Matera: la balenottera Giuliana nuotava al posto dei sassi
A Matera, capitale europea della cultura del 2019, milioni di anni fa al posto dei sassi vi era il mare e in quelle acque nuotava una balena azzurra.
A indicarlo uno studio pubblicato sul periodico Biology Letters della Royal Society di Londra dagli esperti paleontologi dell’Università di Pisa con cui si ridisegna l’evoluzione del gigantismo estremo delle balene.
I resti della balenottera azzurra sono affiorati in seguito all’abbassamento delle acque del lago artificiale di San Giuliano per l’erosione dovuta alla diga in un arco di 50 anni. I ricercatori, dopo il suo ritrovamento avvenuto nel 2006, l’hanno chiamata Giuliana proprio in virtù del luogo della scoperta. Il primo a capire che quelle strane ossa emerse dalle acque del lago non fossero quelle di un animale qualsiasi fu un agricoltore.
Ora Giuliana è ritornata in auge. Proprio lo studio dei paleontologi pisani ha permesso di stabilire che la comparsa dei cetacei sul nostro pianeta risalirebbe a oltre dieci milioni di anni fa, forse quindici, e non a periodi a noi più vicini.
Lunga 26 metri e pesante 140 tonnellate, Giuliana è custodita presso il museo Ridola di Matera, uno dei più importanti della Basilicata. I vari pezzi che sono stati salvati e poi catalogati per salvaguardarli sono custoditi all’interno di alcune casse dove ancora si trovano in attesa che si trovino i fondi per effettuare ulteriori studi e indagini.
Renato Sartini, Communication manager per la “Balena fossile di Matera”, denuncia che neanche la designazione di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019 è riuscita a smuovere le “acque” e far tornare a nuotare Giuliana. E allora la speranza è che proprio in virtù dell’innovazione nell’ambito della comunicazione della scienza, facendo navigare Giuliana nel web, si possa presto assistere “al suo grande balzo fuori dalle casse”.