La Grande Guerra… fermata dalla forza del Natale
La guerra, sappiamo, scatena odio e distruzione e chi combatte dimentica quasi il suo lato umano. Forse è per questo che ciò che accadde nei due giorni intorno al 25 dicembre del 1914, il primo Natale durante la Grande Guerra mondiale, è passato alla storia come la “tregua di Natale” o “il miracolo di Natale”.
È stato infatti un vero e proprio “miracolo”, qualcosa di mai immaginato in situazioni di conflitto, quello che ha visto protagonisti soldati tedeschi e inglesi, dopo mesi di logorio nelle trincee del “fronte occidentale”, dimenticare di essere nemici per una notte ed un giorno. I giovani combattenti appartenenti ai due diversi schieramenti, da avversari pronti ad uccidere per non essere uccisi negli attacchi per guadagnare anche solo poche centinaia di metri, come se avessero sentito più forte di tutto lo spirito natalizio si sono infatti in quell’occasione lasciati alle spalle una guerra che non avevano mai visto da vicino così carica di odio, una guerra che miracolosamente si è fermata, anche se solo per un brevissimo lasso di tempo, in un clima di pace e fratellanza.
Quella fatidica notte i soldati uscirono fuori dalle rispettive trincee per abbracciarsi e scambiarsi auguri, senza alcuna autorizzazione da parte dei rispettivi comandi e sapendo di rischiare. Ma la forza del Natale fu più forte di tutto. Spontaneamente, forse per il semplice desiderio di dimenticare almeno per poco gli orrori ai quali assistevano quotidianamente, inglesi e tedeschi si ritrovarono ad intonare canti natalizi e scambiarsi piccoli doni intorno ad alberi di Natale realizzati con materiali di fortuna e posti sulle trincee dello schieramento tedesco.
Scene simili furono vissute lungo tutto il fronte e il fuoco dell’artiglieria restò muto per tutto il periodo, le armi furono bandite nella “terra di nessuno”, da dove tutti i corpi dei caduti da entrambe le parti furono recuperati per dare loro degna sepoltura. Quando la notizia venne appresa dalle autorità superiori, trapelata dalle lettere inviate dai commilitoni ai familiari, la reazione fu però molto dura e i comandi dei due schieramenti avversari proibirono qualsiasi futura fraternizzazione fra i fronti nemici, minacciando il ricorso alla corte marziale per gli eventuali colpevoli e l’immediata condanna a morte. La “tregua di Natale”, invece di diventare una sorta di “tregua di Dio” di stampo medievale, restò quindi di un episodio destinato a non ripetersi più nel corso del conflitto. L’odio tra le grandi potenze della Terra per due giorni si era però trasformato in una fraterna amicizia tra i popoli e questo “miracolo di Natale” lascia intravedere come fondamentalmente l’indole umana sia buona.
I soldati del resto erano stati spinti alla guerra dai rispettivi governi e ciò è dimostrato dal fatto che, non appena poterono, corsero ad abbracciarsi e festeggiarono in modo semplice seguendo il vero spirito natalizio di amore e condivisione per il prossimo. Furono per tutti coloro che combatterono nella Grande Guerra anni difficili e molti giovani non tornarono più a casa o, se lo fecero, non erano più gli stessi, ma si può essere certi che, tra i sopravvissuti che si trovarono a viverlo, quel primo Natale al fronte fu sempre ricordato come il più bello della loro vita. Purtroppo però fu solo un bel momento destinato a finire: le armi e i cannoni avrebbero ripreso a uccidere, la prima Guerra Mondiale sarebbe continuata, altre più sanguinose ne sarebbero arrivate e l’odio avrebbe preso il sopravvento senza dare spazio al “miracolo” della fratellanza, senza che la forza del Natale riuscisse di nuovo a vincere sull’ostilità…
Giuseppe Levita
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.