La chiesa di Santa Rosalia a Palermo
Grande è la devozione di Palermo per Santa Rosalia, la cui presenza è ricordata sia in Cattedrale che nella grotta sul Monte Pellegrino che sovrasta la città. Santa Rosalia nacque a Palermo intorno al 1130, figlia dei Conti Sinibaldi. Verso i 13-15 anni scelse di seguire Gesù e rifiutò di andare in sposa ad un nobiluomo che aveva salvato la vita al re. Rosalia fu quindi monaca basiliana per un breve periodo, ma subito dopo iniziò a vivere da eremita, cosa strana a quel tempo per una donna. In particolare dimorò per 12 anni sulle montagne tra Bivona e S.Stefano di Quisquina, dove si trova una piccola grotta che fu da lei abitata. Ritornata a Palermo, visse per 10-12 anni in una grotta sul Monte Pellegrino, dove il 4 settembre del 1170 morì. Già dopo pochi anni c’erano notizie sulla sua venerazione e dal popolo era già ritenuta Santa.
Presso la grotta dove pregava e c’era un antico altare pagano, fu costruita una cappella in suo onore, conosciuta come “Chiesa vecchia di Santa Rusulia”. Il ritrovamento delle sue reliquie avviene invece in circostanze velate di leggenda e miracolo. Nell’ottobre del 1623 Geronima, detta la Gattuta, colpita da una febbre maligna si trova nell’Ospedale Grande di Palermo, dove si rivolge ad una suora infermiera che attirava i lampi dietro di sé, e le chiede da bere. La suora avvicina la mano alla bocca di Geronima, che se la sente piena d’acqua, e le dice che era guarita e doveva fare voto sul Monte Pellegrino. Geronima capisce che era santa Rosalia a parlarle, guarisce però non si reca subito sul Monte. Alcuni giorni dopo viene allora colpita dalla febbre, però in maniera più grave che le dura circa un anno.
Il 26 maggio 1624 segue così l’invito di una cugina, sale sul Monte per sciogliere il voto, beve l’acqua che distilla nella grotta, si sente bene e si addormenta. Mentre dorme le appare la Vergine Maria vestita d’azzurro con il bambino Gesù in braccio, una collana di coralli al collo e le dice che è guarita perché ha adempiuto il voto. Poi la Madonna la invita a scavare all’interno della grotta, dove avrebbe trovato un tesoro: una santa. Geronima vede anche apparire una giovane in preghiera che le dice di scavare lì dove era lei e che avrebbe trovato le ossa di Santa Rosalia; le viene anche detto che ci sarà un segno a forma di V in alto sulla roccia. Geronima esce e chiama i frati del convento vicino e li invita a scavare in quel punto. Vengono così trovati i resti attribuiti alla santa: una parte resteranno nella grotta dove sorge una piccola chiesetta, altre saranno custodite in cattedrale dentro una teca d’argento.
La devozione della città alla sua santa, che l’ha salvata più volte dalle pestilenze, si manifesta ancora oggi con due processioni delle reliquie, una il 4 settembre a Monte Pellegrino e l’altra il 14 luglio con il sontuoso “Festino”. Il santuario sul Monte è molto particolare perchè circonda la grotta. All’esterno vi è una statua dove le persone che le chiedono delle grazie se si avverano portano un oggetto, all’interno invece, nella vera e propria grotta, vi è una teca trasparente, che contiene le reliquie rivestite e ricomposte, e tutto un sistema di barre in ferro che raccolgono l’acqua santa dalle rocce e la convogliano in una vasca accanto alla teca.
L’acqua è considerata miracolosa e quindi la chiesetta è sempre meta di pellegrinaggi e piena di fedeli che chiedono alla loro Santa grazie e conforto.
Aurora Triolo
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.