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Luci e ombre della Resistenza

Ci vollero quasi venti mesi per liberarci da uno dei periodi più bui che la nostra nazione ha vissuto. Nei mesi compresi dal settembre 1943 e all’aprile 1945, uomini e donne, provenienti da tutta Italia, con diversi ideali, i cosiddetti partigiani, si unirono per far fronte a un nemico comune: il controllo dei nazi-fascisti. Impugnando le armi e cantando canti popolari, guidarono la Nazione verso la libertà e l’indipendenza nazionale. La guerra di liberazione, iniziata l’8 settembre 1943, coinvolse oltre 130 mila partigiani, organizzati in un esercito strutturato in divisioni e comandi. Ma i partigiani non avrebbero potuto combattere senza l’aiuto della “resistenza passiva”, composta dagli italiani che non ebbero il coraggio di schierarsi, ma appoggiarono la Resistenza fornendo viveri, nascondendo i partigiani o dando loro aiuto.

Luci e ombre della Resistenza

I partiti antifascisti diedero vita al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), a cui aderirono partiti con ideali totalmente diversi e queste differenze crearono diversi problemi, perché bisognava mettere d’accordo comunisti, cattolici, liberali, socialisti e Partito d’Azione. Ma la questione che più divise il CLN fu la sorte della monarchia. Essa fu risolta grazie alla “svolta di Salerno” del maggio 1944 con un discorso tenuto da Palmiro Togliatti a Salerno. Egli disse che la forma di governo che l’Italia avrebbe dovuto assumere si sarebbe decisa a guerra finita e incitò le forze antifasciste a unirsi per liberare l’Italia.

La Resistenza fu particolarmente forte nel Nord Italia, ma ciò non esclude che anche l’Italia Meridionale ottenne grandi successi, tra cui ricordiamo le “Quattro Giornate di Napoli”, un episodio insurrezionale avvenuto tra il 27 e il 30 settembre 1943 in cui i civili riuscirono a liberare Napoli dall’occupazione delle forze della Wermacht. Nel nord Italia, invece, i partigiani fondarono le Repubbliche partigiane, che però non durarono molto tempo. I nazi-fascisti, in risposta alle vittorie della Resistenza, eseguirono rastrellamenti, ricercavano cioè armi e uomini, che venivano successivamente deportati nei lager, torturati o uccisi. Inoltre i tedeschi e i fascisti arrivarono anche a devastare interi paesi o ad attuare violente vendette contro i partigiani, le rappresaglie.

Luci e ombre della Resistenza

La strage delle Fosse Ardeatine fu l’episodio più drammatico: i partigiani uccisero 32 tedeschi in un attentato e di conseguenza il comando nazista ordinò la fucilazione di 335 italiani innocenti, 10 italiani per ogni tedesco ucciso.

Luci e ombre della Resistenza

Dopo lo sbarco in Sicilia, gli alleati liberarono Roma il 4 giugno 1944 e Firenze il 6 agosto. La loro avanzata si bloccò però sull’Appennino emiliano lungo la “linea gotica”, che venne sfondata nell’aprile del 1945. Quando arrivarono al nord però molte città erano già state liberate dai partigiani, tra queste Milano e Genova il 25 aprile 1945. Il 25 aprile è stato quindi designato come “Festa della Liberazione”. Ma perché è importante festeggiarla?

Oggi si tende infatti a sminuire l’operato dei partigiani a causa delle numerose violenze che alcuni di loro hanno commesso e solo negli ultimi decenni sono state rivelate le pagine oscure della storia della Resistenza. Innanzitutto bisogna ricordare i numerosi scontri tra partigiani che appartenevano a diversi partiti, tra cui le più numerose furono le lotte generate dai comunisti, che volevano instaurare in Italia un regime simile a quello sovietico. Inoltre non si può dimenticare che il numero di partigiani crebbe quando si seppe che il nazi-fascismo sarebbe stato sconfitto e che quindi molti criminali presero parte alla Resistenza solo per commettere rapine e furti. Dopo la liberazione, di conseguenza, alcuni gruppi partigiani in alcune regioni commisero numerose esecuzioni e le vittime, che si stimano essere un numero compreso tra 8.000 e 20.000, furono soprattutto fascisti.

Luci e ombre della Resistenza
Rolando Rivi

Ciò accadeva soprattutto in alcune zone dell’Emilia Romagna, il cosiddetto “Triangolo della Morte”, e secondo alcuni storici queste esecuzioni furono espressione di un avvio di una possibile rivoluzione comunista, che prevedeva l’eliminazione fisica degli avversari. In conclusione vorrei dare una risposta alla domanda che avevo precedentemente posto. Secondo me, al di là delle sue ombre, dovremmo comunque valutare gli effetti della Resistenza, perché grazie ad essa si è avuta una rinascita morale e si é ottenuta la libertà che negli anni del fascismo era stata negata. Non dobbiamo quindi glorificare i partigiani come soldati in una guerra rivoluzionaria, né dobbiamo sminuire e svalutare il loro operato, ma dobbiamo individuare il significato della Resistenza: il raggiungimento dei diritti fondamentali.

Irene Calabrese

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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