#nonènormalechesianormale
Donna uccisa dal marito. La cronaca anche oggi riporta un altro caso di femminicidio. Il giornalista continua con la notizia, dicendo che la coppia era in procinto di separazione ed il marito, violento e con tante denunce, non accettava il divorzio. Ancora una volta una donna ammazzata da un compagno aggressivo… ancora una volta un uomo che non rispetta la donna. Le statistiche sul femminicidio fanno paura, in media sono uno ogni due giorni e in totale negli ultimi cinque anni 725! Ma perché bisogna ricorrere alla violenza quando una compagna è stanca di sopportare umiliazioni e botte? Penso che il tutto nasca da un fatto culturale ed educativo per quanto riguarda il sesso maschile. Molti maschietti, infatti, sin da piccoli non sono stati educati al rispetto delle loro coetanee, iniziando già da quando un bambino fa i capricci e la prima cosa che gli viene detta è “Che piange come una femminuccia”, come se la costante di tutte le bambine sia il pianto o i capricci! Man mano che cresce, poi,il figlio inizia con richieste che vengono sempre soddisfatte dai genitori fino ad arrivare che tutto gli sia dovuto! Figuriamoci sentirsi dire “NO” da una compagna! Il rifiuto fa scattare una violenza che porta ad eliminare la donna. Non servono a niente le denunce, spesso è una lotta contro i mulini al vento! Ho sentito di troppe donne che hanno chiesto aiuto e che sono state lasciate da sole. Per molte è stata una morte annunciata, poichè dopo aver denunciato sono state uccise barbaramente dai compagni. Non bastano i palloncini durante i funerali, i cortei per manifestare l’orrore di queste morti, che non avranno una giustizia adeguata, né tavole rotonde con discussioni di psicologi, sociologi, ma ci vogliono azioni più decisive con pene severissime, perché la vita di un essere umano non può valere qualche anno di galera oppure una diagnosi di seminfermità mentale per cui l’assassino diventa quasi una vittima, mentre invece non è così, perché ha pianificato tutto in modo razionale. Certo pian piano qualcosa si sta muovendo, le donne non stanno più zitte, pochi giorni fa una donna ha avuto il coraggio nel denunciare suo marito che l’ha picchiata così tanto da farla finire in ospedale… Il coraggio l’ha avuto grazie alle forze dell’ordine e ai parenti che non l’hanno lasciata sola e che hanno testimoniato le violenze subite. Nel nostro paese l’hastag di quest’anno è #NONÈNORMALECHESIANORMALE, associato al rossetto rosso messo sul viso per ricordare le vittime. Si è mobilitato tutto il mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport… tutti contro la violenza di genere. Il messaggio è forte. Le donne non devono subire in silenzio, lo devono fare prima per loro stesse perché il loro coraggio sarà d’esempio per milioni di donne. Anche la nostra scuola, per ricordare il 25 novembre, ha attaccato su ogni porta delle sagome di donna con il disegno di un cuore dentro il quale c’è scritto #DON(N)A IL TUO CUORE. Ed io aggiungo: “dona il tuo cuore donna, non sacrificare la tua vita!”
Chiara Palella
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.