La nave Aquarius: discussioni e scontri politici
Col termine immigrazione si intende il trasferimento di una o più persone in un Paese diverso da quello di origine per svariate cause: mancanza di cibo, condizioni di povertà, guerre interne, ecc…
I Paesi, dai quali in questi ultimi anni parte il maggior numero di persone, sono: la Siria, la Nigeria, la Libia e l’Eritrea.
Negli ultimi tempi il fenomeno dell’immigrazione è aumentato in modo esagerato, diventando così, uno dei principali problemi da risolvere in modo definitivo.
Una delle questioni più difficili risiede nell’illegalità in cui avvengono questi spostamenti. Ormai si è perso il conto delle vittime annegate mentre tentano di attraversare il Mediterraneo in cerca di salvezza su “imbarcazioni” che altro non sono che gommoni in mano a scafisti senza scrupoli.
Questo fenomeno è una vera e propria emergenza che necessita di interventi mirati da parte di tutta l’Unione Europea. L’Italia, invece è l’unica che di fatto se ne sta occupando, attraverso l’approvazione di alcuni Decreti che riformulano le leggi in materia di immigrazione, modificano la normativa sull’accoglienza dei profughi, introducono nuove misure sulla cittadinanza, sulla permanenza nei centri d’accoglienza e danno una stretta alle leggi antiterrorismo.
Spetterebbe, in realtà, all’intera Unione Europea la competenza di definire le condizioni di ingresso e soggiorno degli immigrati e, sarebbe anche suo compito prevenire e ridurre l’immigrazione irregolare. Di fatto tutto ciò sembra non avvenire poiché, alla fine, alcuni Stati membri chiudono le loro frontiere non offrendo alcun sostegno e, per di più, criticando chi, come l’Italia, cerca di limitare questi sbarchi.
È il caso della nave Aquarius diventata il simbolo di un “un braccio di ferro” tra la nostra Nazione e la Comunità Europea.
Sono consapevole di affrontare un argomento piuttosto complicato e sicuramente difficile da risolvere.
Le ragioni che spingono questi uomini, donne e bambini a scappare dalle loro terre d’origine sono tante, così come lo sono quelle che spingono i capi degli Stati membri dell’Unione Europea a discutere su come e dove sistemarli.
Tutto ciò mi mette tanta tristezza, perché non potendo entrare nel merito delle ragioni politiche (si aprirebbe un mondo molto più grande di me), posso però immedesimarmi con questa povera gente.
Credo che si sentano trattati come oggetti: “No, qui non possono stare!”, “Mandateli lì!”, “Prendeteli voi!”
Già partono dalle loro terre in condizioni disperate, anche e soprattutto per il modo “barbaro” in cui devono affrontare il viaggio, rischiando di non arrivare mai, e rischiano anche di non essere accettati. È opinione pubblica affermare che la presenza degli immigrati aumenta il dispendio economico, fa vacillare la sicurezza per attacchi terroristici, aumentano anche malattie non debellate da noi grazie ai vaccini. Però, dal punto di vista umano, ogni uomo deve essere libero dai soprusi, deve essere rispettato per avere una propria dignità e soprattutto ha il diritto alla vita. La soluzione al problema non ce l’ho. Quello che vorrei è che cambiasse la situazione in questi paesi malsani affinché’ tutta l’umanità potesse stare bene. Sarebbe bello avere uno scambio culturale, una crescita sociale, promuovere cioè una crescita globale. I fatti affermano però che tutto ciò sia utopia. Possiamo momentaneamente, tramite organizzazioni internazionali, trovare le soluzioni ai problemi, e cercare di risolverli.
È vero, che non abbiamo la possibilità di scrutare l’animo umano e, perciò è giusto, che ci siano controlli a tappeto per non mettere a rischio anche le nostre vite, però è pur vero, che Gesù ci ha detto: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” e questo per me significa rispettare mio fratello, indipendentemente dal legame di sangue o dal colore della pelle, rispettarne la vita e la libertà.
Dio dà la vita e Dio la toglie!
Lucrezia Letizia, Alice Vinci
I.C. E. Vittorini n 15 Messina
Complimenti a Lucrezia e Alice. Bravissime!