Il Santuario della Madonna delle Lacrime
E’ stata una inusuale calda giornata di marzo quella in cui gli alunni delle classi prime della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto si sono recati nella stupenda città di Siracusa per una visita d’istruzione. Qui essi hanno potuto ammirare sia ciò che un tempo hanno costruito i popoli che si erano insediati nei vari secoli nella nostra isola sia monumenti più moderni ma non meno significativi.
Tra i posti da visitare c’è infatti anche il Santuario della “Madonna delle lacrime”, una monumentale struttura di forma conica che dall’alto dei suoi 103 metri domina la città, segno di profonda pietà e fede, eretto a ricordo del miracoloso evento della lacrimazione della Madonna. La storia di questo Santuario narra che nella città di Siracusa, nel lontano 1953, nell’abitazione dei coniugi Angelo Iannuso e Antonina Giusto, un quadretto raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posto come capezzale sopra al letto matrimoniale, la notte del 29 agosto iniziò a piangere lacrime umane. Il fenomeno ebbe fine il 1 settembre dello stesso anno, nel giorno in cui si conclusero le operazioni di analisi scientifiche che confermarono che si trattava di lacrime umane. Molti non credettero nel miracolo, cercando di dimostrare in ogni modo che era tutto falso, senza però riuscirci, e solo quando fu pubblicata la relazione di una commissione scientifica attestante l’autenticità della lacrimazione si iniziò a pensare a costruire un degno e santo luogo dove custodire il prezioso quadretto, che intanto veniva esposto in una stele di pietra bianca in Piazza Euripide. Il nuovo Santuario fu iniziato nel 1989. Per decidere chi lo avrebbero progettato e costruito fu indetto un concorso internazionale e vinsero gli architetti francesi Michel Andrault e Pierre Parat. La costruzione fu molto lunga e difficile, ostacolata da chi non credeva al miracolo e da chi pensava che il Santuario avrebbe deturpato la zona. Ma alla fine i lavori furono conclusi nel 1994 e il Santuario venne consacrato nello stesso anno da Papa Giovanni Paolo ll.
Esso è suddiviso in due parti: chiesa superiore, in cui si trova l’altare dove è custodito il quadretto della Madonna e, attorno a questo, le varie cappelle. Questa sala può contenere circa 16.000 mila persone. Nella parte inferiore si trova la cripta, dove c’è un altro altare, le cappelle dei Santi e il Reliquiario della Madonna delle lacrime.
Il Reliquiario, conosciuto in tutto il mondo, poggia su un piede dalla base ottagonale e, al di sopra dell’impugnatura, vi sono tre piani sovrapposti. Nel primo piano vi è custodita parte di un panno ricamato utilizzato da Antonina Giusto per coprire e custodire il quadretto, che spesso era interamente bagnato dalle lacrime; un fazzoletto e del cotone impregnati delle lacrime e la prima provetta in cui furono raccolte. Nel secondo, invece, si trovavano quattro pannelli che ricordano il miracolo: il primo è una riproduzione del quadretto; nel secondo è rappresentata la lacrimazione; nel terzo l’esposizione del quadretto in Via Degli Orti e nel quarto l’esposizione in piazza Euripide. Infine, nell’ultimo piano del reliquiario, si trovano le ultime lacrime di Maria cristallizzate. Questo ultimo piano è circondato da quattro statuine che raffigurano S. Lucia, patrona di Siracusa, San Marziano, primo vescovo della città e gli apostoli Pietro e Paolo. La forma del santuario, ad un’attenta osservazione, richiama la dinamica di una goccia (o lacrima) che cade dal cielo e si schianta sul suolo. Un particolare molto bello del Santuario è inoltre la statua della Vergine posto sulla sommità del tetto: realizzata in bronzo dorato è pesante circa 600 Kg ed è attorniata da una raggiera. Progettata da Francesco Catarella essa funge da faro alla città di Siracusa e da corona a questo meraviglioso Santuario, importantissimo luogo di culto che testimonia e custodisce uno dei più grandi miracoli della Vergine avvenuti in Sicilia e spinge inoltre a riflettere sull’umanità e sul suo destino, soprattutto se ci si sofferma su quanto riportato dal teologo De Floris in uno dei suoi studi quando dice che «Maria piange per lanciare alla società, un ultimo monito […] il suo è un pianto saturo di tristi presagi, un richiamo a non respingere gli inviti divini, onde non incorrere nella rovina».
Santi Scarpaci
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.