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Solo la memoria può sconfiggere l’odio e l’indifferenza

La “Giornata della Memoria” si celebra tutti gli anni il 27 gennaio ed è stata istituita per commemorare la Shoah e tutti coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati. “Shoah” è un termine ebraico e viene utilizzato per indicare una catastrofe e venne successivamente usato nel linguaggio comune per descrivere la distruzione pianificata della popolazione ebraica, avvenuta tra la fine degli anni Trenta e il 1945. Lo sterminio degli ebrei compiuto durante la Seconda Guerra Mondiale rappresenta l’inizio della violenza nazista. E la “soluzione finale” della questione ebraica rappresenta il grande orrore della storia umana.

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, la famosa “Notte dei Cristalli”, in Germania si svolse la più dura e violenta manifestazione di antisemitismo, basata su pregiudizi nei confronti dell’ebraismo. Le violenze antisemite provocarono più di 90 morti e 20.000 ebrei arrestati, alcuni dei quali furono portati in campi di concentramento chiamati lager. I primi lager erano stati montati già nel 1933 per rinchiudere i dissidenti politici, coloro cioè che esprimevano critiche al governo. Ma dal 1936 la concentrazione degli ebrei nei campi fu stata organizzata in modo più sistematico e delineato. Al primo campo di Dachau, che era stato allargato, se ne aggiunsero molti altri, come quelli di Buchenwald e di Auschwitz.

Auschwitz

Nei campi di concentramento i prigionieri erano suddivisi in categorie, divisi da un attestato che indicava un preciso gradino della struttura gerarchica: alla base della piramide stavano gli ebrei, poi c’erano gli zingari e gli omosessuali, gli avversari politici, e tante ma tante altre strutture gerarchiche. Questa loro forzata convivenza nei campi portava a denutrizione, malattie dovute alla totale mancanza di igiene e di riscaldamento nelle baracche, lavoro prolungato fino ai limiti fisiologici, continua umiliazione dei prigionieri. Dopo l’esplosione della Seconda Guerra Mondiale, Hitler decise di avviare le operazioni per una “soluzione finale” del “problema ebraico” e fu così ordinato lo sterminio radicale di tutti gli individui di origine ebraica. Nell’estate del 1942 furono quindi preparati in Polonia veri e propri campi di sterminio, che servivano solo per l’eliminazione dei prigionieri, tramite le camere a gas e i forni crematori. Questa “soluzione finale” si dice che abbia provocato la morte di cinque/sei milioni di ebrei ma non solo, perché accomunati nella stessa sorte furono tutti i soggetti considerati indesiderabili dal Reich, colpevoli di inquinare la razza ariana.

Oggi fortunatamente il concetto di razza è stato disconosciuto per fare spazio al principio di uguaglianza di tutti gli individui, ma non si è ancora riusciti a sradicare dalla società l’intolleranza e l’odio per il “diverso”, atteggiamenti che producono a volte fatti altrettanto gravi. Notizia recentissima, proprio alla vigilia della “Giornata della Memoria”, riguarda l’episodio preoccupante che ha coinvolto a Livorno un bambino che, trovandosi in un parco con gli amici, è stato insultato, picchiato e coperto di sputi da due ragazzine appena più grandi solo perché ebreo. Lui neppure le conosceva, ma loro avevano evidentemente saputo del fatto che fosse ebreo. Un’azione odiosa e ingiustificabile di per sé, ma la cosa che mi ha stupito è che non ci sia stata nessuna reazione da parte di altre persone che erano lì presenti. Lui, fa notare il rabbino, si è dimostrato molto maturo perché, da solo, ha saputo gestire molto bene una situazione imprevista e difficile. Ma tutto l’episodio è preoccupante. E questa situazione incredibile, da pelle d’oca, che sembra farci ritornare ai tempi bui, è prova che per odio, ignoranza, superficialità o INDIFFERENZA – ciò che per Liliana Segre fu il male peggiore durante la Shoah – il passato di discriminazione e violenza può tornare a Inquinare la convivenza pacifica tra gli uomini.

Separiamoci quindi dagli errori della Storia, rifiutiamo tutto ciò che è stato fatto di sbagliato ed evitiamo di commettere ancora gli stessi sbagli! Perché la commemorazione del 27 gennaio si rinnovi nel ricordo e non si dimentichi che il male non è mai del tutto sconfitto.

Paola Governali

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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