23 maggio 2018: “Giornata della Legalità” a Palermo
Il 23 maggio del 1992 è un pomeriggio assolato di inizio estate e a Palermo invece alle 17 e 58 esplode l’inferno: il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro saltano in aria, uccisi dalla mafia con un grande attentato sull’autostrada nei pressi di Capaci. Da quel giorno sono passati 26 anni, ma da allora, tutti gli anni, il 23 maggio è ricordato a Palermo dagli studenti d’Italia come il “Giorno della legalità” e dell’esempio di persone coraggiose e coerenti come il giudice Falcone, che era riuscito a mettere in galera un buon numero di criminali mafiosi. Anche io, con la mia scuola, l’I.C. “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto, sono stato in questa città-simbolo il 23 maggio 2018 e, in occasione di questo viaggio, con i miei quattro compagni di classe abbiamo preparato un cartellone da portare per le strade durante uno dei cortei organizzati per l’evento, rappresentando in particolare foto e parole che ricordano la lotta alla mafia: i giudici Falcone e Borsellino, il commissario Boris Giuliano e il grande Peppino Impastato. Il viaggio in pullman è stato molto piacevole perchè abbiamo anche cantato canzoni, come “Cento passi” dei Modena City Ramblers o “Pensa” di Fabrizio Moro, che avremmo poi avuto occasione di ripetere durante la manifestazione. A Palermo l’atmosfera era bellissima, le vie erano piene di persone giunte con lo stesso desiderio di voler partecipare a qualcosa di giusto. Dopo la mattinata in Piazza Magione, con i rappresentanti della mia scuola ci siamo incolonnati nel corteo che parte da via D’Amelio, il luogo della strage di Paolo Borsellino e della sua scorta, dove era presente e ci ha salutato dal balcone la sorella del giudice, Rita. Da lì abbiamo quindi percorso tante vie in mezzo a un fiume di gente, fino a giungere in via Notarbartolo, all’albero simbolo di Falcone, davanti al palazzo dove il giudice abitava, e in cammino abbiamo cantato e incitato le persone affacciate a mettere le lenzuola bianche sui balconi.
Nei pressi dell’albero c’erano molte personalità della politica, dello spettacolo e della musica, come la comica Teresa Mannino, i cantanti Giovanni Caccamo e Lorenzo Fragola o Claudio Fava, figlio del grande giornalista Giuseppe, ucciso anch’egli dalla mafia. È stato bello essere lì, sostenendo il nostro cartellone per dire anche noi il nostro “NO” alla mafia e sapendo di far parte di una grande giornata con tanti altri eventi, come la “Nave della legalità” che, come tutti gli anni, è partita da Civitavecchia portando centinaia di giovani studenti da tutta Italia; oppure come le celebrazioni nell’Aula bunker, in cui si svolse il maxiprocesso in cui i giudici Falcone e Borsellino fecero condannare centinaia di mafiosi. Il momento per me più emozionante è stato però quando alle 17 e 58 si è svolto il minuto di silenzio. Era così strano che tutta quella gente rimanesse zitta a ricordare i così tanti uomini e donne che sono morti in nome della legalità, della giustizia… E infine, mi ha colpito, come musicista, il suono struggente della tromba che intonava “Il silenzio”.
Girolamo Calabrò
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.