Alla scoperta delle monete europee
Ogni nazione dell’Eurozona utilizza come valuta l’euro. Queste monete hanno due “facce”: una comune a tutti gli Stati e una che cambia in base alla nazione e all’anno di conio.
In Francia, ad esempio, le monete hanno un disegno diverso in base ai “raggruppamenti” che possiamo ottenere dal materiale della moneta. Le monete di acciaio placcato in rame (1, 2 e 5 centesimi) hanno quindi sul loro retro un ritratto della Marianna, simbolo della Repubblica francese, mentre le monete fatte di oro nordico (10, 20 e 50 centesimi) ritraggono un’immagine de “La Seminatrice”. Le monete da 1 e 2 euro, composte di due leghe (nichel-ottone e rame-nichel) rappresentano invece un albero circondato da un esagono, a sua volta circondato dalle parole rappresentative del moto repubblicano “liberté, égalité, fraternité”.
In Germania la logica è la stessa. Sulle monete da 1, 2 e 5 centesimi troviamo un ramoscello di quercia, simbolo della vecchia moneta tedesca, i Pfellig, mentre su quelle da 10, 20 e 50 centesimi troviamo un’immagine della Porta di Brandeburgo, simbolo della separazione e della riunificazione delle due Germanie; sulle monete da 1 e 2 euro vediamo infine un’aquila, da sempre emblema della sovranità tedesca, circondata dalle 12 stelle dell’Unione Europea.
La Spagna non è da meno per il ragionamento, che però vede due serie di monete, in base al re in carica: le monete da 1, 2, 5, 10, 20, 50 centesimi non hanno avuto grandi sconvolgimenti nel cambio di serie, a differenza delle monete da 1 e 2 euro, che vedono nella prima serie il re Juan Carlos I, mentre nella seconda il re Filippo VI. Inoltre sulle monete da 1, 2 e 5 centesimi vediamo la facciata della cattedrale di Santiago de Compostela, gioiello architettonico della Galizia, mentre sul retro delle monete da 10, 20 e 50 centesimi troviamo un ritratto dello scrittore Miguel de Cervantes.
Essendo questi Paesi connessi moltissimo all’Italia e interessati da un movimento consistente e costante di persone che si muovono verso o da essi per turismo o lavoro o svariati altri motivi, non sarebbe quindi molto strano trovare una di queste monete nelle nostre tasche. Proviamo a cercare bene e, chi lo sa, magari ci scopriremo cittadini europei anche in questo senso!
Stefano Pio Lazzara
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.