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Le donne della Grande Guerra

Giorno 8 marzo 2018, presso il Museo didattico dell’I.C. “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto, i ragazzi di tutte le classi hanno presentato i loro lavori in ricordo delle donne che hanno segnato la storia dell’umanità. Io, in particolare, ho approfondito il tema delle donne durante la Grande Guerra. Iniziamo allora questo viaggio nella storia con Carmela Rossi Timeus, che espresse un’affermazione trionfante dell’italianità di Trieste, a quel tempo invasa dagli austriaci. Il suo testo più famoso è il suo “diario”, che si conclude nel 1918 quando la città viene liberata. In alcune donne l’entusiasmo per la guerra fu invece così grande che vollero partecipare ai combattimenti fingendo di essere uomini e i primi esempi di donne che cercarono di farlo furono le italiane Luigia Ciappi di Firenze, e Gioconda Sirelli di Milano.

Victoria-Savs

L’esempio di donna combattente più famoso riguarda però l’austriaca Victoria Savs, che si arruolò insieme al padre con il nome di Viktor Savs e combattè in prima linea sul fronte trentino. A causa di una ferita alla gamba che le causò, successivamente, la perdita dell’arto fu scoperta e rimandata indietro.

Flora Sandes

Un’altra donna che combattè in prima persona al fronte fu Flora Sandes, che si arruolò inizialmente nella Croce Rossa britannica e operò in Serbia presso il secondo reggimento di fanteria. Durante la ritirata verso l’Albania la donna rimase separata dal suo gruppo e si unì a un reggimento serbo. Fu la prima donna a essere nominata ufficiale dell’esercito serbo e la prima donna inglese a essere ufficialmente riconosciuta come soldato. Nell’ambito letterario del periodo si distinse Alice Shalek, che fu giornalista, fotografa, scrittrice e unica donna reporter durante la Grande Guerra. Alice collaborò dal 1903 con il giornale del liberalismo viennese, nel 1914 divenne corrispondente di guerra e fu inviata sui fronti della Serbia, di Galizia, del Tirolo e dell’Isonzo. Molto rare furono invece le voci femminili che si fecero sentire nel criticare i governi a guerra dichiarata. Fra queste le italiane Linda Malnati e Carlotta Clerici, che collaborarono nel 1914 al “Comitato pro umanità”, e l’austriaca Marianne Hainisch, che nello stesso anno assunse la guida della Commissione di pace dell’Unione delle Associazioni delle donne in Austria. La fine della guerra portò ad un ridimensionamento degli eserciti e indirizzò l’industria verso prodotti rispondenti alle nuove esigenze di un mercato civile, i posti di lavoro diminuirono e le prime ad essere licenziate furono le donne. In ogni caso per le donne un ritorno alla situazione dell’anteguerra era impossibile perchè, almeno nei paesi democratici, con il raggiungimento dell’indipendenza economica e politica, esse avevano trovato una nuova dimensione nella società da cui non era più possibile tornare indietro.

 

Joao Pedro Flaccomio

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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