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Il teatro nell’ “Età elisabettiana”: miracolo del ‘500 inglese

Il teatro nell' “Età elisabettiana”: miracolo del '500 inglese

Il “teatro elisabettiano” è stato uno dei periodi artistici di maggiore splendore del teatro britannico e della letteratura inglese in generale. Sviluppatosi a partire dal 1558, durante proprio il regno di Elisabetta I, che lo favorì e lo finanziò, esso trattò temi di ogni tipo privilegiando soprattutto tragicommedia e romanzesco con lo scopo di creare un misto tra qualcosa che iniziava male ma che avesse un lieto fine. Il termine che usiamo tradizionalmente per indicare questo tipo di produzione teatrale è “teatro rinascimentale inglese”, proprio perchè attori celeberrimi in tutta Europa, soprattutto nell’epoca rinascimentale come William Shakespeare, diedero vita a un nuovo tipo di spettacolo.

Il teatro nell' “Età elisabettiana”: miracolo del '500 inglese
William Shakespeare

Prima dell’era del “teatro elisabettiano” erano infatti diffuse le rappresentazioni sacre, interrotte da Enrico VIII dopo lo Scisma Anglicano e bandite da Elisabetta I. Durante questo periodo vennero inoltre costruiti oltre centoventicinque teatri in Inghilterra e si diffuse un nuovo amore per questo tipo di spettacolo e forma artistica. Sono evidenti comunque dei notevoli cambiamenti rispetto al passato. Innanzi tutto le tematiche sono diverse, poichè l’argomento prediletto diventano le tragedie storiche, con relative lotte per patria, amore e politica, ma non venivano più rispettate le “unità aristoteliche”, quindi le vicende non vengono narrate più in un solo luogo ma in tanti, vengono mescolate vicende tragiche e comiche (con conseguente nascita del genere tragicomico) e infine si uniscono vicende verosimili ad altre del tutto fantastiche. Resterà tuttavia inattaccato – stranamente in un’epoca dominata dalla personalità di una grande regina capace di superare la “legge salica”, che riservava il trono ai soli eredi maschi, dimostrando di saper regnare con autorevolezza e capacità per lunghi anni – il divieto di salire sulla scena per le donne, fatto per cui anche i ruoli femminili venivano interpretati da attori maschi.

In generale l’edificio che ospitava il teatro veniva costruito in legno e, ai lati del palcoscenico, troviamo i palchettini dove sedevano le persone più ricche, mentre la parte posteriore del palco veniva divisa in due parti: nel piano inferiore venivano rappresentate scene in sale, tombe, taverne…, mentre in quello superiore si apriva una galleria che veniva usata come luogo svariato: mura di un castello o una terrazza.

La struttura lignea, tuttavia, portò molto spesso alla distruzione in rovinosi incendi di molti dei teatri dell’epoca, tra i quali ci resta ora esempio nel sopravvissuto “Globe Theatre” di Londra, che ne rappresenta un importante esempio. Oltre a Shakespeare, il drammaturgo e poeta più autorevole dell’epoca, altri autori famosi nell’ambito del teatro elisabettiano furono Christopher Marlowe, Ben Jonson e George Champan. Tutti e tre utilizzavano uno stile molto satirico, mentre Shakespeare riuscì invece a creare opere teatrali divenute letterariamente universali, ancora rappresentate in tutto il mondo, attingendo a vicende ambientate nel passato lontano o nel suo vicino presente sulla cui scena si muovono personaggi dalle molteplici sfaccettature con le passioni umane, i vizi e le virtù che non conoscono tempo.

Salvatore Caravello

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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