Il tradizionale pellegrinaggio al Santuario della SS Madonna del Tindari
Una delle antiche tradizioni della cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto è il “pellegrinaggio alla Madonna del Tindari”. Tantissimi pellegrini ogni anno, tra fede e devozione, si dirigono infatti al Santuario della Madonna situato sull’omonimo promontorio nel Comune di Patti. Il pellegrinaggio di solito avviene nel mese di settembre, nei giorni dedicati alla ricorrenza e precisamente il 7 e l’8. La tradizione vuole che folti gruppi di barcellonesi, bambini, adulti e meno giovani di dirigano verso il Santuario a piedi.
L’appuntamento tra tutti i devoti avviene prevalentemente tra le 23:00 e le 24:00 nella notte a cavallo tra il 7 e l’8 settembre, davanti alla Chiesa di S. Giovanni Battista a Barcellona, per chi parte dalla cittadina. Possono poi esserci anche altri punti d’incontro per chi parte dalla “zona marina”, ad esempio piazza delle Ancore a Calderà. Ai concittadini si aggiungono naturalmente centinaia di fedeli provenienti da tutto il comprensorio. Tutte le persone radunate sono allegre e piene di speranza nell’intraprendere quel viaggio che vale la pena fare ogni anno. Si incontrano in tanti, alcuni si conoscono, altri si aggregano con lo spirito di condividere il viaggio. Sicuramente è un’emozione nuova per chi lo fa per la prima volta, invece un’emozione mai dimenticata per chi lo rivive. Durante il pellegrinaggio si prega, si canta…. ma non mancano le note di folklore per soste di riposo o per rifocillarsi. Un viaggio che ognuno, pur essendo in compagnia, intraprende da solo con la propria fede. Un viaggio a cui ognuno dà un profondo significato religioso, a dispetto della banalità e delle cose superficiali quotidiane. Un viaggio che per ogni credente è una sorta di promessa con se stesso, per raggiungere un posto in prima fila davanti alla Madonna di tutti. Santi e peccatori, ricchi e poveri, bianchi, gialli o neri. Tutti davanti ai suoi occhi sono uguali e tutti ugualmente importanti.
Per giungere a destinazione i fedeli devono percorrere un lungo tragitto, attraversare alcuni comuni per arrivare infine alla “Coda della Volpe”, un sentiero pieno di insidie, irto e tortuoso che si inerpica lungo il fianco della montagna. E’ molto stretto, per cui bisogna camminare tutti in fila indiana, quasi a formare una catena umana. Qualcuno dalla stanchezza pensa di fermarsi, sente le gambe pesanti ed il fiato corto… Poi però qualcuno lo trascina incitandolo a non mollare perché la maggior parte della strada è stata percorsa. Alla fine del viaggio si arriva davanti al maestoso Santuario. Le porte sono ancora chiuse. Una miriade di fedeli è seduta sui gradini del sagrato, tutti pronti ad entrare, mentre nell’attesa si odono canti di preghiera. Finalmente si spalancano le porte, si può entrare in chiesa a turno…. E’ una grande emozione, si recita una preghiera ai piedi dell’altare. Tutte le campane suonano a festa per ricordare che quello è il giorno della festa della Madre di tutti. Bisogna fare spazio a tutti per cui, il tempo di una preghiera, un saluto e si riparte per il rientro.. Il pellegrinaggio è un percorso unico, e soprattutto durante la salita l’atmosfera è surreale: prima il buio, il silenzio, solo la preghiera poi le prime luci dell’alba. A questo punto anche la natura si sveglia, si sentono i canti degli uccelli ..e con il sorgere del sole sembra che ogni coscienza si risvegli.
Quest’anno, però, probabilmente a causa della pandemia che stiamo vivendo non è sicuro se il pellegrinaggio sarà possibile. Qualora fosse concepibile, tuttavia, avremo un motivo in più per ringraziare la Madonna, perché è certo che qualcuno lassù ci ama e ci protegge se saremo in grado di rivivere questa esperienza di devozione. In ogni caso, qualora non fosse possibile, potremo comunque fare il pellegrinaggio con il pensiero e con le preghiere. L’importante è farlo in un modo o nell’altro e non perdere questa bella tradizione così emozionante.
Giuseppe Levita
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.