L’UNESCO TUTELA LA CULTURA E IL PAESAGGIO
Il 24 ottobre 1945, a quasi due mesi di distanza dalla fine della seconda guerra mondiale, per scongiurare altre guerre future, viene istituito l’Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite), di cui attualmente fanno parte 193 Stati. Esso si preoccupa di mantenere e promuovere la pace e la collaborazione fra i popoli, offrendo una sede in cui affrontare dibattiti e trovare soluzioni comuni a livello internazionale, intervenendo per arginare i conflitti, difendendo i diritti dell’uomo e del cittadino e promuovendo quindi anche lo sviluppo degli Stati.
Gli organi principali dell’Onu sono individuabili in: l’Assemblea generale, che discute di ogni argomento riguardante gli obiettivi delle Nazioni Unite, composta da tutti gli stati membri; il Consiglio di sicurezza, che ha il compito di prendere le decisioni, ed è composto da 10 membri che vengono eletti per due anni, e 5 permanenti (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti); il Segretariato generale, che svolge compiti organizzativi e di mediazione, ed è eletto dall’Assemblea su suggerimento del Consiglio di sicurezza.
Vi sono inoltre delle agenzie che non sono organi dell’Onu ma sono da esso coordinate, e che sono specializzate in un certo settore, tra cui le più famose la FAO (Organizzazione per l’alimentazione), l’OIM (Organizzazione internazionale per le Migrazioni), l’Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia).
Una di queste agenzie, forse tra le più interessanti, è L’UNESCO. Dall’inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, essa si occupa appunto del settore culturale e, come tutte le altre agenzie, si propone di considerare i problemi riguardanti questa categoria, da un punto di vista universale e cercando di trovarne le soluzioni.
L’Atto costitutivo, redatto il 16 novembre 1945, durante una conferenza a Londra (la Conference of Allied Ministers of Education), rappresenta l’ “Atto” di nascita dell’UNESCO, che viene fondato il 4 novembre dell’anno successivo, a Parigi. Il documento viene ratificato da 20 Paesi: Australia, Brasile, Canada, Cina, Cecoslovacchia, Danimarca, Repubblica Domenicana, Egitto, Francia, Grecia, India, Libano, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. La prima sessione generale si tiene dal 19 novembre al 10 dicembre 1946 sempre a Parigi, dove si trova la sede principale.
Il logo ufficiale dell’Unesco rappresenta un cerchio ed un quadrato, che stanno a raffigurare la connessione tra le opere dell’uomo e i doni della natura. Il cerchio raffigura anche il mondo, quindi che il patrimonio culturale e naturale appartiene all’intera umanità, ed è sotto la sua protezione. Il simbolo, con la scritta “patrimonio mondiale” in diverse lingue, è stato ideato dall’artista belga Michel Olyf nel 1978. Gli organismi principali dell’Unesco sono tre: l’Assemblea Generale, che si riunisce ogni due anni con lo scopo di concordare le politiche e le linee guida da seguire, stabilendo programmi specifici e dei budget; Il Consiglio esecutivo, composto da 58 rappresentanti, che si riunisce due volte all’anno per organizzare il lavoro e verificare che le decisioni necessarie siano state prese; la Segreteria, composta dal direttore generale e dal suo staff, che hanno il compito di mettere in pratica gli impegni assunti e dirigere i lavori. Il suo motto è “building peace in the minds of men and women”, cioè “costruire la pace nelle menti degli uomini e delle donne”. Il suo obiettivo principale è, infatti, quello di contribuire alla pace attraverso lo sviluppo culturale e i mezzi dell’educazione, la ricerca e la scoperta scientifica, la comunicazione e il sapere in generale. D’altronde, come diceva Nelson Mandela, “L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”. L’Unesco si occupa di seguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, promuove il diritto fondamentale dell’istruzione dei bambini, previene le catastrofi ambientali gestendo le risorse necessarie al pianeta, protegge la libertà di parola e protegge e salvaguarda i siti che vengono considerati bene e patrimonio culturale a livello mondiale. L’Assemblea generale elegge ogni sei anni i rappresentanti di 21 stati membri che compongono il “Comitato patrimonio mondiale”, che seleziona i siti che devono essere inseriti nella “Lista patrimonio mondiale”, secondo alcuni criteri.
Questi ultimi sono che un sito, per essere patrimonio dell’Unesco, debba: “rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo; mostrare un importante interscambio di valori umani in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi dell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio; rappresentare testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà, vivente oppure scomparsa; costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri una o più importanti fasi nella storia umana; essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture) o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto per effetto delle trasformazioni irreversibili; essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di un significato universale eccezionale; presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica; costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative; costituire esempi significativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini; presentare gli habitat naturali più importanti e significativi, adatti per la conservazione in siti della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione.”
Tutti i siti ad oggi riconosciuti sono 1121, di cui 869 a livello culturale, 213 naturale e 39 misto, in 167 Paesi. Dal 2017 sono in tutto 55 quelli ritenuti in pericolo: 6 in Siria e 5 in Libia, 17 in Africa di cui 5 nella Repubblica Democratica del Congo, 7 nell’America latina e i Caraibi. In Italia abbiamo 55 siti considerati patrimonio dell’Unesco, che fanno raggiungere al nostro paese il primato globale, e siamo seguiti dalla Cina con 50, Spagna con 46, e poi da altri Stati che ne contano dalla quarantina in giù, fino ad arrivare all’ Austria, Bulgaria, Paesi Bassi e Croazia, che sono quelli che ne contano solamente 10. In Italia i siti UNESCO più noti sono il ‘Cenacolo’ di Leonardo da Vinci, le ‘Aree archeologiche di Pompei’, i ‘Trulli’ di Alberobello, il ‘Centro storico’ di Siena e quello di Napoli, che sono solo alcuni dei più noti. Anche il nostro territorio, la nostra bella Sicilia, vanta la presenza di ben sei ‘Siti Unesco’: ‘La Villa del Casale’ di Piazza Armerina, ‘Le Isole Eolie’, ‘Le città barocche della Val di Noto’, ‘Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica’, ‘Il Monte Etna’, ‘La Valle dei Templi ad Agrigento’ e il ‘Percorso Arabo-Normanno di Palermo, Monreale e Cefalù’. Da circa due anni è nato anche un Comitato Unesco giovani, formato da 200 professionisti under 35 sparsi in tutte le regioni d’Italia col compito di diffondere capillarmente i valori Unesco a livello locale attraverso iniziative aperte al pubblico.
Molte sono le particolarità dell’Unesco da scoprire, sia a livello di caratteristiche e di organizzazione interna, sia riguardo ai compiti che svolge, ai progetti di cui si interessa e in particolar modo a tutti i siti considerati patrimonio internazionale.
Ciò perché i principi su cui si fonda e i motivi per i quali opera sono gli strumenti fondamentali di garanzia per una pace solida e duratura del pianeta, a cui tutti possiamo contribuire collaborando anche nel nostro piccolo.
Rita Chiara Scarpaci
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.