La settimana della legalità all’I.C. D’Alcontres
LA SETTIMANA DELLA LEGALITÁ
Negli ultimi anni molti, troppi adolescenti sono stati e sono vittime di bullismo e di cyberbullismo. Possiamo parlare di bullismo quando siamo di fronte ad una relazione di abuso di potere in cui avvengono dei comportamenti di prepotenza in modo ripetuto e continuato nel tempo, tra ragazzi non di pari forza, dove chi subisce, non è in grado di difendersi da solo.
Dal bullismo deriva il cyberbullismo, ovvero un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, MMS, foto, video, e-mail, chat rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi. Di tutto questo si è discusso all’Istituto Comprensivo “D’Alcontres”, in occasione della “Settimana della Legalità”, fortemente voluta dalla nostra Dirigente Patrizia Italia che, ritenendo essenziale informare i ragazzi sull’importanza di prevenire il bullismo e il cyber bullismo, ha organizzato, avvalendosi della preziosa collaborazione della referente alla legalità prof. ssa Rosita Mandanici e dei collaboratori: prof.ssa Antonella Calamuneri e prof. Giuseppe D’Amico, incontri con dei pubblici ufficiali mentre i docenti hanno approfondito queste tematiche facendo visionare ai propri studenti alcuni video formativi. Particolarmente efficace è stato il documentario: “Cyberbullismo in connessione con i giochi estremi ed il reato d’istigazione al suicidio” creato e promosso dal Lions Club. Tre relatori: l’Avv. Eliana Carbone, il Dott. Pino Rotta e la Dott.ssa Giuseppina Latella, quest’ultima è stata Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Messina, sono intervenuti trattando dei giochi estremi e delle sfide online in cui si trovano coinvolti moltissimi giovani nel tentativo di riprodurre quelle challenge. Hanno invitato i ragazzi ad usare in modo consapevole la Rete Internet e li hanno informati sul reato d’istigazione al suicidio. In seguito, ogni classe si è riunita per l’incontro con il Vicequestore Ruvolo, che ha fatto una breve introduzione, dal suo punto di vista, sul bullismo e il cyberbullismo. Inizialmente ha sottolineato che, nel caso in cui noi ragazzi dovessimo essere vittime, dobbiamo confidarci con un adulto che affronterà nel migliore dei modi il problema. Inoltre ha informato i presenti dell’esistenza di un’applicazione per smartphone chiamata “Youpol” che permette all’utente di interagire con la Polizia di Stato inviando segnalazioni (video, audio, immagini e testo) relative a episodi di bullismo, spaccio di sostanze stupefacenti e violenza domestica. Il vicequestore ha anche parlato di quanto sia importante aiutare chi viene bullizzato e quanto sia fondamentale far capire al bullo che sta sbagliando, spesso, ha affermato, quest’ultimi sono ragazzi che assumono tali atteggiamento perché vivono una cattiva situazione familiare e screditare gli altri è per loro l’unico modo per sfogare la rabbia. Quindi bisogna, non solo concentrarsi sulla vittima, ma anche sul “carnefice” stesso che sta cercando attenzioni. Ha continuato dicendo che bisogna fare estrema attenzione quando si naviga in internet perché la Rete, se usata in modo scorretto, è una delle cause più frequenti del suicidio di giovani ragazzi. Per fare un esempio ci ha parlato dei giovani che, succubi, accettano la sfida “Blue Whale” per riscattarsi o punirsi. Per concludere, il Vicequestore ha mostrato ancora una volta la sua disponibilità rispondendo ad alcune domande poste dai ragazzi chiarendo ulteriori dubbi. È stata un’esperienza utile e formativa nella prevenzione del bullismo e cyberbullismo che sicuramente ha fatto riflettere noi adolescenti.
Sofia Napoli Classe III C IC D’Alcontres Barcellona PG
Bullismo e Cyberbullismo
In occasione della settimana della legalità il mio Istituto ha organizzato un incontro con il Vicequestore Antonio Rugolo per discutere sul bullismo e cyberbullismo. Il Vicequestore ha spiegato benissimo l’argomento ed è riuscito a far capire a noi ragazzi la gravità del problema.
Se si è vittime di bullismo o si conosce qualcuno che lo è, bisogna sempre denunciare alle autorità, agli insegnanti e ai genitori, perchè altrimenti non se ne uscirà più e la situazione peggiorerà fino ad arrivare a terribili conseguenze.
Il bullismo è un fenomeno che causa danni fisici, ma soprattutto psicologici, perché la vittima si autoconvince di meritarsi tutte le angherie e le violenze subite dal bullo e si chiude in se stessa; a volte non vuole più uscire da casa o vedere qualcuno.
Il bullismo della rete prende il nome di cyberbullismo. È un fenomeno molto più subdolo, in quanto la vittima pensa di essere al sicuro nella sua casa, ma accendendo il computer si ritrova video o foto personali, postati da qualcuno e, in pochi secondi, la sua vita è rovinata per sempre.
Migliaia di ragazzini si sono tolti la vita a causa di questi “scherzi”, come li definiscono i bulli. Inoltre, come se non bastasse, molti ragazzi vittime di bullismo per “autopunirsi”, poichè pensano di meritare le sofferenze, seguono le cosiddette challenge ovvero delle sfide molto pericolose.
Una molto famosa è la Blu Whale, una sfida nata in Russia che incitava i ragazzi ad autolesionarsi disegnandosi una balena blu con la lametta ed infine li portava al suicidio. Fortunatamente gli autori di questo orrore sono stati arrestati, ma purtroppo le vittime sono state tante.
