IL TALENTO E LA FORZA DI UN UOMO DEL SUD
Incontro il giovane autore Francesco Lisa subito dopo il ritorno da Roma dove si è recato per ritirare un premio per il suo primo romanzo “L’anello del benediciti”. È raggiante per aver conquistato il primo posto nella sezione narrativa in un concorso letterario bandito dall’Accademia Luce dell’Arte.
-Come è nata la sua passione per la scrittura?
La mia passione ha avuto inizio da quando a scuola ho cominciato a produrre dei testi scritti. È aumentata all’I.T.T. Majorana perché ho incontrato docenti che hanno colto la mia predisposizione alla scrittura e mi hanno fatto apprezzare la letteratura italiana e straniera.
-Ci racconta qualche aneddoto riguardante la sua frequenza nella nostra scuola?
Ho un ottimo ricordo dei miei 5 anni trascorsi all’interno dell’Istituto mamertino. Uno in particolare riguarda l’ultimo mese prima del conseguimento del diploma. Un insegnante per spronarmi a perfezionare la mia preparazione mi disse che probabilmente non avrei ottenuto l’ambito 100 al quale aspiravo…. ed io risposi che non era quello il punto di arrivo della mia vita ma solo una partenza che doveva spingermi a migliorare. Il massimo del punteggio l’ho ottenuto e credo che abbia dimostrato di essere migliorato.
-Lei si definisce un imprenditore con la passione per la scrittura, quali similitudini ci sono tra il suo lavoro e la scrittura?
Ce ne sono molte ma soprattutto la voglia di fare bene entrambe le cose, la ricerca della perfezione, la possibilità di non dipendere da nessuno ma la consapevolezza dell’insuccesso personale.
-Quale genere letterario preferisce tra le sue letture?
Mi piace la leggere gli autori siciliani e quelli mediterranei
-Il suo autore preferito?
Carmine Abbate. Il suo testo “Il bacio del pane” mi ha coinvolto intensamente.
-Può parlarmi della sua adolescenza? Dei suoi sogni? Delle sue aspettative?
L’ho trascorsa intensamente in una famiglia felice tra impegni scolastici e sportivi. Volevo fare il calciatore ma un brutto infortunio ha infranto i miei sogni. Volevo anche sposarmi da giovane e formarmi una bella famiglia. In quello ci sono riuscito perché ho una moglie e un figlio di 3 anni.
-Durante la scrittura del romanzo, che cosa pensava accadesse dopo l’esordio?
Non immaginavo sicuramente il successo che ho ottenuto fino ad ora
-Cosa ha provato quando le hanno comunicato che una prestigiosa accademia romana le aveva conferito il primo premio del settore narrativa?
Quando ho ricevuto la telefonata sono rimasto senza parole, ho poi realizzato che il successo era arrivato. Per un giovane, all’esordio letterario è importante un riconoscimento perché gli da la carica per proseguire.
-Lei è riuscito a sfatare molti luoghi comuni. Non ha una formazione classica, non opera nell’ambito letterario eppure è riuscito ad affermarsi. Che cosa consiglierebbe ad un giovane?
Di seguire le proprie passioni fino in fondo, di studiare e di lavorare molto perché prima o poi le soddisfazioni arrivano.
-L’8 ottobre, durante la premiazione, erano presenti il Sindaco di Torregrotta e la sua famiglia. Che cosa ha provato?
Mi ha inorgoglito la presenza del Dott. Ximone perché con lui erano idealmente vicini i miei concittadini e poi i miei genitori, mia moglie e mio figlio hanno chiuso la circolarità del mio “nido familiare”.
-Il nido è come l’anello. Che cosa rappresenta questo simbolo che dà il titolo al suo romanzo?
L’anello è un passaggio di testimone. È il proseguimento ideale dei valori che mi sono stati trasmessi dai miei nonni e dai miei genitori. Dovrò farne tesoro per onorare le caratteristiche che solo un uomo del Sud può avere
-Faccia un invito alla lettura del suo primo romanzo.
La storia incuriosisce perché è vera ma romanzata. Chiunque lo abbia letto, mi ha ringraziato raccontandomi che è stato come ritrovarsi a fare un tuffo nel passato.
ERIKA LISA III B EN