martedì, Novembre 5, 2024
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A Carnevale ogni scherzo vale… ma senza esagerare!

Ogni anno dopo le festività natalizie, la settimana più attesa da tutti grandi e piccoli è il Carnevale, la festa più colorata in cui ogni cosa è permesso: mangiare, travestirsi, scherzare, e, come afferma il motto “a Carnevale ogni scherzo vale”, si vivono momenti di spensieratezza quasi di follia.

Il Carnevale offre la possibilità di mascherarsi per un giorno trasformandosi nel personaggio che si vuol essere, cambiando identità.

Si sa che è una festa molto divertente soprattutto per i bambini, ma anche gli adulti non si tirano indietro e sono pronti a mascherarsi e a festeggiare. Riferendosi all’ultimo banchetto prima di entrare nel periodo di Quaresima, e quindi al“martedì grasso” che precedeva il “mercoledì delle ceneri”, si tratta dunque di una festa tipica dei Paesi a tradizione cattolica anche se, come spesso accade, la sua storia è stata “rielaborata”. Ma quindi ci possiamo chiedere quando è nato il Carnevale? I festeggiamenti per i Carnevale richiamano infatti festività molto antiche come i saturnali nell’antica Roma o le feste in onore di Dionisio nel mondo greco, che avevano in comune il travestimento in cui i servi potevano diventare padroni e viceversa .

Roma, festa dei Moccoletti 1852

Esso univa i riti di fecondità con l’allegria e si festeggiava il risveglio della terra dal sonno invernale. Nel Medioevo il Carnevale continuava a garantire allegria, gli uomini si comportavano da folli ed era lecito per una volta all’anno. Durante il Rinascimento si giunse ai “Trionfi”, ovvero mascherate di carri, accompagnati da banchetti e balli.

Intorno al 1600 si afferma la Commedia dell’Arte, ossia uno spettacolo teatrale in cui gli attori indossavano maschere e costumi per interpretare dei personaggi dal carattere ben definito come il padrone, il servitore, il sapiente, l’imbroglione.

Arlecchino

Proprio in questo periodo, ispirate dai teatri, nascevano le maschere italiane più celebri come Arlecchino, Balanzone, Pulcinella, Colombina, Pantalone, che incarnavano virtù e umani difetti sotto forma di scherzo. In Sicilia nasceva la maschera di Beppe Nappa, un servo che per il carattere molto pigro, non eseguiva gli ordini che il padrone gli assegnava. A Beppe Nappa piaceva molto dormire e si occupava solo della ricerca di cibo essendo molto goloso.

Peppe Nappa

“Nappa” in siciliano significa “la toppa dei pantaloni”, un nome che sta a rappresentare le sue origini povere. Il costume di Peppe Nappa è rappresentato da un vestito azzurro con dei grandi bottoni, una fascia al collo e delle maniche e dei pantaloni molto lunghi fino alla caviglia. In testa porta un cappello e ai piedi indossa delle scarpe bianche.

Oggi il Carnevale resta una festa molto sentita in Italia e nel mondo. Festeggiamenti, carri allegorici, maschere, coriandoli e stelle filanti sono elementi costanti, inoltre ogni città ha le proprie tradizioni. Il Carnevale di Venezia mantiene vive antichissime tradizioni, come la “Festa delle Marie” ed il “Volo dell’Angelo” in piazza San Marco.

Carnevale di Viareggio

Anche la città di Viareggio celebra il Carnevale con un’imponente sfilata di carri allegorici: si tratta di enormi e spettacolari costruzioni in cartapesta a tema satirico sia politico che sociale e le loro sfilate sono accompagnate da balli. Tra i più suggestivi Carnevali d’Italia ricordiamo infine anche quello di Acireale in Sicilia: antichissimo e ricco di tradizioni, prevede anch’esso la costruzione di carri allegorici in cartapesta che vengono poi fatti sfilare in parata lungo le strade della città; ad essi si affiancano i “carri infiorati”, ossia dei carri le cui figure sono composte da una moltitudine di fiori sgargianti e luci colorate.

Aspetto con gioia l’arrivo di questo periodo perché la mia città cambia volto le strade sono piene di bambini travestiti e poi perché l’ultima settimana le vie sono percorse dalla sfilata dei carri a cui io partecipo con la scuola di ballo che frequento. È bellissimo e mi diverto come una pazza… naturalmente senza mai esagerare!

Miriana Furnari

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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