Il coraggio di informare
L’art.19 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo recita che “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare,ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. A 60 anni dalla promulgazione di questi principi, questo diritto ancora oggi èperò spesso disatteso o dimenticato. La libera informazione, punto di forza della democrazia e di un concreto sviluppo socio-economico, rappresenta la prima minaccia per i regimi antidemocratici che la temono, limitandola attraverso atti di controllo e censura. Attacchi alla libertà di stampa e di espressione sono così all’ordine del giorno in ogni continente. Le nuove guerre per il diritto all’informazione esplodono all’interno delle società civili nche quelle più progredite. Vittime di queste violazioni dei diritti umani sono soprattutto i giornalisti indipendenti : i freelance, mal visti da coloroche detenendo il potere non tollerano grida di contestazioni e denuncia, voci controcorrente che svelano scomode realtà. Minacce personali e alle famiglie, ferimenti, violenze, attentati, sequestri e omicidi, rendono sempre più pericoloso il lavoro giornalistico. Nonostante la globalizzazione, nonostante l’apertura alla libera circolazione dell’informazione, nonostante l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali ed elettroniche, c’è ancora molta strada da fare per superare ostacoli e contraddizioni che frenano la libera espressione e la diffusione dell’informazione. Accolto e acclamato come fonte inesauribile di conoscenze e propagazione di “idee”, anche Internet è presto caduto, a tutti gli effetti, nella rete della censura. Infatti è bastato poco perché quello che era stato eletto campo indiscusso di libera espressione giornalistica, dove i professionisti, censurati sui media tradizionali, potevano muoversi senza limiti, diventasse strumento di un più sofisticato controllo. Chat sorvegliate, siti bloccati, forum inaccessibili, motori di ricerca sottoposti a filtri. Il controllo della Rete diventa fenomeno naturale, all’ordine del giorno. Nonostante ciò la diffusione dell’informazione in rete cresce sempre più. Già nel 2008, infatti, i giornalisti online hanno superato i colleghi della carta stampata e altri media. Purtroppo la censura continua a mietere vittime, tanto che l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Louise Arbour, ha fatto riferimento a questa forma di censura nella “Giornata mondiale per la libertà di stampa” : “È triste che molti governi persistano nel minare la libertà della stampa di riportare fatti e opinioni e, di conseguenza, il diritto delle persone di essere informati in merito a eventi e politiche che stanno plasmando il nostro mondo….”. Le minacce alla libertà di stampa provengono anche dall’interno del complesso mondo dell’informazione e degli informatori. Non sono rari i casi in cui il giornalismo, per paura di ritorsioni, si piega alle richieste dei forti poteri, perdendo il senso della sua stessa esistenza, con grave danno per la società civile. Spesso in questa realtà di accettazione di informazione occultata o mascherata viene a mancare la totale e spontanea libertà di stampa e si assiste quindi a un livellamento verso il basso dell’informazione, che si trasforma in informazione vuota, asettica e spesso corrotta. Eppure la libertà dell’informazione è riconosciuta come diritto fondamentale, come si può leggere anche nel “Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici”, entrato in vigore nel 1976, e nella “Convenzione europea sui diritti umani”. In Italia poi la libertà di parola e di stampa sono state garantite già dal 1948 dall’articolo 21 della Costituzione, in cui si dichiara “il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e la libertà della stampa “non soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Cosa ne sarà quindi in futuro dell’informazione? Cosa ci è dato sapere? Quale verità? Conosceremo solo quello che vogliono farci sapere? Un nuovo “Grande Fratello” di stampo orwelliano manipolerà le nostre menti? Eppure da sempre l’informazione è stata fonte di crescita e di sviluppo delle civiltà. Questo non andrebbe mai dimenticato, tuttavia sempre e comunque nel rispetto della Verità e della dignità umana e personale.
Santi Scarpaci
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.