Fratelli tutti, la nuova enciclica di Papa Francesco, uno spazio di riflessione sulla fratellanza universale
Con la minaccia del vento e del maltempo e nel rispetto rigoroso delle misure AntiCovid, Assisi, la città della pace ha vissuto la festa di San Francesco, patrono d’Italia, con una maggiore intensità e spiritualità.
Sulla tomba del santo poverello, nella Basilica inferiore, al Sacro Convento, papa Francesco alla sua prima uscita da Roma dalla pandemia e al suo quarto viaggio a Assisi nel suo pontificato, ha firmato l’enciclica Fratelli tutti, resa nota poi la domenica 4 ottobre, stampata in una edizione straordinaria dall’Osservatore romano, che ha ripreso con l’occasione le stampe, e distribuita in piazza a Roma al termine dell’Angelus.
L’enciclica, che prende il nome da una ammonizione di san Francesco, è divisa in 8 capitoli e 287 punti. Un testo corposo che raccoglie le riflessioni iniziate dal papa prime del Covid e proseguite dopo. La pandemia ha mostrato drammaticamente che siamo tutti sulla stessa barca e che il male di uno va danno degli altri.
Papa Francesco si rivolge “a tutti i fratelli e le sorelle”, «a tutte le persone di buona volontà, al di là delle loro convinzioni religiose” e si inserisce nel solco della dottrina sociale della Chiesa, per un futuro “modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana”, per “agire insieme e guarire dalla chiusura del consumismo, l’individualismo radicale e l’auto-protezione egoistica”.
Dopo la Laudato sii, questa nuova lettera dal sapore francescano, esalta la fraternità umana e la cura del creato come unica via verso lo sviluppo integrale della pace. Forte il richiamo alla responsabilità di governanti e politici, il papa infatti insiste sul superamento delle barriere, dei nazionalismi e dei populismi, affinchè le aperture mondiali non riguardino solo i mercati e le speculazioni finanziarie ma favoriscano la globalizzazione della solidarietà.
Il Papa afferma inoltre che se ancora una volta si è sentito motivato da san Francesco d’Assisi, anche altri fratelli non cattolici sono stati ispiratori: Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi. Il vero dialogo –afferma così nelsesto capitolo – è quello che permette di rispettare la verità della dignità umana.
Non si tratta di un bel sogno ma della condizione per garantire un futuro all’umanità.