Sono rimasta davvero colpita dalle parole del Vicequestore. Ritengo che sia una problematica molto complessa, ma spero che le potenziali vittime acquisiscano conoscenze e informazioni che permettano loro di reagire alle violenze subite.
Adele Turrisi III D IC. D’Alcontres.
LA SETTIMANA DELLA LEGALITÀ E CONTRO LA MAFIA
La scuola, la mia SCUOLA, forma e informa, tratta temi importanti durante il corso dell’intero anno scolastico, ma, per sottolineare la gravità di alcune “piaghe” sociali, anche quest’anno, nel mio Istituto, è stata dedicata un’intera settimana ad approfondimenti, dibattiti e confronti su un problema-cancro della nostra amata Sicilia: la mafia!
La mafia è un’organizzazione criminale il cui scopo è lucrare attraverso il racket delle estorsioni, lo spaccio di droga, la prostituzione, gli appalti truccati e altre forme di criminalità.
La storia della mafia italiana non è altro che la storia della nostra stessa società, edificata sulla prevaricazione, sullo sfruttamento da parte dei potenti ai danni dei più deboli e sulla ripartizione in clan di appartenenza di ogni tipo: dalla politica alla massoneria, dalle cosche criminali ai club sportivi.
Nel saggio sulla pubblica sicurezza in Sicilia, Nicolò Turrisi Colonna, barone di Buonvicino scrisse che la mafia sarebbe nata come una delle tante società segrete costituite sul modello francese e carbonaro, per poi trasformarsi rapidamente in una setta armata con tutti i suoi rituali tipici. La mafia non è però rivolta a un passato feudale da ripristinare ma è legata allo sviluppo del capitalismo e alla sua logica dell’accumulazione di ricchezze, con l’uso della paura, della violenza e delle minacce nei confronti degli avversari che in tal modo diventano pedine della malavita organizzata.
La mafia non si è sviluppata esclusivamente in Italia, ma si è estesa in tutto il mondo e persino negli U.S.A. seguendo le orme della malavita siciliana. Infatti, a seguito delle migrazioni verso l’America nei primi decenni del ‘900, fu “esportata” anche la criminalità mafiosa, che cominciò ad entrare nel giro della prostituzione e del riciclaggio di droga.
Tuttavia il governo statunitense attuò delle politiche, che costrinsero i mafiosi a tornare in patria, mafiosi che, comunque, mantennero sempre contatti con gli USA soprattutto a partire dagli anni ’50.
La mafia, purtroppo, è strettamente “legata” alla politica. Infatti, ha stipulato molti accordi con varie autorità politiche, accordi che consistevano in uno scambio di favori. Ad esempio il mafioso, o meglio l’organizzazione mafiosa, permette ad un’autorità politico-giudiziaria di ottenere dei voti o addirittura una vittoria sicura in cambio dell’annullamento di un provvedimento antimafia.
“Cosa nostra”, questa è la denominazione della criminalità organizzata siciliana, è un male che corrode la società dal suo interno. Come una piovra, con i suoi tentacoli, entra nella politica e nell’economia dettando regole a tutela dei propri interessi loschi.
Negli ultimi decenni, lo “Stato” si è mosso, grazie alle imprese di uomini come Falcone e Borsellino che hanno sacrificato la vita per combattere la mafia ma soprattutto uomini che hanno avuto il coraggio di denunciare pubblicamente il fenomeno mafioso.
Contrastare la mafia non è facile, anzi è un compito molto arduo e complesso. Infatti per fronteggiarla non si deve procedere solo ed esclusivamente con la forza, ma con l’educazione e con quei valori di cui al giorno d’oggi non si può fare a meno. Si dovrebbero inoltre scovare le radici più profonde su cui si basa la criminalità organizzata e sradicare così questo orribile male in modo definitivo.
In occasione della Settimana della legalità, la dirigente Patrizia Italia dell’Istituto Comprensivo D’Alcontres, ha organizzato, in stretta collaborazione con la referente d’Istituto prof.ssa Rosita Mandanici, interessanti eventi e iniziative formative. I docenti hanno proposto agli alunni la visione del film “La vita rubata”, pellicola ispirata all’omicidio di mafia di Graziella Campagna, ragazza di 17 anni, impiegata presso una lavanderia di Villafranca Tirrena, uccisa nel 1985 perché aveva scoperto che il suo luogo di lavoro era, in realtà, una copertura per attività criminali.
Nella giornata conclusiva di questa importante settimana, l’Istituto Comprensivo D’Alcontres ha accolto Pietro Campagna che ha raccontato la triste vicenda accaduta alla sorella e l’attività investigativa che ha dovuto svolgere, in quanto carabiniere, insieme al suo avvocato per ottenere nel 2004 la condanna dei responsabili dell’omicidio della sorella ed allo smantellamento dell’organizzazione mafiosa.
Durante l’incontro alcuni studenti gli hanno rivolto delle interessanti domande a cui lui ha risposto con molta disponibilità, grande commozione ha suscitato in tutti i presenti il ricordo della sorella :”Una ragazzina il cui sogno più grande era quello di diventare madre”
Prima dei saluti e dei ringraziamenti da parte dei collaboratori della Dirigente: prof.ssa Antonella Calamuneri e prof. Giuseppe D’Amico, il coro della scuola, diretto dal prof. Sergio Bertolami, coadiuvato dal prof. Luciano Fraida, ha intonato la canzone “PENSA” di Fabio Moro, un vero invito alla riflessione, contro ogni forma di violenza e contro la mafia.
Buttino Carola classe III C
IC D’Alcontres, Barcellona PG