Il tiro con l’arco: una storia che fa ancora centro
Il 2016 è stato l’anno delle Olimpiadi di Rio, occasione in cui lo sport ha fatto da protagonista, mettendo in mostra tutte le sue discipline, anche quelle meno conosciute ma che in realtà hanno alle spalle una lunghissima storia, antica quanto l’uomo. Ne è un esempio il tiro con l’arco che fa la sua prima comparsa addirittura tra gli uomini delle caverne, come attestano i graffiti risalenti persino a più di 25.000 anni fa.
Inizialmente, fino alla fine del medioevo, viene utilizzato come arma sia da caccia che da guerra ma con l’arrivo della polvere da sparo, la sua immagine di arma comincia a tramontare insieme al suo significato di potere; infatti nell’antico Egitto veniva utilizzato solo dal Faraone in persona come segno di potenza, per dare dimostrazioni pubbliche delle sue capacità con delle prove di mira ai bersagli. Questa diventò una consuetudine anche per gli imperatori romani.
Ma è soprattutto nell’antica Grecia che si svolgevano vere e proprie gare, dalle quali sarebbero poi nate le olimpiadi, che includevano per l’appunto il tiro con l’arco.
Le origini del tiro con l’arco moderno hanno radice nel 1336, quando i re dell’Inghilterra non lo hanno imposto come uso strettamente bellico ma ne hanno valorizzato l’aspetto sportivo in feste domenicali, dove solo un pubblico maschile poteva partecipare a gare di tiro con l’arco.
Con l’avvento definitivo delle armi da fuoco, quella dell’arciere diventa però solo una disciplina sportiva.
Tale disciplina, in Italia è sempre stato poco considerata, infatti non era più che un piccolo passatempo durante il regime fascista per la categoria delle “Giovani Italiane”, promosso poi ad entrambi i sessi.
Nei giochi olimpici il tiro con l’arco è stato espulso per poi essere riammesso dopo una cinquantina d’anni, da allora è diventato una delle specialità olimpiche.
Oggi, per avere una maggiore sicurezza, vengono impiegate diverse protezioni come il parabraccio, utilizzato per proteggere il braccio da un possibile urto della corda. Esistono anche degli strumenti utili per migliorare i tiri, come lo stabilizzatore o la dragona. Il primo si usa per diminuire le oscillazioni, il secondo per tenere legato l’impugnatura con il polso cosicché la mano sia rilassata.
Esistono varie tipologie di arco: gli archi compound, nudi e quelli olimpici.
Gli archi nudi sono i più semplici riguardo l’estetica, non hanno mirino e si mira ponendo la cocca sotto l’occhio, e con questo guardare la punta e la direzione della freccia. Gli archi compound sono più elaborati e più avanzati: hanno un mirino con la lente zoomatrice, sono archi di precisione e hanno un sistema di corde diverso da quelli olimpici. La corda viene scoccata da uno sgancio. Gli archi olimpici simili a quelli nudi, hanno in più lo stabilizzatore e il mirino.
Il tiro con l’arco porta anche notevoli benefici a livello fisico. Infatti impegna i muscoli superiori, ovvero le braccia, le spalle, la schiena e il tronco.
Tenendo in tensione la corda si deve stare attenti infatti a tenere la schiena in posizione ben eretta. Le braccia e le spalle sono coinvolte nel movimento della corda, si sviluppano così i muscoli della parte superiore.
In più la pratica del tiro con l’arco aiuta a tenere una buona concentrazione e lavorare su chi soffre d’ansia: è utile infatti per entrare in contatto con la propria interiorità e a stabilirne un equilibrio.
Riccardo Crisafulli III D BA