DIRITTO ALLA FELICITÀ
Le nostre scelte sono la chiave del nostro diritto alla felicità. Nell’epoca moderna, a partire dalla stagione dell’Illuminismo, la nozione di felicità ha assunto un significato sociale più ampio, investendo anche la dimensione del pensiero sociale e politico, oltre che filosofico.
Il tema della felicità è entrato anche nell’agenda di molti leader politici. In Francia è stata recentemente costituita una commissione di esperti col compito di studiare e “confezionare” il “PIL” del benessere. Si può dire che non esiste la condizione di felicità assoluta, ciascuno è felice a “modo suo”, per ragioni “proprie” che variano da soggetto a soggetto.
Tuttavia, quando si pensa alla natura della felicità si fa riferimento ad alcune cose concrete: come salute, serenità, intelligenza, cultura, saggezza amicizia, un’esistenza vissuta in pace con se stessi e con gli altri.
Queste cose sono la felicità e sono essenziali e, come tutte le cose essenziali, sono comuni a tutti gli esseri umani.
Ogni uomo non può fare a meno di basare la propria felicità su fattori che sono presenti nella stessa natura umana e, per questi essenziali, e quindi universali per l’uomo.
Lo scopo della vita è certamente quello di vivere nel migliore modo possibile ogni aspetto, ogni momento. L’uomo tende per natura verso il proprio migliore benessere possibile, sia fisico sia psicologico.
Ultimamente questo diritto ci è stato tolto, anche a causa della pandemia: “FELICITÀ” è una parola che la pandemia ha reso stonata, ma che dobbiamo ricordarci.
La felicità si costruisce stando insieme, e anche questo ci è stata tolto…
Ma dobbiamo resistere perché sappiamo che un giorno prima o poi tutto questo finirà e potremmo ritornare ad abbracciarci ed essere felici tutti quanti insieme.
MORENO ORLANDO IV A BS