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Mohandas Karamchand Gandhi

Mohandas Karamchand Gandhi nasce a Porbandar (India) il 2 ottobre 1869 e muore a Nuova Delhi il 30 gennaio 1948, assassinato da un fanatico induista mentre si incamminava per andare a pregare nel giardino in cui era solito. Noto come Mahatma (Grande Anima), Gandhi fu un grande avvocato, politico e e teorico della lotta non violenta. Mandato a studiare in Inghilterra, fu uno dei più bravi studenti del suo corso e della sua università, dove acquisirà anche uno stile di vita ben diverso da quello indiano.

Secondo le usanze del suo paese, infatti, solo ragazzo si era sposato all’età di 13 anni con una sua coetanea, figlia di uno degli uomini più ricchi di Porbandar, e da lei ebbe poi cinque figli maschi, di cui il primo morì per la giovane età della madre. Proseguiti comunque gli studi, durante il suo primo incarico di lavoro in Sudafrica, Gandhi viene a contatto con il pregiudizio razziale verso i neri di carnagione ma anche tutti in non-bianchi, quello che sarà insomma l’apartheid. Dopo il ritorno con la famiglia in India, egli decide allora cosa fare del suo futuro: liberarsi di tutto ciò che viene prodotto in Gran Bretagna o nelle sue colonie per contrastare il predominio della “grande nazione”, a cominciare dai vestiti prodotti dagli indiani ma falsificati come “made in Gran Bretagna”. Dal 1917 al 1949, quindi, Gandhi “lotta” pacificamente per l’indipendenza dell’India dal dominio britannico. Dopo un lungo sciopero da lui promosso, ad esempio, istruisce i contadini su ciò che dovessero fare e, dopo 21 giorni di carestia, ottiene un accordo con il governo britannico che gli concede una tregua. Da quel momento il Mahatma viene riconosciuto in tutta Europa e India con il nome di Bapu, nome attribuitogli precedentemente dal padre.

Nel 1930, in particolare, guida “la marcia del sale”, che consistette in un lungo cammino pacifico verso il mare con lo scopo di non comprare più il sale prodotto in Inghilterra ma producendolo da loro stessi in India. Dopo il massacro di Amritsar, in cui molti uomini protestanti vennero uccisi dai soldati britannici, Gandhi rifletterà molto sull’uomo e sui suoi privilegi. Egli sa che l’uomo è migliore di ciò che fa, e non il contrario.

Come viaggio spirituale si dirige quindi a Roma con lo scopo di incontrare Papa Pio XI, però non lo farà poiché non gli viene permesso, visto che, secondo le guardie, possiede degli abiti inappropriati. A malincuore Gandhi se ne va, ma niente gli impedisce di poter ammirare le bellezze opera degli artisti rinascimentali. Dopo aver osservato “Il Giudizio Universale” di Michelangelo, in particolare, si inginocchia piangendo e sostiene, sorridendo: “Non si può fare a meno di commuoversi fino alla fine”.

funerali

Già dal 1934 fanatici religiosi cercano di assassinarlo consapevoli della sua importanza, ma al momento non ci riusciranno ed egli sarà importante durante la seconda guerra mondiale poiché espresse la sua opinione e la sua tristezza per i fatti che accadevano in Europa. Nel 1947, alla fine del conflitto, Lord Mountbatten riceve dal governo britannico l’incarico di governare e di preparare l’indipendenza dell’India. Da qui nasce, però, una nuova vera e propria guerra civile: i musulmani si dividono dagli induisti, di cui Gandhi faceva parte, e da quel momento si stabiliranno a nord, in Pakistan; gli induisti, invece, resteranno nel sud, l’attuale India. Non sarà una separazione facile e ci saranno molte vittime e violenze. Il 30 gennaio 1948, in un clima di grande tensione per la divisione del paese, mentre Gandhi, accompagnato dalle sue pronipoti Manu e Abha, si incammina verso il giardino in cui era solito pregare, viene ucciso da tre colpi di pistola caricati da un fanatico induista. Profeta della lotta non violenta e pacifista, era solito sostenere: “Nessuno può farti più male di quello che fai tu a te stesso”. Gandhi muore ma il suo messaggio di pace è arrivato molto lontano e ci parla ancora.

Francesco Munafò

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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