venerdì, Novembre 15, 2024
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La tastiera può essere un’arma affilata

Cyberbullismo. Tutto inizia sui social, posto per molti sicuro, dove puoi esprimere le tue idee, opinioni, emozioni… Ma non sempre hanno questo lato positivo. A volte i social possono trasformarsi in un incubo. Dietro lo schermo a commentare i propri video o post non sempre c’è una persona pronta ad accogliere queste tue sensazioni positive.

Molto spesso tutta questa tua positività dà fastidio a colui o colei che sta guardando, quindi inizia a esprimere opinioni non produttive. Inizialmente dice cose non molto offensive – come “scemo” o “cretino” – ma col passare del tempo ciò cambierà e le parole che non pesavano nulla diventeranno macigni, che intralceranno il proprio percorso di vita.

Cyberbullismo

Quando si é presi di mira da qualcuno, spesso questo qualcuno non agisce da solo ma in branco, facendo aumentare le insicurezze della vittima con foto, video e commenti negativi. Non é facile uscire da questo tipo di situazioni, perché le persone che vedono il tuo video o post, non stanno dove abiti tu o quantomeno vicino alla tua città. No, loro stanno in tutto il mondo e, con le dita, possono digitare quello che vogliono, possono offendere, ferire, e fare salire le insicurezze della vittima. Inoltre oggi si usano gli account fake quindi é più complicato uscire da questa situazione. Si parla tanto di cyberbullismo ma non si fa abbastanza… 

Alcuni possono pensare: “Ma vabbè, sono solo delle persone che scrivono per divertirsi!”. Ma un insulto non é MAI uno scherzo, e non è una cosa con cui scherzare!

Non é facile inoltre fare venire tutto a galla per le vittime, perché è una cosa che non passa in uno, due anni, ma è una ferita che rimane incisa sulla pelle, una cicatrice che, sì, sicuramente diventerà sempre meno evidente, ma c’è e resterà sulla nostra pelle. 

Per sensibilizzare i giovani a questo problema, nei primi giorni di febbraio ogni anno si celebra la “Giornata mondiale per la sicurezza in Rete”. Si parla molto di questo argomento ma, dopo tanti anni, c’è ancora gente senza cuore che non capisce l’importanza di ciò che una tastiera può causare. La tastiera deve essere usata per scrivere, e non per insultare.

Come ha ricordato anche in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo il cantautore Marco Mengoni, “La tastiera può essere un’arma e va usata con la testa”, ma in Italia ci sono due articoli della Costituzione che riguardano questo argomento e, spesso, vengono citati per invocare il diritto a dire ciò che si vuole. Articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Ma ci si dimentica che entra in gioco anche l’articolo 3, che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ciò significa, dunque, che tutti possono esprimere la loro opinione, ma rispettando gli altri. La libertà di una persona finisce là dove inizia la libertà di un altro individuo. E niente giustifica la violenza verbale sempre più diffusa, non solo tra i ragazzi.

E’ ormai un problema grave, ma ciò che è certo è che bisogna intervenire su questi episodi di cyberbullismo o di odio in rete gratuito, perché ce ne sono tanti e le persone, gli haters, che insultano dietro uno schermo vanno punite, molto severamente. Perché esse creano sia problemi fisici, magari dicendo alla vittima che è grasso/grassa, ma anche psicologici, perché nella mente si creano tanti pensieri, uno sopra l’altro, che fanno salire ansie e insicurezze. Così il crescendo di odio che c’è dietro una tastiera non di rado porta al suicidio e molti adolescenti, ma anche bambini, purtroppo ne sono stati le vittime.

Diciamo quindi STOP AL CYBERBULLISMO, e fermiamo con la denuncia chi colpisce nell’ombra scaricando sugli altri la propria infelicità e le proprie frustrazioni.

Elisa Cambria

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G

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