Un 1° maggio da ricordare
Ricorderemo il primo maggio di quest’anno per la sua straordinaria singolarità.
Le celebrazioni della giornata sono state tutte sottotono nei modi, ma non sicuramente nelle intenzioni e negli effetti sortiti.
A cominciare dal consueto concerto, un’edizione davvero particolare in piena emergenza e, dunque, senza il consueto bagno di folla a Piazza San Giovanni a Roma ma ugualmente all’insegna dello spettacolo e dell’impegno sociale. A partire già dall’ospite internazionale Patti Smith alla trentesima edizione del concerto del 1° maggio che, con il brano People have the power, ha incantato rievocando nelle coscienze di tutti, attraverso la suggestiva la canzone, simbolo della forza che ognuno di noi può avere per cambiare il mondo, il valore e l’unicità del genere umano, del popolo, ieri, oggi e domani.
Gli artisti si sono esibiti su palchi veri allestiti in diverse città italiane: Irene Grandi dagli Uffizi di Firenze, Gianna Nannini dalle Terrazze Martini di Milano, Vasco Rossi con un messaggio da casa sua a Zocca. Una lunga diretta dalle 20 alle 24 trasmessa su Rai3 e RaiRadio 2. Il concertone è andato in onda dal Teatro delle Vittorie condotto per il terzo anno consecutivo da Ambra Angiolini
Le varie sigle sindacali, cgil cisl e uil, hanno scelto come titolo “il lavoro in sicurezza per costruire il futuro”. E suona già come un manifesto. Tema centrale come sempre oggi più che mai il lavoro ancora più precario in questa fase.
I raduni si sono spostati dalle piazze, oggi deserte, a quelle virtuali di internet e il tema, a pochi giorni dall’avvio della fase 2, non poteva che essere il lavoro in sicurezza ma anche la necessità di progettare da subito il rilancio del nostro Paese in termini di sicurezza, di definizione di investimenti produttivi e dei settori strategici.
Il messaggio è pertanto la speranza, perché solo il lavoro può ricostruire il futuro attraverso la sinergia fra giovani che corrono veloci e gli anziani che conoscono la strada.
Infine il messaggio più incisivo: l’invocazione di papa Francesco nel giorno della festa di San Giuseppe lavoratore durante l’omelia nella casa Santa Marta. L’uomo – afferma il pontefice – crea con il suo lavoro e questo lo rende simile al Creatore ma la sua dignità troppo spesso viene calpestata quando i lavoratori sono sottopagati senza sicurezza sociale, senza pensione.
Le sue parole, lievi e sospese nel silenzio della cappella, risultano pesanti come macigni che invita tutti a lottare per la dignità del lavoro, perché ci sia il lavoro per tutti e che sia lavoro degno.
Franca Genovese