Raccolta differenziata a Barcellona: disagi e prospettive
Da circa quattro mesi la città di Barcellona Pozzo di Gotto ha iniziato la raccolta differenziata. In pochi giorni la ditta al servizio dell’ambiente Dusty S.r.l. ha tolto tutti i bidoni della spazzatura e consegnato alle persone il kit per la differenziata che comprende un bidone dell’organico con gli appositi sacchetti biodegradabili, buste molto resistenti per plastica, carta, vetro, alluminio e indifferenziato. Insieme al kit è stato consegnato anche il calendario con le tipologie di materiali raccolti nei vari giorni della settimana. La maggior parte dei cittadini barcellonesi, piano piano, ha imparato a selezionare e differenziare la propria spazzatura:
in alcune zone della città è stata attivata la raccolta “porta a porta” (la sera le persone collocano i materiali differenziati sotto il numero civico e la mattina riprendendo i sacchi vuoti), invece in altre zone della città è stato attivato il sistema delle isole ecologiche mobili. In merito a quest’ultima modalità di raccolta differenziata c’è da dire che, a parte l’ingiusta disparità di trattamento tra i cittadini i quali devono necessariamente uscire di casa per conferire i rifiuti differenziati presso le rispettive isole ecologiche, si possono evidenziato almeno due problemi fondamentali: 1) la permanenza dell’isola ecologica mobili nella zona contrassegnata avviene solo per un paio d’ore al giorno; 2) le isole ecologiche mobili sono mezzi meccanici e spesso si sono verificati guasti che non hanno consentito la presenza delle stesse negli orari previsti. In conseguenza di ciò, purtroppo, alcuni cittadini barcellonesi hanno continuato a buttare la loro spazzatura dove una volta c’erano i bidoni o in zone di campagna creando delle vere e proprie micro-discariche abusive a cielo aperto. Grazie anche alle segnalazioni di negozianti e cittadini, al Comune e alle Autorità competenti, sono stati incrementati i controlli anche attraverso il posizionamento di segnaletiche, divieti e telecamere, tuttavia le persone (in modo ostinato) hanno continuato a gettare i loro rifiuti nelle solite zone e spesso gli operatori ecologici devono intervenire con ruspe ed autoarticolati (con costi aggiuntivi che quasi certamente rischia di pagare l’intera comunità barcellonese). Si ricorda inoltre che il divieto di abbandono dei rifiuti è stabilito dall’art. 192, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006: “L’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati”. Le pene, per le persone che volutamente imbrattano con sacchetti neri e buste colorate le zone più svariate della nostra città, vanno da multe molto salate fino alla detenzione.
Un altro elemento di criticità, da non sottovalutare, è l’aumento dei cani randagi che non solo rovistano nei cumuli di spazzatura alla ricerca di cibo (il vento poi fa il resto rendendo la nostra città davvero piena di sporcizia), ma costituiscono anche una fonte di pericolo per i cittadini che vogliono uscire per fare una semplice passeggiata in bicicletta o a piedi.
Infine concludo richiamando l’invito fatto dal Sindaco Roberto Materia al Comizio tenuto il 7 ottobre 2018 in piazza San Sebastiano, nel quale oltre a fare un breve resoconto di quanto fatto negli ultimi tre anni dall’inizio del suo mandato, si sofferma proprio sui disagi dovuti al nuovo sistema di raccolta differenziata, cui molti non intendono ancora adeguarsi e, rivolgendosi ai cittadini barcellonesi, dice: “L’abbandono dei rifiuti in strada è qualcosa che supera qualunque tipo di civiltà…la città non è mia, non è del Sindaco, non è della Giunta, non è di questa amministrazione, non è dei consiglieri ma è vostra…e allora scusate costa molto, abbandoniamo i rifiuti, evadiamo al 52%…spiegatemi voi come possiamo razionalizzare tutto questo. Allora io dico abbiate pazienza. Da qui a poco sarà questo sistema sarà modificato ulteriormente, allargheremo il «porta a porta» e daremo ciò che la città merita…però l’aiuto da parte di tutti qui cittadini che abbandonano queste bellissime buste azzurre, io me lo aspetto, lo desidero e (scusate il termine) lo voglio”.
LUCA CHIOFALO classe 2ªD