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Un incontro sulla parità per conoscere la “Carta dei diritti della bambina”

Mercoledì 27 febbraio 2019 alcuni alunni delle classi prime della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto si sono recati nel loro Museo didattico per svolgere un’attività sulla parità di genere e assistere alla presentazione della recente “Carta dei diritti della bambina”.

Quello della parità è stato un argomento interessante e ci è stato spiegato dalla dottoressa Carmen Recupero e dall’avvocato Mirella Bartolone, entrambe rappresentanti dell’Associazione Fi.dapa che ha promosso il progetto. Esse ci hanno fatto capire al meglio l’importanza della parità di genere chiarendo molte idee spesso sbagliate in noi ragazzini.

La donna, infatti, ancora oggi viene trascurata nel campo del lavoro e dello sport. Spesso pensiamo che un certo lavoro, per esempio il camionista, o uno specifico sport, come il calcio o la pallavolo, siano solo per maschi o per femmine e queste idee vengono chiamate “stereotipi”, mentre ci sono anche i “pregiudizi”, ovvero idee che abbiamo prima di conoscere qualcosa o qualcuno.

Come primo passo, dopo aver introdotto l’argomento di cui si sarebbe parlato, abbiamo iniziato a conoscerci, ci siamo disposti in modo alternato, un maschio e una femmina, e la persona seduta prima doveva presentare la persona seduta successivamente. Abbiamo poi scritto su dei foglietti ciò che pensavamo dei maschi e delle femmine e, leggendo, abbiamo notato che molte di queste caratteristiche, attribuite agli uni e alle altre, sono tutti “stereotipi”, tranne il fatto che i due generi sono sostanzialmente uguali.

Abbiamo quindi capito bene come le donne vengono il più delle volte sottovalutate quando potrebbero fare grandi cose. Per esempio Michelle Robinson, diventata First Lady in quanto moglie di Obama, da piccola veniva scoraggiata dai maestri e dai professori perché non aveva voti abbastanza alti per raggiungere i suoi obbiettivi e perché era inoltre una bambina di colore. Però Michelle era aiutata dai genitori che credevano in lei, così migliorò i suoi voti e si laureò, diventando avvocatessa; conobbe Barack Obama quando ancora lui era uno stagista, si fidanzarono e insieme furono eletti per ben due volte come Presidente e First Lady degli Stati Uniti. Michelle Obama ha istituito anche il “Let girl learn”, un’associazione per aiutare più di trenta milioni di ragazzine che non possono andare a scuola, e racconta loro di non arrendersi mai e di raggiungere sempre i propri obbiettivi. Abbiamo poi parlato di Giuseppina Bolognana, che crebbe in un orfanotrofio di Catania ma fu originaria di Barcellona Pozzo di Gotto. Da bambina aveva il sogno di diventare un soldatessa e di liberare la Sicilia dall’occupazione dei Borboni, e questo in un certo senso si avverò, perché durante una battaglia sparò una palla di cannone su dei soldati borbonici, così i siciliani vinsero ed ebbero la libertà. Quando fu grande lavorò come cameriera e dopo come stalliera di carrozze, che al suo tempo era un lavoro ben pagato, ma soprattutto divenne un’eroina dell’Unità d’Italia.

Guardando poi la pubblicità della “Settimana enigmista”, ci siamo accorti che anche là ci sono degli stereotipi, perché sono presenti dei riferimenti alle faccende domestiche, che vengono associate alla donna, e al lavoro, che viene associato all’uomo. Per abituarci a non cadere nell’inganno dello stereotipo abbiamo quindi giocato all’ “indovina chi”, attività in cui le esperte ci davano degli indizi su persone famose e noi dovevamo indovinare di chi si trattasse. I primi indizi erano legati a un danzatore e, dato che i ballerini non sono tutti di sesso femminile, abbiamo provato a dire “Roberto Bolle” e infatti abbiamo indovinato.

Carolina Morace

Gli indizi però riferiti a un calciatore ci hanno messo un po’ in difficoltà, perché non abbiamo tenuto conto che i calciatori non sono solo maschi, quindi abbiamo provato con Luca Toni e invece era Carolina Morace. E come Carolina Morace c’è anche Sara Gama, che gioca nella Juventus, la squadra bianco-nera.

Alla fine dell’incontro, che doveva anche prepararci a riferire ai nostri compagni su quanto appreso e poi produrre insieme dei lavori originali sull’argomento per un concorso dal titolo “Siamo tutti uguali? Rispettiamoci nelle differenze”, le esperte della Fidapa ci hanno raccomandato di essere sempre attenti a questi stereotipi e di essere noi i vigili del presente e del futuro perché, come un vigile dirige il traffico, noi dobbiamo dirigere la parità di genere e difendere e diffondere la “Carta dei diritti della bambina”, per promuovere così la vera uguaglianza tra gli esseri umani.

Chiara Munafò

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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