, e viene assassinato. Le sue ultime parole, rivolte all’assassino furono: <<Ma io cosa vi ho fatto?>>. Secondo il suo insegnante di filosofia erano proprio quelle ultime sue parole che facevano trasparire in lui un qualcosa di grande.
Quello che questa mattinata ha voluto lasciare in ognuno di noi è la consapevolezza che gli eroi sono persone come noi, gli eroi sono quelli che continuano a lottare anche se sanno già quale sarà il loro destino. Come prevedibile, l’assassinio di Rosario non era stato commesso da una sola persona, il mostro della mafia non si nasconde mai dietro ad una persona sola, anzi, la mafia non fa il lavoro sporco. Questa volta il lavoro sporco è stato lasciato ad un pastore che ha raccontato in breve la sua vita in una lettera rivolta proprio a Rosario. Ha detto che prima era una persona sola, gli unici rapporti umani che aveva erano quelli con gli animali, poi è arrivata la mafia, finalmente si sentiva qualcuno, il male che era in lui aveva preso il sopravvento; tuttavia adesso che aveva fatto quello che aveva fatto si sentiva terribilmente pesante e di certo non era quello che voleva ed è qua che chiede perdono a Rosario e la forza per andare avanti con l’amore e il dolore per ciò che aveva commesso.
Foti Amelia Rita III A Scuola Media “ Luigi Rizzo”