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Amore non fa rima con morte: riflessioni contro la violenza sulle donne

Il 25 Novembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne per ricordare le donne vittime di atti violenti e di femminicidio.

A scuola, in occasione di questa giornata, abbiamo realizzato diversi elaborati (poesie, racconti, articoli, pensieri, disegni) al fine di avviare percorsi di riflessione e sottolineare l’importanza di questa iniziativa di sensibilizzazione.

Quotidianamente si sente parlare di donne che vengono maltrattate ingiustamente, vengono private della libertà e dei propri diritti. Quasi tutti i giorni la televisione, i giornali e i social raccontano di episodi di donne che muoiono in mano a violenti che spesso sono i mariti stessi, i fidanzati. . . per gelosia, per stalking, oppure in seguito a separazioni e divorzi.

La donna subisce violenza verbale quando viene insultata, minacciata ma è anche soggetta a violenza psicologica se minacciata e ha paura. Spesso la violenza è fisica: le donne vengono picchiate e talvolta uccise per mano di persone che tali non posso essere chiamate.  È brutto pensare che laddove dovrebbe regnare l’amore, come nelle famiglie, i litigi frequenti si concludano in omicidi lasciando vuoti, sofferenze e tanto dolore. Coloro che usano violenza probabilmente sono deboli, hanno problemi nel gestire la rabbia, hanno loro stessi paura di qualcosa o forse paura di perdere qualcuno. Molte volte le donne tacciono e subiscono in silenzio, non hanno il coraggio di denunciare, a volte sopportano per amore dei figli. Ci sono delle organizzazioni che portano avanti iniziative di sensibilizzazione, di aiuto alla lotta contro le violenze e di aiuto alle vittime. È giusto educare al rispetto, all’amore fin da piccoli. È doveroso raccontare, dialogare, non chiudersi nel proprio dolore e nelle proprie sofferenze. Spesso le donne che sono vittime di questi atti irrispettosi sono donne giovani e meno giovani, mamme, figlie. Molte sono le testimonianze di donne che hanno subito violenza e che hanno avuto il coraggio di denunciare. Questi gesti di coraggio devono essere uno stimolo a tutte quelle donne che soffrono in silenzio affinchè possano trovare la forza di ribellarsi e denunciare i soprusi e le violenze subite.

Amato Giada Francesca

Hancha Rima

Classe 2C Scuola Secondaria di primo grado Zirilli

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