venerdì, Novembre 22, 2024
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A CASTIGLIONE SI RACCONTA CHE LA BELLA ANGELINA E IL SUO DELFINO DI FRANCIA…

Si tratta di una leggenda ambientata a Castiglione, borgo tra i più belli d’Italia, e ce ne parla per primo, l’illustre erudito Castiglionese Anton Giulio Filoteo degli Omodei.

La protagonista è la bella Angelina, bella da morire, sia nel fisico che nel carattere e ci troviamo in pieno Medioevo, periodo di guerre, dame e cavalieri.

Angelina era figlia di Ruggero di Lauria, ricco feudatario del vicino centro di Castiglione di Sicilia, la ragazza apparteneva dunque, ad una nobile famiglia siciliana. Ed ecco che entra in scena il Delfino (ossia l’erede al trono) di Francia il quale si narra che nel 1282, quando era ospite nel castello di Lauria, si innamorò della bellissima fanciulla e ne fu ricambiato.

Egli dovette però, come avveniva a quel tempo, partire in guerra, per lo scoppio dei Vespri Siciliani, e quindi apparentemente i due erano diventati all’improvviso nemici, lei era siciliana e lui francese, ma il giovane le fece una promessa: al rientro dalla rivolta, al suo ritorno in Sicilia l’avrebbe portata con sé (il tutto sarebbe avvenuto entro sei mesi).

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Angelina consapevole di avere il sonno piuttosto pesante, raccomandò alla sua fida ancella Franca, che appena fosse arrivato il suo amato l’avrebbe dovuta svegliare pronunciando le parole:” Franca vigghia” sì addumanu li tri fochi supra la turri di Munti Rutonnu” ovvero “Franca stai sveglia, si sono accesi i te fuochi sul Monte Rotondo”. Si narra che vennero accesi dei fuochi sul Monte Rotondo (precisamente tre), quello infatti sarebbe stato il segnale del ritorno del Delfino, esattamente nel luogo in cui oggi ci sono i ruderi del castello di Francavilla. Il giorno di San Lorenzo (X agosto) Angelina ed altre ragazze, guardavano il cielo, affidandosi a una stella cadente per esaudire i loro desideri. Il desiderio di Angelina venne presto esaudito, ci pensò una stella a renderla felice. Durante una cena da Ruggero di Lauria, padre di Angelina, gli ospiti, tra risate, vino e sollazzi, raccontarono di aver visto un tipo molto strano, che diceva che avrebbe dovuto portare via una cerva che aveva ferito tempo addietro e per questo era tornato. Angelina in mezzo agli ospiti, finse di ridere alle loro battute ma in cuor suo capì che quel tipo strano era il suo bel Delfino, tornato per la “fuitina” e mise sempre l’ancella a vegliare. La fedele Franca una notte, avvertì come promesso, Angelina dell’arrivo dell’amato:” Franca vigghia”, e il Delfino raggiunto il castello le fece scendere dalla torre con una scala di seta, senza farsi accorgere dalle guardie. A cavallo arrivarono a Capo Schisò presso Giardini Naxos. Ad attenderli c’era una barca che li avrebbe fatti fuggire verso la Francia. Nel frattempo il padre Ruggero, allarmato per la scomparsa dell’amata figlia, trovò una lettera in cui Angelina aveva scritto:” Si voi truvari a io figghia Angilina vattinni in Francia e la trovi riggina”.

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Si narra anche che il Delfino di Francia per ricambiare l’aiuto dell’ancella Franca fece fondare il paese di Francavilla. Sono tante le versioni della leggenda e nel passato alcuni fecero risalire il nome di Francavilla all’implorazione “Franca Vigghia”. Oggi molti storici contemporanei ritengono che il nome Francavilla significhi “Franc ville” ossia “Città franca” perché ai tempi della dominazione francese era esente dal pagamento di tasse. Il toponimo di Francavilla non dipende certo dalla leggenda, ma dalle franchigie e i privilegi concessi al nascente borgo verso il 1090 dal conte normanno Ruggero, il quale lo fondò dopo avere incontrato in quel luogo, l’eremita e abate (di cui si hanno scarse notizie) San Cremete. Se la pronuncia in siciliano del nome Francavilla, è Francavigghia, è solo un caso che ha dato forse il via alla leggenda stessa e non viceversa.

Questo storia d’amore che potremmo definire di “gossip medievale” ci ha letteralmente affascinati, indipendentemente da quello che pensano gli studiosi. Leggenda e storia si intrecciano e tutto rimane avvolto nel mistero…a vincere però è il sentimento più nobile fra tutti, ed è questo che conta!

 

Aurora Impalà Aurora Russo Giorgia Coppolino Claudia Castellaneta Classe I B

Istituto Comprensivo Primo Scuola media Garibaldi

 

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