Concluso il Secondo percorso didattico per la formazione iniziale del “Tecnico dell’E-mobility”
Consegnati gli attestati di partecipazione ai 160 corsisti
Con la consegna degli attestati di frequenza in contemporanea in tutte le scuole aderenti, martedì 7 giugno si è conclusa la seconda edizione del “Percorso Didattico Nazionale per la Formazione Iniziale del Tecnico per la Progettazione, Gestione e Manutenzione del Veicolo Elettrico e dell’Infrastruttura di Ricarica”.
L’evento è stato condotto dall’aula magna del Majorana dal prof. Massimo Chillemi, Coordinatore nazionale del corso, alla presenza del Direttore del Dipartimento di Ingegneria di Messina, prof. Eugenio Guglielmino.
Da remoto, oltre a dirigenti e referenti delle scuole che hanno preso parte al progetto, hanno partecipato all’incontro anche il prof. Paolo Cortese, Dirigente scolastico dell’I.I.S. “G. Vallauri”, scuola capofila della Rete e del dott. Leonardo Artico, responsabile della formazione per Motus-E.
Il corso è stato erogato dalla Rete per la mobilità sostenibile nella didattica (Rete E-mobility), in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria di Messina e con l’associazione Motus-E. Al termine di quaranta ore di lezione e di un esame finale,centosessanta studenti provenienti da scuole distribuite su tutto il territorio italiano hanno concluso un percorso formativo unico nel panorama nazionale, che rappresenta un importante punto di riferimento per la formazione legata alla transizione ecologica.
Una Rete per vivere oggi il futuro: Un bilancio di due anni di E-mobility
A ottobre la Rete per la mobilità sostenibile nella didattica compirà due anni, ma ha già promosso e diffuso su tutto il territorio nazionale due edizioni del percorso didattico per la formazione iniziale del “Tecnico per la progettazione, gestione e manutenzione dell’autoveicolo elettrico e dell’infrastruttura di ricarica”, oltre che realizzare tante altre diverse iniziative di sensibilizzazione e costruzione di una cultura della sostenibilità.
Il Majorana non ha partecipato alla fondazione della Rete, inizialmente costituita da tredici istituti piemontesi, ma ne ha fatto parte fin dal gennaio 2021, portando in dote quel pioneristico corso sulla mobilità elettrica che avevo ideato e realizzato in pieno lockdown insieme a Giacomo Risitano, docente del Dipartimento di Ingegneria di Messina, con il patrocinio dell’Associazione Motus-E.
Di quel corso aveva subito compreso le potenzialità Claudio Cavallotto, promotore della Rete, di cui il suo istituto, il Vallauri di Fossano, è scuola capofila. Dopo vari colloqui, Claudio mi convinse a esportare a livello nazionale quel progetto didattico, facendone un esempio di didattica virtuosa e innovativa. Per la prima volta, un gruppo di scuole distribuite sull’intero territorio nazionale, dal Piemonte alla Sicilia, davano vita a un corso sincrono e lo facevano su tematiche legate alla transizione ecologica, con il dichiarato intento di fare cittadinanza attiva attraverso le competenze tecniche.
È sempre stato questo il filo conduttore del corso, contribuire alla costruzione della smart economy attraverso la formazione iniziale di figure professionali tecnicamente preparate ad affrontare le sfide delle nuove tecnologie ma, soprattutto, coscienti e consapevoli del proprio ruolo nella non più procrastinabile società sostenibile.
La sostenibilità si costruisce con la formazione, la cultura e le competenze. Senza questi elementi, rischia di rimanere soltanto un vano compendio di buoni propositi e acclarati principi, se non addirittura di inutili e improduttivi slogan alla moda. Va certamente bene parlare di transizione ecologica e di economia circolare, la sensibilizzazione è un fondamentale punto di partenza, ma non può bastare. La sostenibilità nasce come necessità, ma deve diventare occasione di sviluppo economico e opportunità di promozione sociale e professionale, solo così può diventare appetibile, “conveniente” e, quindi, completamente accettata.
La scuola è certamente il primo soggetto cui spetta il compito di dare sostanza alla new economy, l’economia delle energie rinnovabili, del chilometro zero, della mobilità sostenibile, delle smart city.
Non credo che bisognerà aspettare ancora molto prima che le tematiche della transizione ecologica siano implementate all’interno dei curricoli scolastici, ma nel frattempo il corso nato al Majorana e cresciuto in tutta Italia è il contributo che la Rete offre non soltanto ai propri studenti, ma anche a chi ha il compito di riformare gli indirizzi di studio. Non credo che sia presuntuoso pensare che il corso possa rappresentare un importante feedback di esperienze a supporto dei nuovi itinerari didattici correlati alla sostenibilità, come dimostrano alcuni numeri, che mi sembra importante ricordare.
In due anni di corso quattrocentoventuno studenti di ventitré scuole hanno completato il percorso didattico, conseguendo, a seguito di un esame, un attestato riconosciuto anche in termini di crediti formativi universitari dal Dipartimento di Ingegneria di Messina, che costituisce titolo di accesso per il costituendo Albo dei Tecnici dell’E-mobility della Rete.
Il corso si è avvalso del contributo di quaranta tutor e venticinque relatori, tra cui dieci docenti universitari, sette esperti provenienti dalle imprese e dalle professioni e otto docenti delle scuole della Rete. Si tratta di un mix significativo tra esperienze e stili formativi diversi, ognuno dei quali necessario per conferire al corso la funzione di strumento di collegamento tra la formazione scolastica, il mondo produttivo e l’istruzione universitaria.
Cumulativamente, sono state erogate, a costo zero,12664ore di PCTO, grazie al contributo disinteressato di una pluralità di soggetti.
Sono numeri importanti, che raccontano di un’iniziativa didattica in piena sintonia con le istanze formative provenienti da tutte le componenti della società civile.
È appena finito il secondo corso studenti della Rete, ma già siamo al lavoro per offrire nuove opportunità formative nel prossimo anno scolastico, avvalendoci di collaborazioni consolidate e di nuove partnership.
Mi è impossibile in questo momento ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, a vario titolo, al successo del corso, l’elenco sarebbe lungo quasi quanto i titoli di coda di Star Wars. Credo però di non far torto a nessuno se mi limiterò a ricordare ancora una volta Claudio Cavallotto e Giacomo Risitano. Senza il lavoro di Claudio questa esperienza didattica non avrebbe mai assunto dimensioni nazionali, Giacomo, convinto sostenitore del progetto, è stato determinante nel coinvolgimento di tanti relatori.
Appuntamento all’anno prossimo per un nuovo bilancio.
Massimo Chillemi